TAURI

Enciclopedia Italiana (1937)

TAURI (A. T., 17-18-19)

Antonio Renato Toniolo

I Tauri (ted. Tauern), grande e complessa piega scistoso-cristallina, diretta da ovest a est, nella parte mediana delle Alpi Orientali. Appartengono alle Alpi Noriche (v. alpi) di cui costituiscono la catena più estesa ed elevata, fra le profonde valli longitudinali della Salzach e dell'Enns a nord, e i tratti superiori di quelle della Drava e della Mur a sud.

Essi si dividono in Alti Tauri (Hohe Tauern), più elevati, massicci e larghi oltre 60 km., fra la Valle Aurina e la Forcella del Picco (Birnlücke, m. 2667) a contatto con le Alpi Aurine (Zillertaler Alpen), fino al Passo dei Radstädter Tauern (metri 1738): e Bassi Tauri (Niedere Tauern) prosecuzione orientale più depressa, larghi solo 45 km., allineati fra la Mur e l'Enns fino allo Schober Pass (m. 849) che li separano dalla Eisenerzer Alpen.

Gli Alti Tauri presentano le massime altezze all'estremità occidentale nel Gross Venediger (m. 3660) e nel Gross Glockner (metri 3798), che rappresentano le cime massime delle Alpi Orientali, insieme all'Ankogel (m. 3253) più ad oriente.

Geologicamente sono costituiti da un nucleo centrale gneissico circondato e ricoperto da scisti cristallini più o meno calcarei (calcofilliti e argilloscisti) ritenuti secondarî o paleozoici, ripiegati, contorti e rovesciati. Verso mezzogiorno, questi scisti vanno scomparendo sotto rocce cristalline più antiche, per cui, secondo la teoria dei carreggiamenti, i Tauri dovrebbero interpretarsi come una "finestra" aperta entro la sovrapposta "falda penninica" di ricoprimento.

A settentrione gli scisti dei Tauri vengono a contatto immediato, lungo la valle longitudinale della Salzacli, con la facies scistoso-calcarea della "falda alpina" delle Alpi Salisburghesi.

Il nucleo interno gneissico compare nella parte culminante, nei gruppi del Gross Venediger, del Gross Glockner e dei Kalser Tauern, e dà luogo a una disposizione. radiale delle loro creste, con forme ardite e bizzarre, dove si trovano intrusioni di tonalite, dolomie, calcari marmorizzati e serpentine; mentre verso oriente, al Sonnblick e all'Ankogel, affiorano scisti cristallini antichi, circondati da quelli paleozoici più teneri, dove si aprono dei valichi assai meno elevati - quale il Kapruner Törl (m. 2635), attraversato da una camionale, inaugurata nel 1935, che unisce la valle della Drava con quella della Salzach - e che portano il nome locale di Tauern, poi esteso a tutta la catena.

Sul ristretto e ripido versante settentrionale la copertura scistosa favorisce una regolare rete valliva penniforme, verso il solco longitudinale del Pinzgau (Salzach). Invece, su quello più ampio meridionale, dove appaiono le fasce longitudinali della "falda penninica" di rocce litologicamente varie, si ha un andamento longitudinale dei superiori tronchi vallivi, come quelli dell'Isel Tal, del Defereggental e quello mediano del Möll Tal, che limitano i gruppi affiancati delle Vedrette Giganti (m. 3435), della Panargen Gruppe (m. 2173), dei Defereggen Gebirge (m. 2958) sopra la Pusteria; mentre la Schober Gruppe (m. 3250; gneissico) e la Kreuzeck Gruppe (m. 2704) stanno fra il Möll Tal e l'Ober Drau Tal.

Gli Alti Tauri, dove il limite climatico delle nevi si trova a m. 2700 sul versante nord e a 2800 su quello sud, sono coperti di estesi ghiacciai (oltre il 17% dell'area), di cui il maggiore è il Pasterze Gletscher di 32 kmq. di area, lungo km. 10,4 e che porta la propria fronte a m. 1950 nel Möll Tal.

Il versante settentrionale è molto più umido e boscoso di quello meridionale, salvo che nelle valli soggette al föhn (detto Tauernwind) con 1000-1200 mm. di precipitazioni nelle valli, e 1600 mm. verso le cime. Le coltivazioni arrivano solo ai 1150 m. a nord, dove la popolazione, tutta tedesca e rada, è dedita particolarmente all'allevamento, e salgono a 1400-1500 a sud, in cui i più numerosi abitanti risentono dei caratteri carinziani, con ricca toponomastica slava. Gli Alti Tauri sono attraversati dalla ferrovia che da Villacco porta a Salisburgo, con una galleria di 8,5 km.

I Bassi Tauri, si deprimono subito, dopo il passo Radstädter Tauern (m. 1738), dove passava un'antica via salinare (forse neolitica), dalla Carinzia al Salzkammergut. Anch'essi hanno una costituzione geo-morfologica simile a quelle degli Alti Tauri, con affioramenti di rocce tenaci nelle cime maggiori, dalla gneissica Hochgolling Gruppe (m. 2863), alla calcarea Wildstelle (m. 2746), con prevalenza però degli scisti lungo la linea spartiacque tra l'Enns e la Mur, dove si aprono numerosi valichi (Tauern) sotto i 2000 m., che hanno avuto grande importanza nella storia delle comunicazioni delle Alpi Orientali, fino al Rottenmanner Tauern (m. 2865), dove la piega principale volge a sud-est contro la "falda alpina" delle Eisenerzer Alpen.

Anche qui si ha una idrografia penniforme sul versante settentrionale, e una più smembrata a sud, lungo la Mur, dove si presentano inclusi terreni calcarei triassici e marnosi terziarî (conche di Tamsweg e di Aichfeld).

Il versante settentrionale ha piogge attorno ai 1000-1200 mm. prevalentemente estive, con estese abetine fino oltre 1800 m. e colture fino a 1300 m., ma scarsa popolazione valliva (8-16 ab. per kmq.). Su quello meridionale le precipitazioni sono molto più scarse (800-900 mm.), con massimi in settembre e aprile, e sebbene predomini il bosco, le colture sono più estese e la popolazione più numerosa (da 35 a 45 ab. per kmq., nelle conche interne).

Notevole importanza assumono, attorno al Radstädter Tauern, le miniere di rame, nichelio, ferro, arsenico, zinco, e quelle di grafite e magnesite al limite orientale della catena (Schober Pass).

V. tavv. LXVII e LXVIII.

Bibl.: K. v. Sonklar, Die Gebirgsgruppe der Hohen Tauern, Vienna 1866; F. Seeland, Studien am Pasterzengletscher, in Zeitschr. d. Alpenverein, 1883; L. Kober, Das östliche Tauernfenster, in Denkschr. Wiener Akademie, XCVIII (1922); F. Schindler, Kulturregionen und Ackerbau in den Hohen Tauern, in Zeitschr. d. Alpenverein, 1888; R. Schwinner, Die Niederen Tauern, in Geolog. Rundschau, XIV (1923); L. Schlack, Die Niederen Tauern, in Zeitschr. d. Alpenverein, 1916.