TEDESCHI del VOLGA, Repubblica dei

Enciclopedia Italiana (1937)

TEDESCHI del VOLGA, Repubblica dei (ufficialmente in russo Avtonomnaja Socialističeckaja Sovetskaja Respublika Nemcev Povolžja, in tedesco A.S.S.R. der Wolgadeutschen; A. T., 66-67)

Giorgio Pullè

È noto come Caterina II la Grande, volendo favorire lo sviluppo agricolo della Russia, invitasse fra il 1760 e il 1761 dei contadini tedeschi a recarsi nella regione del Volga per iniziare la colonizzazione di quelle terre. Risposero a tale appello circa 27.000 persone, che, recatesi nel paese, fondarono un gruppo di colonie, mantenutesi compatte, pur attraversando varie vicende economiche e politiche, sino al 1915, anno in cui il governo zarista decretava, per motivi di ordine politico, la deportazione in massa dei coloni tedeschi in Siberia. L'ordine, rimandato a più riprese, non ebbe, in seguito alla rivoluzione, esecuzione. Procedendo il nuovo governo russo al riordinamento politico-amministrativo dello stato, fu ai Tedeschi del Volga riconosciuto il diritto all'autonomia e così nel 1924 si creò la provincia autonoma dei Tedeschi del Volga, elevata poi al rango di repubblica. Essa è compresa ora nella regione di Saratov, mentre fino al 1933 era inclusa con Saratov, Stalingrad e la provincia autonoma dei Calmucchi nella regione del Basso Volga, divisione amministrativa ora soppressa. La sua superficie, che in questi anni, in seguito alle molte modificazioni territoriali intervenute, ha variato assai, è calcolata in 28.212 kmq., per la maggior parte situati sulla riva sinistra del Volga. La parte occidentale, sulla destra del fiume, si estende sulla estrema sezione meridionale delle cosiddette "Alture del Volga" e ha tutte le caratteristiche di un altipiano, che, essendo stato fortemente inciso dai corsi d'acqua, è interrotto da profondi burroni, ciò che vale a dare al rilievo aspetto collinoso; notevole è la fertilità di questa regione per la presenza di terre nere. La parte orientale, sulla sinistra del Volga, è invece pianeggiante e costituita di terre argillose, alle quali succedono, via via che si procede verso ovest, steppe saline; scarse sono le acque superficiali e inoltre i pochi fiumi hanno acque più o meno salmastre. Una piccola striscia di terreno, lungo ambedue le rive del fiume, si trova già al di sotto del livello del mare. Il clima ha carattere prettamente continentale con inverni freddissimi, essendo la media del mese più freddo pari a -11°, ed estati molto calde; assai scarse sono le precipitazioni atmosferiche, non superando i 300 mm. all'anno, e ad aumentare la siccità intervengono i venti asciutti di sud-est ed est che soffiano durante una buona metà dell'anno. Scarse e di poco conto sono le formazioni arboree, mentre quelle erbacee ricordano già la vegetazione caratteristica delle steppe.

Immigrati fra il 1764 e il 1773, i Tedeschi del Volga, che provenivano per la maggior parte dalla Germania medio-occidentale e in minor numero dalla Svevia, Baviera e Sassonia, crebbero rapidamente di numero. Circa un secolo dopo, fra il 1853 ed il 1874, furono raggiunti da Mennoniti, emigrati dalla regione di Danzica. Intanto le colonie si erano moltiplicate, estendendosi sempre più su la sinistra del Volga. Tuttavia nel 1880 in seguito alla carestia molti emigrarono in America, in Siberia e in Asia Centrale. Con ciò nel 1914 i Tedeschi della regione del Volga ammontavano a 600.000; ma nel 1921, anche questa volta per la grande carestia avutasi, circa 74.000 emigrarono in America ed altri si dispersero in varie parti della U. R. S. S. Così nel 1931 il loro numero nella repubblica autonoma era stimato a poco più di 400.000 anime, ossia al 65% dell'intera popolazione. I Tedeschi del Volga, che parlano tuttora la loro lingua, hanno mantenuto sino ad ora i costumi e le consuetudini originarie sia nel tipo di abitazione, sia nelle fogge del vestire e nella nutrizione. L'elemento russo ammonta nella repubblica al 20% circa.

Occupazione principale degli abitanti è l'agricoltura e il 75% del suolo è posto a coltivazione, soprattutto di cereali, e cioè frumento, segale, avena, granoturco; notevole è pure la coltivazione dei girasoli e del tabacco, quest'ultimo di ottima qualità. La discreta estensione dei pascoli favorisce l'allevamento dei bovini (312.000 capi), degli ovini (362.000), dei cavalli e dei cammelli; importante è pure l'allevamento dei suini (200.000). Dopo la grave carestia del 1921-22 si è dato principio a vaste opere di irrigazione, che dovrebbero servire a bonificare almeno 40.000 ha. di terreni. Con l'applicazione dei piani quinquennali si sono collettivizzate quasi tutte le aziende agricole, sono state fondate 31 fattorie di stato, 600 fattorie per la coltivazione di terreni aridi e stabilite 38 stazioni di trattori e macchine agrarie. Le industrie non hanno però molta importanza e sono rappresentate da molini, manifatture di tabacchi, cuoierie e officine per la fabbricazione di trattori agricoli; l'applicazione del piano quinquennale ha favorito lo sviluppo dell'industria di laterizî, di uno stabilimento per carni in conserva, ecc. Le comunicazioni più importanti si svolgono lungo il Volga per via fluviale o per la ferrovia di Saratov, Uralsk ed Astrachan.

La popolazione complessiva della Repubblica autonoma era nel 1934 di circa 590.000 ab., con una densità media di 16,30 ab. per kmq. Di essi il 21% abitava nelle città, fra le quali più importante è Engels (55.200 ab.), già detta Pokrovsk, capoluogo della repubblica, situata sulla sinistra del Volga di fronte a Saratov. Altra cittadina di una certa importanza è Marxstadt (14.600 ab.), pure sulla sponda sinistra del Volga e già detta Ekaterinstadt. Balcer, già detta Golij Karamis, è un centro industrializzato, ove nel 1926 venne stabilita la prima fabbrica di trattori. La Repubblica è divisa in 12 rajony o cantoni.

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