Telefonia

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)

telefonia


telefonìa [Der. di telefono] [ELT] Sistema di telecomunicazione destinato alla trasmissione della voce e di altri suoni: v. segnali telefonici. Il procedimento della t. si può così schematizzare: l'apparecchio trasmittente (il microfono contenuto nel microtelefono di chi trasmette) trasforma in variazioni di corrente elettrica le variazioni di pressione che l'onda sonora del suono da trasmettere provoca nell'aria; il segnale elettrico così ottenuto, opportunamente trasmesso, raggiunge, mediante una linea elettrica o un collegamento radio (radiotelefonia), l'apparecchio ricevente, nel microtelefono del quale il ricevitore opera la trasformazione delle variazioni di corrente del segnale in arrivo in un'onda sonora riproducente il suono trasmesso. Le primissime idee, i primi tentativi e le prime richieste di brevetti su sistemi destinati alla trasmissione della parola mediante due apparecchi collegati tra di loro da una linea elettrica filare risalgono alla seconda metà del sec. 19°. Il primo apparecchio telefonico fu brevettato da A. Meucci negli SUA nel 1871; il primo sistema telefonico ad avere pratico sviluppo fu però quello brevettato nel 1876 da A.G. Bell (→ telefono), con cui già nel 1877 fu effettuata la prima trasmissione su una distanza relativ. grande (22 km), preludio al grande immediato sviluppo della t. interurbana accanto a quella urbana. La conformazione degli attuali sistemi telefonici è in linea di principio quella del telefono di Bell: presso gli utenti si hanno apparecchi telefonici, per la conversione, come detto, dell'energia meccanica associata ai suoni in segnali elettrici; circuiti, costituenti reti telefoniche, per il collegamento degli apparecchi alle centrali di commutazione e di queste tra loro; centrali di commutazione, per l'interconnessione tra i vari circuiti in modo che siano possibili le comunicazioni telefoniche desiderate. (a) Reti telefoniche. I collegamenti tra le centrali di commutazione e gli utenti sono realizzati per la maggior parte con i circuiti della rete di distribuzione e per la parte rimanente con i raccordi di utente. La rete di distribuzione si suddivide in una rete principale, costituita dai circuiti che vanno dalla centrale di commutazione a punti di diramazione di cavi di relativ. piccola potenzialità, e in una rete terminale, costituita dai circuiti che vanno dai predetti punti di diramazione della rete principale ai distributori; questi ultimi sono i punti di partenza dei raccordi di utente. La rete di distribuzione, sia principale sia terminale, è realizzata con conduttori di rame aventi generalm. un diametro da 0.4 a 0.6 mm, isolati con carta e aria o con materiale plastico; a questi conduttori si sono aggiunti, sia per la rete principale sulle grandi distanze che sulle reti urbane cavi coassiali e collegamenti con microonde e, recentemente, cavi di fibre ottiche. (b) Commutazione telefonica. Può essere manuale oppure automatica a seconda che le manovre per interconnettere i due utenti interessati siano effettuate con l'intervento di operatori oppure con organi controllati con comandi elettrici. Oggi è prevalentemente automatica; la commutazione manuale è usata solo per le reti interne, le comunicazioni non effettuabili con la commutazione automatica o qualora sia espressamente richiesta dagli utenti. La commutazione manuale s'effettua tramite vari tipi di centralini, posti di operatore, tavoli di commutazione, ecc.; tramite questi impianti un operatore può, manovrando tasti, chiavi e cordoni, collegare tra loro i circuiti in modo da stabilire le comunicazioni desiderate. La commutazione automatica si effettua tramite i commutatori telefonici. Questi, in generale, sono costituiti da una rete di commutazione attraverso la quale si stabiliscono le connessioni, e da organi di comando che svolgono le funzioni di comando e di controllo dell'intero commutatore. Per quanto riguarda il principio di funzionamento della rete di commutazione si può distinguere tra commutatori a divisione di spazio, nei quali a ciascuna delle comunicazioni contemporanee sono assegnati elementi di commutazione separati sui quali vengono trasmessi i segnali relativi a una medesima comunicazione, e commutatori a divisione di tempo, nei quali a ciascuna delle comunicazioni contemporanee sono assegnati elementi di commutazione solo per uno tra più intervalli di tempo appartenenti a una sequenza di tempi ripetitiva, in modo che i medesimi elementi di commutazione risultano interessati, in diversi intervalli di tempo, dai segnali relativi a comunicazioni diverse. Nell'ambito di queste due categorie si sono sviluppate varie tecniche, che dalla t. si sono trasferite nel più vasto ambito delle telecomunicazioni in genere: v. commutazione, sistemi di. Il primo impianto di commutazione telefonica manuale entrato in servizio pubblico fu quello della centrale di New Haven, negli Stati Uniti d'America, attivata già nel 1878, con 21 utenti. In Italia i primi impianti furono installati a Roma e Milano, nel 1881. Gli impianti di commutazione manuale furono oggetto fin dagli inizi di vari perfezionamenti, come l'impiego di cordoni invece che di leve e tasti (1880), l'alimentazione a batteria centrale (1894) e la realizzazione dei collegamenti multipli su più posti di operatore (1896); si pervenne poi alla realizzazione dei tavoli di commutazione manuale che, senza ulteriori sostanziali modifiche di principio, sono tuttora in uso negli impianti di scarsa potenzialità (tipic. nei centralini di impianti interni di stabilimenti commerc. e industriali). Per quanto riguarda la commutazione automatica, le prime idee rese pubbliche e prese a base di esperimenti risultano essere state quelle di M.D. e T.A. Connolly e T.J. McTighe, descritte in un brevetto ottenuto nel 1879 negli Stati Uniti d'America. In Italia, si ebbe una realizzazione pratica di un impianto da parte di G.B. Marzi, che costruì un centralino automatico da 10 numeri, in servizio nel Vaticano dal 1886 al 1889. La nascita della commutazione telefonica automatica è comunque generalm. riconosciuta nelle invenzioni di A.B. Strowger, descritte nella documentazione relativa a un brevetto statunitense del 10 marzo 1891; sulla base di queste invenzioni fu realizzata e messa in servizio a La Porte negli Stati Uniti d'America nel novembre 1892 la prima centrale automatica, alla quale vennero collegati una settantina di utenti. In Europa, una centrale dimostrativa fu presentata alla Esposizione di Londra del 1898; furono poi messi in servizio in Germania alcuni impianti di piccole dimensioni, fino all'attivazione, avvenuta nel 1908, dalla prima grande centrale automatica in servizio pubblico di Schwabing a Monaco di Baviera, con 2550 numeri. In Italia la prima centrale automatica fu quella di Prati di Castello a Roma, attivata il 1° dicembre 1913. I primi decenni del 1900 videro la realizzazione in America e in Europa di vari nuovi sistemi di commutazione telefonica automatica, con selettori elettromagnetici sempre più veloci e con sempre più linee, fino alla recente entrata in servizio di dispositivi elettronici a stato solido; a proposito dell'ingresso dell'elettronica veloce nella t. è da ricordare che il primo sistema di commutazione con funzioni di comando e di controllo esercitato da un calcolatore elettronico a programma registrato entrò in servizio negli SUA nel 1965. ◆ [ELT] T. cellulare: → cellulare.

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