TELEFONO

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1995)

TELEFONO

Paolo de Ferra

(XXXIII, p. 405; App. II, II, p. 959; III, II, p. 909; IV, III, p. 595)

A partire dagli anni Ottanta l'evoluzione della telefonia è stata caratterizzata da un'incalzante sequenza riguardante non solo gli sviluppi quantitativi del servizio ma anche i processi tecnologici, a loro volta portatori di profonde evoluzioni sia delle tecniche sia delle stesse architetture dei sistemi e delle reti. Inoltre si è assistito e si sta assistendo, soprattutto nei paesi più evoluti, a una progressiva mutazione degli assetti gestionali, con particolare riferimento sia all'abbattimento dei regimi di monopolio e all'apertura alla libera competizione, sia a una parallela maggiore sensibilità dei gestori del servizio alle svariate e mutevoli esigenze del mercato.

Sviluppi quantitativi. - Alla fine del 1993 la consistenza globale della telefonia era di 583 milioni di linee di abbonati tradizionali. Con una popolazione mondiale di 5,3 miliardi di abitanti, la densità telefonica era dell'11,1%, ossia di 11,1 linee d'abbonato ogni 100 abitanti. Va tuttavia notato che la densità telefonica è ben lontana dall'essere omogenea nel mondo: la tabella mette in evidenza le quattro aree più sviluppate (Europa occidentale, America Settentrionale, Giappone e Oceania) e le quattro meno sviluppate (Europa orientale, America latina, Asia e Africa) con le rispettive consistenze di linee d'abbonato, popolazione e densità. Risulta che alla fine del 1993 nelle prime quattro aree si trovava circa un sesto della popolazione mondiale, ma più di due terzi delle linee d'abbonato, con una densità media di 49 linee ogni 100 abitanti. Nelle seconde quattro aree la densità media era invece di 4,1 linee ogni 100 abitanti. L'Italia, con 24 milioni di linee d'abbonato e 57,8 milioni di abitanti, aveva una densità di 41 linee ogni 100 abitanti.

È ben giustificato chiamare ''ricche'' le quattro aree più sviluppate e di maggiore densità telefonica individuate sopra. In effetti, alla fine del 1993 la distribuzione nel mondo del PNL e del PNL pro capite era tale per cui esse producevano più di 3/4 del totale mondiale, con un prodotto medio pro capite di circa 20.000 ECU all'anno (circa 19.000 in Italia). Nel resto del mondo, invece, il prodotto medio era di poco superiore a 1000 ECU. Considerando il grado di sviluppo di paesi diversi si usa identificare quattro livelli: sottosviluppo, fase industriale, consumi di massa e fase postindustriale. Vari parametri aiutano a definire in quale livello è situato un certo paese in un certo momento. Fra questi, due parametri molto indicativi sono proprio quelli appena considerati: PNL pro capite e densità telefonica. Si usa indicare per ciascun parametro i valori che segnano a grandi linee i confini fra le diverse fasi di sviluppo. Per es., oggi s'indicano i valori rispettivamente di 2000, 6000 e 12.000 ECU per il prodotto pro capite, e di 7, 20 e 36 linee d'abbonato ogni 100 abitanti per la densità telefonica. Secondo tali parametri l'Italia nel suo complesso si trova nella fase postindustriale (ma non è così per tutti i parametri né, per i due parametri considerati, in tutte le regioni italiane).

Non è possibile dire se la densità telefonica dipenda dalla produttività o viceversa; ma un'evidente interrelazione fra i due parametri esiste. Su questa base vari governi, particolarmente nei paesi meno ricchi e principalmente con lo scopo di assicurare adeguate infrastrutture per lo sviluppo, considerano gli investimenti in telefonia come prioritari. In effetti, nelle aree meno sviluppate è maggiore il tasso d'incremento e anche l'incremento in valore assoluto: nel periodo 1990-93 il numero delle linee telefoniche è cresciuto di 42 milioni nelle aree meno sviluppate, a fronte di un incremento di 36 milioni nelle aree più sviluppate. Per la densità telefonica occorre però tenere conto anche degli incrementi demografici. Nel complesso, nel periodo 1990-93 la densità mondiale è passata dal 10,1% all'11,1%. Ma il dato globale corrisponde al passaggio dal 45,4% al 49,0% nelle aree più sviluppate, e al passaggio dal 3,3% al 4,1% in quelle meno sviluppate.

Evoluzione della rete telefonica. - Nello scorso ventennio l'evoluzione della rete telefonica si è svolta attraverso due fasi: la prima, a cavallo del 1980, di natura essenzialmente tecnica, e la seconda (dal 1985 al 1995) in cui si è affiancata la spinta del mercato verso nuove prestazioni e nuovi servizi. La prima fase è stata caratterizzata soprattutto dal definitivo prevalere delle tecnologie elettroniche numeriche su ogni altra tecnologia precedente e dalla loro progressiva penetrazione in tutte e quattro le funzioni della rete: le funzioni di trasmissione e di connessione (funzioni di collegamento) e le funzioni di comando e di segnalazione (funzioni logiche). Le funzioni di collegamento sono quelle il cui scopo è di stabilire, per ciascuna chiamata, un collegamento fisico fra la linea dell'abbonato chiamante (attestata alla centrale di origine) e la linea dell'abbonato chiamato (attestata alla centrale di destinazione) generalmente attraversando anche varie altre centrali intermedie (di transito). Le funzioni logiche hanno lo scopo di presiedere, per ciascuna chiamata, alla formazione e alla gestione del suddetto collegamento in base all'origine della chiamata, all'indirizzamento (il numero formato dal chiamante) e allo stato di occupazione dei circuiti nella rete.

Per quanto riguarda la funzione di trasmissione, l'evoluzione in tecnologia numerica è stata basata sulla ''quantizzazione'' dei segnali, vale a dire nella conversione di ogni segnale in forma di un flusso continuo di cifre binarie (o bit) e nel suo trasporto in tale forma all'altro estremo, dove il segnale di origine viene ricostruito. In tale contesto il flusso tipico per il segnale telefonico è di 64.000 bit/s. Di norma i diversi mezzi trasmissivi (cavi in rame, ponti radio, cavi in fibra ottica) sono in grado di trasmettere velocità multiple di tale flusso (dalle decine alle decine di migliaia di volte). In altre parole, ogni mezzo trasmissivo può ospitare dalle decine alle decine di migliaia di circuiti (ossia di comunicazioni contemporanee) in forma multiplata a divisione di tempo: per es., prima un bit del primo circuito, poi uno del secondo, e così via fino a un bit dell'ultimo circuito, e poi nuovamente un bit del primo circuito, e così via. A ciascun bit è assegnato un certo intervallo temporale in un ciclo che si ripete continuamente. Maggiore è la velocità (frequenza di cifra) trasmissibile dal mezzo, maggiore è il numero di circuiti fra cui può dividersi il ciclo (e quindi il costo del mezzo).

La funzione di connessione è tipicamente ''a commutazione di circuito''. In ciascuna delle centrali interessate, essa consiste nel connettere un circuito lato origine con un circuito lato destinazione. Nelle precedenti centrali elettromeccaniche tale funzione era realizzata per mezzo di contatti metallici. Con l'adozione delle tecniche trasmissive numeriche la medesima funzione deve essere realizzata in un modo molto diverso: essenzialmente, occorre far sì che i bit entranti in una centrale da un certo circuito, ossia in un certo intervallo temporale, escano dalla centrale verso un altro circuito, ossia in un altro intervallo temporale. La funzione di connessione consiste allora essenzialmente nel ''parcheggiare'' i bit in apposite memorie, fra l'intervallo temporale in cui entrano e quello in cui devono uscire. Le memorie consistono in componenti semiconduttori al silicio ad alta scala d'integrazione, ossia di miniaturizzazione (VLSI, Very Large Scale Integration). Come conseguenza ne deriva che una matrice di connessione fra centinaia di circuiti, che con le precedenti tecnologie avrebbe richiesto vari m3 di volume, può essere compattata in un unico componente di pochi mm di lato.

La funzione di comando è realizzata dagli organi logici delle centrali interessate e comprende varie funzioni componenti. Fra esse, il trattamento dei segnali logici scambiati da ogni centrale con i terminali d'abbonato e con le altre centrali, la scelta dell'istradamento (ossia la scelta del circuito economicamente più conveniente in uscita e della connessione interna alla centrale), il posizionamento degli organi di connessione secondo l'istradamento scelto, la tassazione e la documentazione delle chiamate, la diagnosi degli equipaggiamenti guasti, la loro esclusione o il reinserimento in rete, l'allarmistica, i rilevamenti statistici e così via. Mentre per circa un secolo tali funzioni erano state svolte da organi elettromeccanici (i relè), i sistemi di comando attuali sono basati sull'impiego di elaboratori di processo in tecnica elettronica numerica, di cui la prima generazione è stata sviluppata negli Stati Uniti fin dagli anni Sessanta. I primi sistemi di comando di tal genere erano caratterizzati da un grande elaboratore unico per ciascuna centrale, impiegato per tutte le funzioni logiche, comprese quelle più elementari, banali e ripetitive (per es., il rilevamento dell'inizio di una chiamata). Le numerosissime funzioni elementari lasciavano però poco tempo libero a questi elaboratori, le cui capacità di elaborazione erano del resto relativamente limitate: per conseguenza, la capacità delle prime centrali era di poche migliaia di abbonati. Negli anni Settanta l'evoluzione fu caratterizzata sia dall'aumento della potenza degli elaboratori ''grandi'', sia dalla nascita di piccoli elaboratori di basso costo, ai quali vennero affidate le funzioni di preelaborazione, ossia di svolgimento di tutte le funzioni elementari. La conseguenza è stata che le centrali hanno potuto raggiungere capacità di varie decine di migliaia di abbonati. Negli anni Ottanta la potenza degli elaboratori piccoli è cresciuta ulteriormente, tanto che varie case costruttrici hanno sviluppato sistemi fondati su elaboratori piccoli autonomi. In questi sistemi (chiamati ''modulari'') il comando di un modulo gestisce tutte le chiamate originate da (o dirette verso) gli abbonati, per es. in numero di 2000, di quel modulo. I moduli possono essere connessi fra loro sia direttamente (a due a due) sia, più frequentemente, attraverso nodi di transito intermedi. In genere, intorno a un nodo di transito gravitano numerosi moduli di centrale convenientemente distribuiti sul territorio, per capacità complessive dell'ordine dei 100.000 abbonati. Nella medesima area un elaboratore detto ''di servizio'' costituisce lo strumento intermediario fra gli impianti di centrale e il personale addetto, per tutte le funzioni di esercizio, amministrazione e manutenzione, tipicamente fuori tempo reale.

La funzione di segnalazione consiste nello scambio di segnali logici, sia fra i terminali di abbonato e le centrali, sia delle centrali fra loro. La segnalazione d'abbonato tradizionale è relativamente semplice e ha luogo sulla linea d'abbonato in forma di segnali elettrici in corrente continua o in corrente alternata, a frequenze basse per l'azionamento della suoneria o a frequenze foniche per segnali destinati all'utilizzatore (per es. per indicare se il numero chiamato è libero oppure occupato) o, più recentemente, anche per la selezione del numero da chiamare. La segnalazione fra centrali è più complessa e, fra centrali comandate da elaboratori, è oggi convenientemente svolta in forma di messaggi di tipo numerico (stringhe di bit) fra gli elaboratori stessi, su appositi circuiti chiamati canali (comuni) di segnalazione. L'introduzione di questo sistema di segnalazione ha generato la rapida diffusione di reti di segnalazione costituite appunto dai canali di segnalazione. Per costituire tali reti non è necessario che ogni centrale disponga di un canale di segnalazione verso ogni altra centrale con cui essa è collegata: è invece sufficiente che ciascuna centrale sia collegata con un apposito nodo di transito della segnalazione, nel quale i messaggi, in base al loro indirizzo, vengono smistati verso le rispettive centrali di destinazione. I nodi di transito della rete di segnalazione sono a loro volta interconnessi fra loro. Ciascun canale è in grado di trasportare messaggi di segnalazione relativi, orientativamente, a 1000 comunicazioni contemporanee.

Per quanto riguarda le modalità di penetrazione dei nuovi sistemi nella rete, per la funzione di trasmissione la convenienza economica dei mezzi numerici è iniziata negli anni Sessanta, limitatamente alle distanze medio/brevi e alle capacità relativamente basse. Successivamente la convenienza economica si è progressivamente estesa ai mezzi trasmissivi di capacità maggiore, e così pure alle centrali di transito e alle lunghe distanze, e ha raggiunto finalmente negli anni Ottanta le centrali terminali urbane, e così pure parte dei circuiti d'abbonato. Per conseguenza, la tendenza generale è verso la totale sostituzione degli impianti di ogni altra tecnologia con altri in tecnica numerica in ogni parte delle reti telefoniche.

Gli impianti di nuova fornitura vengono impiegati per l'allacciamento di nuovi abbonati, per l'aumento dei traffici, e così pure per la sostituzione degli impianti di tecnica precedente. L'introduzione in rete dei nuovi sistemi di trasmissione e di centrale ha luogo non in modo casuale ma in modo coordinato, per il fatto che viene costituita una nuova rete numerica ''sovrapposta'' e interconnessa rispetto alla rete precedente, e destinata a sostituirla progressivamente. Il termine distintivo della nuova rete è IDN (Integrated Digital Network), ossia rete numerica integrata (nelle tecniche di trasmissione e di connessione). Per le comunicazioni nell'ambito di tale rete il segnale telefonico viene codificato in forma numerica nella centrale di origine e trasportato a 64.000 bit/s fino alla centrale di destinazione, dove viene decodificato, ossia ricostruito nella forma analogica originaria. Va tuttavia sottolineato che in vari paesi, fra cui l'Italia, l'IDN è una rete nuova non soltanto sotto l'aspetto del collegamento ma anche sotto l'aspetto logico poiché, come si è detto, all'introduzione di mezzi di collegamento numerici si accompagna l'introduzione sia di elaboratori di processo come mezzi di comando, sia di sistemi di segnalazione a messaggi fra gli elaboratori di comando.

Per quanto riguarda la situazione in Italia, l'apparato manifatturiero è stato totalmente convertito alla produzione di sistemi numerici con elaboratori di comando fin dalla fine degli anni Ottanta. Come risultato, a fine 1994 i nuovi sistemi corrispondono al 50% del totale per le centrali terminali urbane e a quote largamente maggiori per i mezzi trasmissivi e per le centrali di transito. All'estero, in alcuni paesi fra i più avanzati la conversione della rete è ormai già completata, mentre in numerosi altri paesi tale processo è appena all'inizio.

Gestione delle telecomunicazioni ed evoluzione della società. - Il servizio di cui si è fin qui trattato è oggi comunemente definito come ''telefonia di base'', chiamata anche con l'acronimo inglese POTS (Plain and Ordinary Telephone Service). È abbastanza frequente sentir dire che, mentre in passato l'evoluzione di questo servizio era guidata dall'evoluzione tecnologica, a partire dall'ultimo decennio l'evoluzione delle telecomunicazioni (telefonia compresa) è stata guidata dal mercato (v. anche telecomunicazioni, in questa Appendice). L'affermazione è imprecisa, ma dà l'idea del processo che è alla base dell'attuale fase evolutiva della società. Fino a poco tempo fa la telefonia è stata considerata dai governi come un monopolio naturale, da affidare in gestione a organismi regolamentati, senza concorrenti sul proprio territorio. Il compito fondamentale di ogni ente di gestione doveva essere, coerentemente, quello di mettere a disposizione del paese il migliore servizio telefonico possibile, compatibilmente con tariffe esse pure regolamentate. Modalità e compiti analoghi furono applicati anche ad altri e diversi servizi ed enti gestori di telecomunicazioni, come la diffusione audio e video via etere.

In tale quadro esiste però il rischio che, a lungo andare, nuove esigenze di telecomunicazione possano essere trascurate o sottostimate, e comunque inadeguatamente servite. Il casus belli resosi evidente nei paesi più evoluti, e in particolare negli Stati Uniti già negli anni Settanta, fu quello delle numerosissime applicazioni d'informatica distribuita, le cui necessità di telecomunicazione possono in certi casi essere convenientemente soddisfatte dalle reti telefoniche esistenti, mentre in altri casi si richiedono reti ben diversamente impostate. L'alternativa era se attribuire ogni servizio di telecomunicazione agli enti gestori della telefonia, oppure no. Si contrapponevano da un lato le possibili economie derivanti dalla condivisione di risorse da parte di un gestore unico, che prima o poi si sarebbe provvisto di una moderna rete IDN con tutte le sue capacità potenziali non solo per la telefonia ma anche per altri servizi, e comunque ben motivato e collaudato per un servizio consolidato e maturo come quello telefonico; e dall'altro lato le difficoltà che un simile gestore avrebbe incontrato a fronte delle molteplici, variegate e sempre nuove esigenze delle applicazioni informatiche. Apparve allora evidente che la telefonia e l'informatica costituivano, almeno a quel tempo, due mondi profondamente diversi: da un lato un mondo della telefonia incentrato sulla regolamentazione, sull'accurata definizione degli standard per l'interconnessione fra sistemi diversi e sulla lenta evoluzione delle prestazioni, offerte da un ente che si voleva monopolista nell'interesse dell'intera comunità nazionale; dall'altro lato un mondo dell'informatica incentrato sul liberalismo, sulla proliferazione di standard ''di marca'', sulla rapida evoluzione di prestazioni offerte ai diversi clienti da una molteplicità di fornitori in competizione fra loro. Ciò rendeva inevitabile uno scontro fra domanda e offerta. La domanda proveniva dal mondo produttivo, animato da interessi propri e bisognoso di applicazioni d'informatica distribuita per risolvere pragmaticamente problemi presenti. L'offerta proveniva da gestori monopolisti, orientati alla difesa di interessi collettivi e in costante ricerca di soluzioni ideali anche se elaborate con una certa lentezza. Fra le aree di scontro non era da trascurare l'aspetto tariffario, che vedeva la domanda orientata a una stretta correlazione fra costi e tariffe, e l'offerta tradizionalmente orientata verso tariffe politiche rivolte a sussidiare l'acquisizione di nuova utenza telefonica ''abitazione'' attraverso maggiori introiti sul traffico a lunga distanza, tipico dell'utenza ''affari''.

Negli Stati Uniti, in particolare, il mondo imprenditoriale si rese conto non solo che la tecnica era potenzialmente in grado di fornire soluzioni adeguate alle sue necessità (per es. reti informatiche private via satellite), ma anche che spesso queste soluzioni, pur essendo intrinsecamente più costose rispetto a reti pubbliche a risorse condivise, risultavano tuttavia convenienti nel confronto con le tariffe praticate dal gestore telefonico, il Bell System. Nel contempo apparve sempre più chiaro agli organismi di governo che la chiave di una nuova evoluzione e prosperità di quel paese stava proprio nell'allestimento di efficienti sistemi di accesso all'informazione, condizione prima per lo sviluppo di una nuova economia di servizi avanzati, per l'evoluzione dell'imprenditoria e in definitiva per promuovere una potente sinergia fra industria, servizi e mercati. La conclusione della vicenda fu che a metà degli anni Ottanta il colosso Bell System venne smembrato. Le società telefoniche locali furono separate sia dalle attività manifatturiere sia dalle attività di trasporto del traffico a lunga distanza. Il traffico a lunga distanza fu posto in regime di competizione, e le società locali furono obbligate a dare con le proprie reti eguale accesso a tutte le società in concorrenza fra loro. Inoltre si consentì di ''saltare'' le società locali per l'accesso fra il posto di utente e il punto di vendita dei servizi a lunga distanza. Una delle conseguenze fu che le tariffe a lunga distanza diminuirono, e per compenso aumentarono quelle locali. Venne aperta alla libera competizione la fornitura dei servizi telematici ''a valore aggiunto''. Il mondo imprenditoriale poté così incominciare a disporre di una molteplicità di reti e servizi adatti alle proprie disparate e sempre nuove esigenze. Inoltre, poterono progressivamente entrare nella competizione, oltre alle società di produzione e di gestione di sistemi di telecomunicazioni, società d'informatica, per servizi a valore aggiunto, per servizi via satellite, per servizi radiomobili, per la produzione e per la diffusione di programmi televisivi via etere e via cavo, e così via. Recentemente, sempre negli Stati Uniti, è stato consentito alle società telefoniche locali di fornire attraverso le proprie reti anche servizi di diffusione di programmi televisivi, e allo stesso tempo si è consentito alle società di diffusione di programmi televisivi via cavo di fornire attraverso i propri cavi anche il servizio telefonico tradizionale.

L'esempio statunitense è stato seguito con tempi diversi nei vari paesi e continenti. Fra i primi, il Giappone ha messo in atto fin dal 1985 una sequenza di provvedimenti per cui, in un paese con circa il 20% in più di superficie e circa il doppio di abitanti rispetto all'Italia, esistevano a marzo 1994, accanto ai due gestori pubblici nazionale e internazionale (di cui è in corso la progressiva privatizzazione), altri 3 gestori nazionali a lunga distanza, 10 gestori per l'offerta di servizi su base regionale, 2 gestori internazionali, 2 operatori via satellite, 67 operatori radiomobili e oltre 1500 gestori di servizi, prevalentemente a valore aggiunto, attraverso circuiti noleggiati presso i gestori precedentemente indicati.

L'Europa comunitaria nel suo complesso si muove con cadenza più lenta, ma nel medesimo verso. Da un lato gli enti di gestione delle telecomunicazioni precedentemente in mano pubblica vengono progressivamente privatizzati; dall'altro lato si svolge un parallelo processo di liberalizzazione. Nel 1988 sono state liberalizzate per prime le apparecchiature terminali: apparecchi telefonici, fax, segreterie telefoniche, terminali di telematica compresi i PC collegati in rete, stazioni per comunicazioni via satellite, e così via. Successivamente sono stati liberalizzati i sistemi, le reti e i servizi per ogni forma di telecomunicazione, esclusa per ora solo la telefonia vocale, il cui monopolio dovrà tuttavia cessare nel 1998. Va peraltro considerato che l'effettiva liberalizzazione sta procedendo a macchia di leopardo nei diversi paesi, in alcuni dei quali sono ancora da superare remore locali dovute per es. a ritardi di aggiornamento di regolamentazioni precedenti o di ridefinizione delle tariffe, mentre in altri paesi ogni ostacolo in tal senso è stato ormai superato.

Ulteriori evoluzioni delle reti e dei servizi. - Fino a pochi anni or sono era prevista una rete separata per ciascuno dei pochi servizi esistenti. Esistevano quindi separazioni, innanzitutto concettuali, tra le varie reti: telegrafica, telex, telefonica, per dati a commutazione di circuito, per dati a commutazione di pacchetto, e così via. Nel quadro di liberalizzazione e di ri-regolamentazione appena esposto, il fondamento degli attuali sviluppi è, invece, la caduta di ogni separazione ''di principio'' fra i diversi servizi. La linea di tendenza è, perciò, verso la costituzione di reti cosiddette integrate, ossia comuni a più servizi. Un primo esempio è costituito da una semplice evoluzione dell'IDN già descritta, ossia della rete telefonica capillare in corso di avanzata introduzione nel mondo.

Si è già detto che per le comunicazioni nell'ambito dell'IDN il segnale telefonico analogico proveniente dalla linea d'utente viene codificato in forma numerica nella centrale di origine e trasportato a 64.000 bit/s fino alla centrale di destinazione, dove viene decodificato alla forma analogica. Su questa base, è sufficiente effettuare le funzioni di codifica e decodifica presso il terminale d'utente e impiegare linee d'abbonato numeriche, affinché la rete possa trasportare non solo segnali telefonici ma, indifferentemente, qualunque tipo di segnale per qualunque servizio originato dai terminali d'utente purché in forma numerica a 64.000 bit/s o suoi multipli. Questo è un primo esempio di rete integrata, e in effetti una rete IDN con linee d'abbonato numeriche prende il nome di ISDN (Integrated Services Digital Network). Essa può servire convenientemente applicazioni anche molto diverse rispetto alla telefonia: dalle comunicazioni musicali a vaste categorie di comunicazioni di dati, al facsimile veloce e alla videotelefonia. Sono normalizzati due tipi di collegamento d'utente: l'accesso base a 2 × 64.000 bit/s (per abbonati singoli) e l'accesso primario a 30 × 64.000 bit/s (per l'allacciamento di centralini privati). Esistono ancora difficoltà oggettive all'impiego degli accessi ISDN nei paesi dove l'IDN non ha ancora raggiunto ogni centrale del paese e finché il numero degli utilizzatori ISDN non è opportunamente cresciuto. Tuttavia, nell'Europa occidentale a metà 1994 il numero degli accessi base superava già i 600.000 e quello degli accessi primari era di quasi 50.000. Inoltre, sotto l'aspetto logico, essendo le nuove reti IDN o ISDN dotate di elaboratori di comando e di una segnalazione evoluta, esse, rispetto al POTS, consentono di offrire numerosi nuovi servizi supplementari conosciuti internazionalmente con la sigla CLASS (Custom Local Area Signalling Service). Un esempio di tali servizi è l'informazione al chiamato su qual è il numero che lo sta chiamando. Altri esempi sono la possibilità di far inoltrare automaticamente le chiamate dirette a un numero verso un altro numero, o la possibilità di far ripetere automaticamente alla rete una chiamata verso un numero trovato occupato, nel momento in cui quest'ultimo si rende nuovamente libero.

In generale, negli attuali sviluppi dei sistemi di telecomunicazione si possono individuare tre linee di tendenza per il futuro.

La prima linea di tendenza mira alla mobilità, di cui si distinguono oggi tre tipi: mobilità personale, di accesso e del terminale. La mobilità personale è un servizio non ancora in atto, che verrà reso possibile con l'impiego di terminazioni di rete in grado di riconoscere l'utilizzatore, per es. attraverso l'inserimento di una scheda personale nell'apparato terminale. In tal caso tutte le chiamate fatte da quel terminale vengono addebitate a quell'utilizzatore, e tutte le chiamate a lui dirette vengono istradate dalla rete verso quel terminale. La mobilità di accesso è invece caratterizzata dal collegamento radio fra apparato terminale e terminazione di rete. I suoi vantaggi possono consistere per es. nel non dover rifare i cablaggi negli uffici quando ci sono traslochi interni o, sempre in un ufficio, nel non dover trasferire le chiamate da una stanza a un'altra quando il titolare si muove o, più in generale, di consentire una mobilità limitata (e a piccola velocità) come nei t. senza fili di uso domestico, i cosiddetti cordless. Infine, la mobilità del terminale è quella tipica dei sistemi radiomobili, che consentono comunicazioni con terminali in movimento anche a grande velocità. I servizi radiomobili esistono dal tempo di G. Marconi, ma solo recentemente sono diventati di uso comune. Ancora nel 1980 il numero dei terminali radiomobili in tutta Europa era limitato a poche migliaia. Lo sviluppo del servizio era frenato principalmente dalla grande estensione delle aree di copertura delle stazioni radio base di allora e conseguentemente da problemi di mancanza di banda, poiché il traffico nell'ambito di ciascun'area è limitato dalla banda disponibile in quell'area. Il servizio doveva allora essere per pochi, con equipaggiamenti ingombranti (buona parte del portabagagli di un'automobile), costosi e con inconvenienti per le comunicazioni in corso nei casi di passaggio del mobile da un'area a un'altra. Essenzialmente, la soluzione dei problemi ebbe luogo con la divisione del territorio in piccole celle, allocate in modo tale da consentire il riuso delle medesime frequenze in numerose celle ma evitando mutue interferenze tra una cella e l'altra. Sotto l'aspetto logico si rese necessaria una serie di provvedimenti, sia per istradare le chiamate dirette al mobile verso la cella in cui il mobile si trova in quel momento, sia per cambiare il canale ed eventualmente l'istradamento nei casi (molto più frequenti, per la piccolezza delle celle) di passaggio del mobile da una cella a un'altra. Ma tutto ciò è ora tecnicamente possibile con l'uso di elaboratori di comando e della segnalazione a messaggi fra gli elaboratori stessi. Il successo delle nuove soluzioni via radio è grandissimo: per es. in Italia nel 1994 il numero degli abbonati alla telefonia radiomobile è passato da 1,2 milioni a oltre 2,2 milioni, con un tasso d'incremento che sfiora il 100% annuo. Un'indagine relativamente recente prospetta uno scenario in cui per il 2000 si raddoppieranno i circa 500 milioni di collegamenti telefonici che esistevano nel mondo nel 1993, realizzando gran parte degli incrementi attraverso terminali via radio. Anche se tale scenario non risultasse interamente realizzato, si può senz'altro affermare che le considerazioni sui futuri sviluppi quantitativi della telefonia tradizionale, che sono state riportate all'inizio di questa voce, devono essere integrate con ulteriori considerazioni relative al futuro della telefonia via radio o, meglio, dell'ISDN via radio (v. anche radiocomunicazioni, in questa Appendice).

La seconda linea di tendenza, relativa alle logiche di comando, è verso l'aumento della flessibilità delle prestazioni in rapporto alle esigenze dei singoli clienti. Considerando per es. una rete IDN o ISDN, il modo tipico d'introdurre in essa tale carattere di flessibilità, detta anche intelligenza di rete, è quello d'inserire un particolare programma (un rilascio software) nelle centrali della rete, in modo da rendere flessibili le funzioni d'istradamento e di tassazione. Mentre normalmente tutte le centrali della rete contengono in sé istruzioni sufficienti a svolgere autonomamente (ma rigidamente) tali funzioni, essenzialmente in base all'origine della chiamata e al numero formato, questo particolare programma ordina alla logica di comando di sospendere tali funzioni e di subordinarle a istruzioni provenienti da basi dati esterne alla centrale. Verso queste basi dati vengono inviati (ovviamente in tempi brevissimi) i dati relativi all'origine e al numero formato, e da esse arrivano le istruzioni sul numero ''vero'', ossia sulla destinazione verso cui istradare la chiamata e sulla tariffa da applicare. Un esempio già attuale di servizio di rete intelligente è il cosiddetto ''numero verde'', caratterizzato in Italia dalla numerazione 167abcdef, dove le ultime sei cifre corrispondono al numero in elenco dell'abbonato a tale servizio. In genere le chiamate di questo tipo sono tassate al chiamato, e le istruzioni sulla destinazione, contenute nella base dati, possono variare a seconda dell'origine, del giorno e dell'ora, e (ciò che più conta per la flessibilità) possono essere modificate a discrezione dell'abbonato al servizio. L'intelligenza di rete può dar luogo a un'ampia serie di prestazioni non ancora del tutto esplorate. Un esempio attuale è l'istradamento delle chiamate verso il mobile nelle reti radiomobili. Un altro esempio è fornito dalle cosiddette reti private ''virtuali'' fra centralini dello stesso titolare, formate non con mezzi esclusivi per ciascuna rete ma attraverso mezzi della rete pubblica con struttura, dimensionamento e caratteristiche (per es. di qualità) a discrezione del titolare della rete privata. Un esempio futuro è la mobilità personale già descritta. Va notato che, in conseguenza dell'aumento dei contenuti negli scambi d'informazione fra l'utilizzatore e la rete, lo sviluppo dell'intelligenza di rete porterà probabilmente a profonde modifiche dello stesso apparato telefonico che dovrà essere provvisto, fra l'altro, di un visore.

La terza linea di tendenza va verso una maggiore larghezza di banda e parallelamente verso un modo ''universale'' con cui trasportare attraverso la rete ogni tipo d'informazione. In effetti, tutte le considerazioni finora esposte in tema d'integrazione erano ancorate alla telefonia, anche se nel caso dell'ISDN si era messa in evidenza la possibilità di allocare in essa anche altri servizi. Ma la soluzione ISDN è pur sempre fondata sulla telefonia e non è la più adatta all'integrazione di qualunque servizio. Bastano al riguardo due considerazioni. La prima si riferisce alle limitazioni di banda di una rete telefonica nei confronti di segnali ad alta velocità. In particolare, una rete ISDN adatta a produrre comunicazioni a 64.000 bit/s non è adatta per i segnali televisivi, la cui frequenza di cifra è superiore di cento volte e oltre. La seconda considerazione si riferisce al modo di trasporto del segnale: quello che è il modo più conveniente per la telefonia (l'attribuzione di un circuito bidirezionale per tutta la durata della comunicazione) non è il modo più conveniente per un'ampia parte delle transazioni telematiche, che chiedono invece il trasporto a ''blocchi'', da immettere nella rete quando c'è informazione da trasmettere. I casi di questo genere sono vari, e vanno dai dati a pacchetto alla trasmissione di una diapositiva (per cui può essere richiesto il trasporto di milioni di bit in frazioni di secondo), al trasporto dei segnali a banda variabile originati da un posto di lavoro multimediale (workstation) e caratterizzati da una richiesta di banda estremamente variabile nel tempo, da pochi bit a milioni di bit al secondo.

In tale quadro, per affetto della spinta del mercato e grazie alle possibilità offerte dall'evoluzione, le prospettive per il futuro dei sistemi di telecomunicazione nelle tre direttrici di sviluppo appena indicate sono a grandi linee le seguenti.

Per la mobilità, gli attuali sistemi radiomobili nei paesi più evoluti già offrono i tre tipi di mobilità indicati, ma in misure diverse, e sono caratterizzati dalla reciproca incompatibilità sia nell'ambito di un paese sia fra paesi diversi. Esistono altri sistemi via radio (anche questi incompatibili) per diverse applicazioni: essi vanno dai sistemi di radioavviso (teledrin) ai sistemi senza cordone su aree estese (come il DECT), ai sistemi per dati, a quelli via satellite. Su tali basi, l'obiettivo è di raggiungere uno scenario più uniforme e più integrato, nel quale un'unica rete (UMTS, Universal Mobile Telecommunications System) sia in grado di offrire servizi differenziati a seconda delle esigenze dell'utilizzatore. L'universalità dovrebbe riferirsi sia all'interfaccia radio, sia ai servizi offerti, sia alla diffusione mondiale dello stesso sistema.

Per quanto riguarda l'intelligenza della rete, è prevedibile che la richiesta del mercato e l'evoluzione dei sistemi porti a una quantità di nuove applicazioni. In particolare è previsto che le prestazioni di mobilità personale abbiano una vastissima diffusione nel mondo, ed è perciò attesa l'introduzione generalizzata di tali prestazioni secondo un sistema chiamato UPT (Universal Personal Telecommunications), comprensivo delle prestazioni del già citato sistema mobile UMTS. Parallelamente è attesa l'introduzione in servizio di blocchi funzionali da attivare di volta in volta a richiesta dell'utilizzatore. In tal modo una nuova ''ingegneria dei servizi'' sarà messa a disposizione dell'utilizzatore, dandogli la possibilità di crearsi di volta in volta i servizi personalizzati occorrenti. Un esempio semplice di servizio personalizzato è il seguente: se una chiamata proviene da una certa origine e non c'è risposta dopo 20 s, la chiamata viene reinstradata verso un altro determinato numero (dove la definizione dell'origine, del tempo di attesa e della destinazione è a disposizione del titolare del servizio). Con l'aumento delle capacità di elaborazione e con l'integrazione di più servizi nella stessa rete i blocchi funzionali possono diventare alquanto complessi: per es., nel caso di un testo, pervenuto dopo una certa ora da una certa origine, che può essere inoltrato verso un certo terminale vocale mobile attraverso un lettore di testi con voce sintetica. Applicazioni ancora più complesse previste per un non lontano futuro possono implicare il riconoscimento del parlato e del parlante, e la traduzione delle lingue in tempo reale. Con l'aumento della larghezza di banda consentito dai nuovi sistemi in corso di sviluppo e di sperimentazione è prevedibile una quantità di ulteriori applicazioni, fra cui per es. la trasmissione della realtà virtuale.

Infine, la terza direttrice di sviluppo dei nuovi sistemi, orientata a far sì che la futura rete sia integrata per segnali di ogni tipo e di ogni banda, non è certamente la meno importante. A questo riguardo è possibile tracciare nelle grandi linee le diverse esigenze che caratterizzano, a un estremo la classe ''affari'' dei grandi enti e delle grandi aziende, e all'altro estremo la folta categoria degli utilizzatori ''abitazione''. Per i grandi utilizzatori ''affari'' è chiaro che la progressiva informatizzazione della società sta rendendo sempre più necessario per la loro stessa competitività l'allacciamento a reti adatte al trasporto di qualunque tipo di segnale, sia esso a banda stretta oppure larga o a banda variabile. L'indirizzo evolutivo è ormai ben definito, e le sue linee fondamentali consistono nell'impiego generalizzato delle fibre ottiche e nell'introduzione del modo di trasporto asincrono chiamato ATM (Asynchronous Transfer Mode). Da un lato le fibre si sono dimostrate ormai come il mezzo di maggiore capacità e convenienza e con il minore tasso di errore rispetto a ogni altro, a tutti i livelli della rete di giunzione (e i collegamenti dei grandi utilizzatori corrispondono a questa rete). Dall'altro lato, per il trasporto del segnale, commutazione compresa, il modo ATM si manifesta come quello di elezione per la sua capacità di allocare, in una trama fatta di blocchi ad altissima frequenza di cifra, segnali sia a bassa velocità (con blocchi poco frequenti), sia ad alta velocità (con blocchi più frequenti), sia a velocità variabile (con blocchi trasportati senza una frequenza prefissata). Esempi di sistemi cosiffatti sono già attivi anche in Italia, seppure non ancora in servizio commerciale. Per quanto riguarda la categoria ''abitazione'', il collo di bottiglia è costituito dai limiti del doppino in rame, che finora si è dimostrato come il più conveniente (per la telefonia) e che attualmente costituisce una cospicua quota del parco di impianti dei gestori della telefonia, che difficilmente possono rinunciare a sfruttarlo. Per conseguenza non esiste un orientamento universalmente diffuso. A un estremo, tenuto conto che nel breve termine la richiesta di banda larga si limiterà per questi utilizzatori al segnale televisivo (in particolare al video-on-demand), si propone l'orientamento verso l'utilizzazione del rame integrando nei doppini esistenti, oltre ai servizi dell'ISDN, anche il segnale televisivo (unidirezionale). All'altro estremo si propone l'orientamento verso l'estensione generalizzata delle fibre e del modo asincrono entro soli dieci anni. È evidente quanto grande sia l'onere finanziario correlato a tale orientamento, ma i suoi fautori ne sostengono la validità con considerazioni relative ai vantaggi dell'investimento, perché con tale investimento è consentita in anticipo l'informatizzazione capillare (comunque destinata a diffondersi), e così pure viene realizzato in anticipo un ambiente socialmente avanzato (telelavoro, teledidattica, telediagnosi, teleassistenza agli anziani, teleacquisti, ecc.), con vantaggi di competitività per le aziende e di benessere per la popolazione. Sembra comunque che, prima o poi, un orientamento in questo senso dovrà prevalere, e certamente in quel momento il t. costituirà, fra i servizi di telecomunicazione, una voce minore.

Bibl.: Quadro di riferimento della ricerca nel campo delle telecomunicazioni, a cura di M. Muccini, Roma 1991; La tecnica ATM nelle reti ad alta velocità, a cura di S. Giorcelli, ivi 1991; Les télécommunications, ii: Les infrastructures et les services de base, a cura di F. du Castel, Parigi 1993; La rete di distribuzione per telecomunicazioni, a cura di A. Luvison e F. Tosco, Roma 1993; La tecnologia della informazione in Italia - Rapporto 1994, cap. 7: Il mercato delle telecomunicazioni, a cura di F. Leonelli, ivi 1994; Comitato scientifico CSELT, Il futuro della radio, ivi 1994.

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