TELESCRIVENTE

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

TELESCRIVENTE

Ettore AGOSTI

. Le macchine t. (v. telegrafo: Telestampanti aritmici; XXXIII, p. 427; App. I, p. 1046) hanno avuto nell'ultimo decennio una diffusione notevole nel servizio telegrafico sia pubblico, nel quale ora sostituiscono quasi completamente i precedenti tipi di apparati telegrafici, sia privato (v. telex, in questa App.). Esse costituiscono inoltre uno degli elementi basilari delle moderne tecniche di elaborazione dei dati, di automazione degli impianti industriali, di sviluppo del calcolo.

La tendenza di tutti i prodotti elettromeccanici moderni a un costante aumento della sicurezza d'esercizio, non disgiunta da un giusto controllo dei costi di produzione, ha portato alla costruzione, in questi ultimi anni, di macchine che differiscono notevolmente da quelle in uso nell'immediato dopoguerra sia per la semplificazione meccanica sia per la diminuzione del peso e dell'ingombro.

Le caratteristiche di funzionamento non hanno naturalmente subìto cambiamenti, se non altro per la necessità di far funzionare le nuove macchine in collegamento con le precedenti. Sono quindi rimasti inalterati sia il codice a 5 impulsi sia la velocità di trasmissíonte di 50 baud che corrisponde, nel sistema asincrono a 7 impulsi (5 di codice di 20 msec ciascuno, più uno d'inizio della stessa durata ed uno di fine, lungo 20 o 30 msec), a una durata di trasmissione di 140 oppure 150 msec per ogni lettera o, come più comunemente si indica, di 70 oppure 66 parole al minuto. La lunghezza della parola telegrafica è fissata internazionalmente in sei segni che corrispondono a una parola di 5 caratteri più uno spazio. Nelle moderne t., con l'alleggerimento degli organi mobili si possono però ottenere facilmente velocità di 75 e anche di 100 parole al minuto, le quali, se per ora non possono essere impiegate nel campo telegrafico, trovano però applicazione negli impianti privati e nell'elaborazione dei dati. Velocità di trasmissione maggiori, fino a 200 e più parole al minuto, si ottengono nelle t. a zona, nelle quali non esiste la necessità di far tornare a capo il carrello.

Per quanto concerne le caratteristiche elettriche, le t. moderne, alle velocità di trasmissione tradizionali di 66 ÷ 70 parole al minuto, funzionano regolarmente con margini di sicurezza superiori al 40% ed anche alle velocità più elevate si mantengono intorno al 35%. L'esercizio può avvenire sia in corrente semplice (impulsi ottenuti per interruzione della corrente) sia in corrente doppia (impulsi ottenuti per scambio di polarità) sia con altri tipi d'impianto derivati da questo secondo sistema (esercizio in controtensione, in duplice, in semiduplice, in polarenziale).

Nel sistema a corrente semplice la presenza, con le macchine a riposo, di una corrente di tenuta, impedisce che le correnti disturbatrici generate per induzione sulla linea provochino l'avviamento delle macchine; si ha però consumo di energia anche quando gli apparati non sono in operazione. Il valore della corrente necessaria per un regolare funzionamento è di circa 40 mA. Il sistema a corrente doppia non consuma energia durante i periodi d'inattività e nell'intervallo fra due segnali successivi; risulta però più sensibile alle perturbazioni induttive e parassitarie; la corrente di funzionamento è di circa 20 mA.

I motori elettrici che azionano le t. sono sincroni quando nella rete di distribuzione dell'energia elettrica la frequenza è mantenuta rigidamente costante, sono invece del tipo a collettore negli altri casi. Per questi ultimi la costanza di velocità è assicurata da un regolatore centrifugo, che inserisce o toglie una resistenza nel circuito di alimentazione; un tachimetro a lamelle consente di controllare in ogni momento la velocità. Tanto i circuiti telegrafici quanto quelli del motore sono schermati con appositi filtri che evitano i disturbi alle trasmissioni radio.

Nelle t. a foglio si è decisamente affermata la tendenza a tener ferma la carta e render mobile l'organo scrivente, al contrario di ciò che avviene nelle macchine per scrivere. Con questa inversione dei movimenti si ottengono i seguenti vantaggi principali: invece di spostare per tutta la lunghezza della linea scritta il pesante carrello porta-carta, con il suo carico parziale o totale del rullo di alimentazione, si fa muovere l'organo scrivente, che è notevolmente più leggero; il movimento della carta, ridotto al solo avanzamento al termine di ogni riga, risulta molto semplificato e può essere meglio assicurata la precisione della scrittura nella compilazione di più copie di formularî o stampati; l'alimentazione della macchina con rulli di carta o pacchi di stampati, di dimensioni e peso rilevanti, non presenta più inconvenienti; la lettura durante la trasmissione è resa più facile; le dimensioni della macchina e dello spazio libero intorno ad essa vengono diminuiti; la macchina risulta più silenziosa.

Costruttivamente si hanno tre tipi fondamentali di organi scriventi mobili: a) il cestello di martelletti, analogo a quello delle macchine per scrivere, comandato con il sistema classico delle "barre di codice"; b) la ruota-tipi, trasformata nella maggior parte dei casi in un cilindro sul quale i caratteri sono disposti in quattro o più anelli; c) la piastrina porta caratteri mobili. Appartengono al primo tipo, per es., la t. Olivetti T2SN (fig. 1) e la t. Siemens mod. 100; la selezione dei martelletti sul cestello mobile può avvenire o montando sul cestello stesso le barre di codice, che assumono forma arcuata e vengono fatte ruotare da barrette trasversali mobili verticalmente (Siemens), oppure unendo a ogni martelletto una piastrina di codice e riducendo le barre a semplici lamine oscillanti (Olivetti). Caratteristica del secondo tipo può ritenersi la t. Creed 75 (fig. 2), nella quale il cilindro scrivente è dotato di quattro movimenti: sollevamento, rotazione, battuta e avanzamento o ritorno lungo la linea di scrittura. Questo organo scrivente risulta notevolmente più leggero dei precedenti e consente quindi più elevata velocità di scrittura; è invece più complesso il gruppo di selezione e comando del cilindro. Il terzo tipo di scrittura è rappresentato dalla t. Teletype mod. 28 (fig. 3), nella quale i caratteri mobili, analoghi a quelli tipografici, sono fissati per mezzo di molle a una piastrina, in quattro file orizzontali. La piastrina viene spostata mediante due movimenti ortogonali in modo da portare in posizione di battuta il carattere selezionato, che viene quindi colpito da un martelletto; dopo ogni operazione la piastrina torna in posizione di riposo, al di sotto della linea scritta, onde agevolare la lettura di questa. In questi due ultimi tipi di macchine l'organo scrivente può essere sostituito con molta facilità e si possono quindi ottenere testi stampati con caratteri diversi.

Il codice a cinque impulsi adottato per le t. consente 25 = 32 combinazioni distinte (fig. 4); per trasmettere un maggior numero di segni, 26 combinazioni sono state utilizzate tanto per una lettera quanto per una cifra o segno d'interpunzione, mentre le rimanenti 6 sono state destinate al comando delle varie operazioni che la macchina deve eseguire. Due di questi comandi, denominati scambio lettere e scambio cifre, servono appunto a scegliere quale dei due segni corrispondenti alla combinazione inviata debba essere stampato. Naturalmente non è necessario azionare lo scambio prima di ogni lettera; quando riceve un comando di scambio, la macchina lo registra in forma permanente e continua a stampare lettere o cifre fino all'invio del comando diverso. Le residue combinazioni servono al comando della spaziatura fra due parole, al ritorno a capo del carrello ed all'avanzamento della carta o interlinea; per convenzione internazionale la 32ª combinazione non viene usata.

La tastiera delle t. è derivata da quella delle macchine per scrivere, di cui, per quanto possibile, dovrebbe conservare la disposizione dei caratteri. Varie esigenze d'impiego e preoccupazioni per la sicurezza del servizio hanno fatto sorgere una notevole quantità di realizzazioni pratiche che possono venir raggruppate in due tipi fondamentali: tastiere a 3 file (per es. fig. 2) e tastiere a 4 file (per es. fig. 1). Nelle prime ogni tasto corrisponde ad una combinazione di codice e porta l'indicazione dei due caratteri (lettera e cifra) ad essa assegnati; si hanno così 26 tasti di scrittura oltre a quelli dei comandi. Nelle tastiere a 4 file si ha un tasto per ogni lettera e uno per ogni cifra, cioè 52 tasti, più i comandi; questa tastiera consente durante la trasmissione delle "lettere" di bloccare i tasti delle "cifre" e viceversa; l'apparecchiatura risulta un po' più complessa ma consente di evitare errori.

Per esigenze particolari vengono costruite macchine in cui ad ogni combinazione di codice corrispondono tre segni, ad es. lettere maiuscole, minuscole e cifre oppure lettere latine, greche e cifre. In queste telescriventi dette a triplo scambio la stampa della terza serie di segni si ottiene o inviando in linea la 32ª combinazione oppure trasmettendo prima "cifre" e poi un segnale non usato per le cifre (per es. la H).

Oltre ai cinque servizî sopra elencati ed all'eventuale "triplo scambio", la t. viene normalmente predisposta per eseguire particolari operazioni al ricevimento di determinati codici. Così, ad es., le combinazioni di codice delle lettere D e T non utilizzate nel campo delle cifre servono a selezionare i due servizî della risposta automatica e del campanello. Il primo di questi è un dispositivo sul quale può essere impostato il nominativo dell'utente o qualsiasi combinazione di segni desiderata; costruttivamente è realizzato mediante un tamburo sul quale sono infisse delle laminette di codice intercambiabili, ciascuna delle quali porta la combinazione di codice corrispondente ad una lettera o ad una cifra del nominativo. Il tamburo ha la capacità di 21 segni e viene messo in rotazione nella macchina lontana premendo il tasto chi è? e nella macchina locale azionando il tasto chi sono? Questo dispositivo ha notevole importanza negli impianti di commutazione automatica per assicurare all'utente chiamante che la comunicazione è effettivamente stabilita con l'utente richiesto. La trasmissione di un testo telescritto non richiede la presenza di un operatore alla macchina ricevente; quando il richiedente lo ritenga necessario può richiamare l'attenzione del ricevente azionando il "campanello". Possono infine essere applicati alle t., come dispositivi accessorî, il contabattute per il computo del traffico svolto ed il nastro bicolore che permette d'individuare immediatamente su un telescritto le comunicazioni in partenza, che sono stampate in rosso, da quelle in arrivo, scritte in nero.

L'applicazione delle t. all'elaborazione dei dati ed all'alimentazione dei calcolatori elettronici richiede l'introduzione di nuovi servizî quali, per es., la tabulazione orizzontale e verticale, l'inserzione ed il distacco del perforatore comandati a distanza, l'uso del bicolore a comando invece che automatico, ecc. Per sopperire a queste esigenze nelle macchine moderne sono stati introdotti dispositivi speciali che, con mezzi meccanici od elettrici, consentono, quando vengono trasmessi determinati codici, di ottenere una varietà praticamente illimitata di segnalazioni, commutazione e controlli.

Il ritmo di trasmissione fra t. è limitato dalle incertezze e dagli errori degli operatori; per accelerarlo e renderlo più sicuro è usata la trasmissione automatica che si ottiene registrando i codici corrispondenti alle varie lettere o cifre su una zona di carta per mezzo di perforazione e comandando successivamente, per mezzo di questa zona, un trasmettitore automatico che traduce in impulsi elettrici la disposizione dei fori registrati sulla zona. La preparazione della zona è ottenuta per mezzo di un dispositivo perforatore che può essere montato sulla telescrivente (fig. 5) oppure costituire una macchina indipendente: in questo secondo caso si può ottenere una zona perforata e scritta con il testo trasmesso o ricevuto (perforatore scrivente) oppure preparare localmente (senza connessione alla linea di trasmissione) il testo che viene trasmesso in seguito.

Il perforatore è costituito da cinque punzoni, ossia uno per ogni impulso, comandati dalle barre di codice della telescrivente. Ciascun punzone perfora la zona di carta quando l'impulso corrispondente è di riposo e rimane inattivo quando l'impulso è di lavoro. Sulla zona vengono registrati solo i cinque impulsi di codice e omessi quelli d'inizio e fine i quali, ripetendosi identici per tutti i segni, vengono generati direttamente dall'organo trasmettitore. Un sesto punzone, di diametro minore, collocato fra il secondo ed il terzo del codice, produce una serie continua di fori, utilizzati per l'avanzamento della zona.

Il trasmettitore automatico, che serve a trasmettere in linea i segnali perforati sulla zona, consiste essenzialmente in un gruppo di puntalini tastatori i quali, azionati da un motore elettrico, assumono due posizioni diverse a seconda che la zona porti o meno dei fori. Queste due posizioni vengono utilizzate per la trasmissione degli impulsi di lavoro e di riposo.

Le t. e i loro accessorî possono essere adattate a tutti i sistemi di esercizio: a corrente continua e a frequenza portante, su linee aeree, su cavi, su ponti radio. Il collegamento fra la macchina e la linea avviene per mezzo di alimentatori che costituiscono un vero terminale telegrafico e forniscono con opportuni raddrizzatori e filtri la corrente continua per l'alimentazione del collegamento e l'energia necessaria per il funzionamento del motore alla tensione adatta.

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