CALZECCHI ONESTI, Temistocle

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 17 (1974)

CALZECCHI ONESTI, Temistocle

Antonio Garibaldi

Nato a Lapedona (Ascoli Piceno) il 15 dic. 1853 da Icilio e da Angela Onesti, studiò all'università di Pisa ed ivi conseguì la laurea in fisica. Insegnò poi fisica nei licei di Fermo, Milano e Roma.

Si dedicò a ricerche di fisica sperimentale, servendosi dei mezzi di laboratorio delle scuole secondarie, in cui insegnava con vera passione; pubblicò lavori in varie riviste, particolarmente nel Nuovo Cimento e nei Rendiconti dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, di cui fu socio corrispondente dal 1906. Tra le sue ricerche si possono ricordare: Spettri luminosi (L'Aquila 1881); Sulla trasmissione dei suoni in un circuito telefonico (in Nuovo Cimento, s. 3, XXVII [1881]); Sulla rotazione inversa dell'anemometro nell'Osservatorio di Fermo; Sopra la classificazione dei corpi semplici (Milano 1898); Sopra un termometro dell'Accademia del Cimento (in Rend. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, XLI [1908], pp. 348-51); Su un modo semplice di caricare l'elettroscopio protetto dalla camera di Faraday (ibid., s. 2, XLIV [1911], pp. 497-505). Scrisse anche numerose note di carattere didattico e fu socio, dalla fondazione nel 1897, della Società italiana di fisica.

Negli anni 1884-86 il C. studiò il comportamento delle polveri conduttrici, o limature metalliche, pubblicando i risultati sul Nuovo Cimento (s. 3, XVI [luglio-sett. 1884]; XVII [genn.-febbr. 1885]; XIX [genn.-febbr. 1886]). Egli scoprì che tali polveri possono cambiare la loro resistenza elettrica, e quindi acquistare notevole conducibilità elettrica, in seguito a sollecitazioni di vario tipo, come extracorrenti, scariche elettriche, induzione elettrostatica. Nella terza nota, Su una nuova forma che può darsi all'avvisatore microsismico, egli passava dal piano della pura osservazione ed interpretazione scientifica ad applicazioni pratiche del "tubetto a limatura" che divenne poi il "coherer" della telegrafia senza fili, così prezioso per G. Marconi come rilevatore di onde elettromagnetiche. Gli studi del C., che facevano seguito ad un lavoro di A. Righi riguardante applicazioni al microfono (1878), ebbero subito una certa risonanza nel mondo scientifico in quanto E. Auerbach, oltre a recensirli nei Wiedimann's Annalen, pubblicò sul Nuovo Cimento (s. 3, XX l'uglio-ag. 1886]) una nota Sulla conduttività delle polveri metalliche, che faceva espressamente seguito ai lavori del C. che continuò con delle osservazioni nel fascicolo successivo (sett.-ott. 1886).

Il C. precedette quindi di quasi sei anni Edouard Branly, il fisico francese che studiò le proprietà e poi le applicazioni del coherer a partire da una nota nei Comptesrendus dell'Accademia delle scienze di Parigi (8 apr. 1890). Il Branly, che affermò sempre di non conoscere i lavori del C., usava dispositivi sperimentali simili e giungeva alle stesse conclusioni. Mentre in Italia ed all'estero, nel fare la storia della telegrafia senza fili, si riconosceva la priorità ed il merito del C. (vedasi il discorso di G. Marconi in Campidoglio e per es. I. I. Fahie, A history of wireless telegraphy, London 1902), i francesi minimizzarono o tacquero assolutamente i risultati del C., magnificando i lavori di Branly e quelli successivi di O. Lodge. Si aprì così una polemica assai animata, cui il C. partecipò direttamente, rivendicando la sua scoperta con una lettera al direttore del Nuovo Cimento: Sull'analizzatore a polveri metalliche (s. 4, VI [1897], pp. 214-16) ed un intervento nella prima riunione generale della Società italiana di fisica (riassunto in Nuovo Cimento,ibid., p. XXI). Successivamente, egli riprese la questione con una analisi dei libri di A. Broca e L. Poincaré nella nota: Per la storia del coherer (in Rend. d. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, IX [1906], pp. 654-56)e con un confronto dettagliato dei risultati scientifici in Le mie esperienze e quelle di E. Branly sulla conduttività elettrica delle polveri metalliche (ibid., s.2, XLIV [1911], pp. 497-505).

Il C. si occupò anche di assistenza sociale, ricoprendo cariche in istituzioni di beneficenza e svolgendo proprie ricerche sul problema della rieducazione dei sordomuti; i risultati vennero applicati in Italia ed all'estero. Lasciò numerosi scritti su questioni scolastiche, educative e religiose.

Morì a Monterubbiano (Ascoli Piceno) il 23 nov. 1922.

Bibl.: Necr. in Atti d. Ist. lomb. di scienze e lett., s. 2, LV (1922), p. 472; G. Polvani, Fisica, in Un secolo di progresso scient. ital., Roma 1939, I, p. 600; In memoria del professor C.-O., in Boll. radiotelegrafico, II (1923), pp. 3-14. Gli articoli del C., che rivendicano la sua priorità per il coherer, contengono indicazioni bibliogr. dettagliate sulla polemica. Una voce in Enc. Ital., VIII, p. 492.

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