BORGOGNONI, Teodorico

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971)

BORGOGNONI, Teodorico

Antonio Alecci

Figlio di Ugo, nacque a Lucca nel 1205. Ultimo di quattro fratelli, seguì nel 124 il padre a Bologna. Molto probabilmente in giovane età entrò nell'Ordine dei domenicani, ma ben poco si conosce del primo periodo della sua vita monastica che egli dovette trascorrere a Bologna nel convento di S. Domenico. In data non precisabile Innocenzo IV lo nominò proprio penitenziere e in seguito lo elevò alla dignità vescovile. Nel 1262 il B. fu creato vescovo di Bitonto, ma sembra che non prendesse mai possesso della sua sede: in quel medesimo anno, infatti, lo troviamo risiedere a Lucca, in una casa di sua proprietà, presso S. Pietro Maggiore. Nel 1265 è di nuovo attestato a Lucca: qui Clemente IV gli indirizza alcune lettere per esortarlo a far intervenire i Lucchesi nella guerra contro Manfredi.

Nominato vescovo di Cervia nel 1270, il B. risiedette da allora quasi stabilmente a Bologna, ove possedeva numerosi beni immobili. Nel 1290 Niccolò IV gli concedeva alcuni diritti sulle saline di Cervia. Fece testamento il 17 ott. 1298 e morì il 24 dicembre dello stesso anno.

Esperto nell'arte della chirurgia, che apprese dal padre, il B. dovette esercitarla, se si deve dar fede ad alcune testimonianze di contemporanei che lo dicono "industrium et gratiosum, maxime in arte cyrusie, unde pluries vocatus a magnis viris, clericis et secularibus, et magnis principibus, in diversis partibus mundi..." (B. Giordani, n. 1598, pp. 727s.). La sua fama è comunque legata all'opera più importante da lui scritta, il trattato Cyrurgia seu filia principis: dedicato al confratello Andrea Abalate, vescovo di Valenza dal 1248 al 1276, fu composto dal B. mentre era penitenziere di Innocenzo IV e venne poi rielaborato e accresciuto intorno agli anni 1266-1267. Stampata a Venezia nel 1497, a Bergamo nel 1498, di nuovo a Venezia nel 1499, nel 1513, nel 1519 e nel 1546(riedita ora in italiano dal Tabanelli, pp. 215-470), l'opera si compone di quattro libri: il primo tratta delle ferite in generale, il secondo di particolari lesioni, come fratture e lussazioni, il terzo di fistole, cancrene, ernie, scabbia, lebbra, ecc., il quarto della cefalea, paralisi, epilessia, gotta e disturbi della vista.

Gli storici dell'Ordine domenicano J. Quétif e J. Echard ne videro a Parigi una traduzione in lingua catalana (ms. esp. 212della Bibl. Naz. di Parigi; cfr. A. Morel-Fatio, Catalogue des manuscrits espagnols... de la Bibl. Nat., Paris 1892, p. 33 n. 94)e attribuirono erroneamente l'opera a un tal Teodorico Catalano. Non fu questo l'unico errore in cui incorsero coloro che si interessarono al B.: non mancò chi dubitò dell'originalità della Cyrurgia, chi negò che il B. fosse figlio di Ugo, sulla base del fatto che il padre nel trattato era stato sempre citato (e le citazioni ricorrono parecchie volte) con le espressioni di "dominus Hugo", "magister", o "vir mirabilis". Sul fatto che il B. fosse figlio di Ugo due documenti - nei quali vi si fa esplicito riferimento - dissipano ogni dubbio (Sarti Fattorini, p. 543). Inoltre, per quanto concerne specificatamente l'assenza dell'appellativo di padre, è stato recentemente osservato che i Borgognoni appartenevano originariamente a una nobile famiglia di Monsummano in Val di Nievole: tutti i feudatari minori ritennero il titolo di "dominus" anche quando vennero obbligati dal Comune ad abbandonare le loro terre; così Guido da Corvaia, contemporaneo del B., dà l'appellativo di "domina" alla sorella (L. A. Muratori, Rer. Ital. Script., XXIV, Mediolani 1738, p. 641).

Alcuni autori hanno rivolto al B. l'accusa di scarsa originalità; la maggior parte di essi, tuttavia, ha sottolineato l'importanza delle nuove terapie indicate nel suo trattato. Il B., che riprende e teorizza metodi già sperimentati dal padre, viene considerato il precursore della moderna anestesia: per la narcosi consigliava l'uso di una spugna immersa in una miscela di essenze ricavate da piante di oppio, papavero, ecc., tenuta poi in acqua calda per un'ora e infine apposta alle narici e alla bocca del paziente; per il risveglio suggeriva l'applicazione di un'altra spugna imbevuta di aceto. Diversamente dai seguaci della scuola medica salernitana, che nella cura delle ferite usavano provocare il "pus bonum et laudabile", il B. faceva lavaggi di vino caldo ed essiccava con stoppa imbevuta in esso le ferite, usando poi una semplice fasciatura. Ricusò l'uso di complicati apparecchi per la riduzione di fratture e lussazioni; si interessò della cura di lesioni del cranio, conobbe il cancro della mammella, le fistole gengivali e l'embolia gassosa: nella ferita delle vene indicò il punto di ebollizione del sangue. Interessanti sono, infine, i criteri indicati dal B. circa il vitto dei convalescenti: contrariamente alle idee allora predominanti, consigliava, in luogo di una dieta rigorosa, tutti i cibi rigeneratori di sangue, come la carne, mentre proibiva le bevande tranne il vino.

Il B. è anche autore di un trattato di veterinaria in tre libri, intitolato Mulomedicina, che si conserva, manoscritto nella Biblioteca Vaticana (ms. Reg. 1269 e Barb. 327 lat.), nella Biblioteca Nazionale di Torino, ms. 791 (E.VI.4), nella Biblioteca Nazion. universitaria di Pavia, ms. 72, e nella Nazionale di Parigi, Nouv. acquis. lat. 548 e, tradotto in lingua catalana, ms. esp. 212 (94 del catalogo di Morel-Fatio cit.); di recente è stato scoperto e pubblicato un riassunto in provenzale (A. Thomas, Traduction provençale abrégée de la Mulomedicina de Teodorico Borgognoni suivie de recettes pour le vin, in Romania, XI, [1911] pp. 353-370). Sue fonti principali sono il De animalibus di Alberto Magno, la Mulomedicina di Publio Vegezio e il De medicina equorum di Giordano Ruffo. È inoltre autore di due trattati: De cura accipitrum, pubblicato in catalano da N. Rigault (Rei accipitrariae scriptores, Paris 1612, pp. 183-200) sulla base della traduzione catalana conservata nella Biblioteca Nazionale di Parigi. ms. esp. 212 (ff. 109v-112); De sublimatione arsenici, che si conserva inedito nella Biblioteca Riccardiana di Firenze (cfr. Tabanelli, p. 214).

Fonti e Bibl.: Les régistres de Clément IV, a cura di E. Jordan, Paris 1893, n. 313, p. 82; Les régistres de Nicolas III, a cura di J. Gay, Paris 1904, n. 489, p. 184; B. Giordani, Acta franciscana e tabulariis bononiensibus deprompta, in Analecta franciscana, IX (1927), n. 218, p. 83, n. 1441, p. 680, nn. 1443 s., pp. 681 s., n. 1486, pp. 694 s., n. 1504., pp. 700 s., nn. 1598-1600, pp. 727-741; Tabula Alberti Magni..., in Archivum fratrum praedicatorum, I (1932), n. 55, p. 260; Acta capitolorum provincialium provinciae romanae (1243-1344), a cura di Th. Kaeppeli, in Monumenta ordinis fratrum praedicatorum historica, XX, Romae 1941, pp. 114, 135; Stephanus de Salaniaco et Bernardus Guidonis, De quatuor in quibus Deus praedicatorum ordinem insignivit, a cura di Th. Kaeppeli, ibid., XXII, ibid. 1949, p. 82, n. 2; J. Quétif-J. Echard, Scriptores ordinis praedicatorum, I, Paris 1719, pp. 354 s.; A. Portal, Histoire de l'anatomie et de la chirurgie, Paris 1770, I, pp. 180-184; M. Sarti-M. Fattorini, De claris archigymnasii bononiensis professoribus, I, Bologna 1888, pp. 537-544; M. Del Gaizo, Il magistero chirurgico del B., Napoli 1894; E. Perrenon, Die Chirurgie des Hugo von Lucca nach den Mitteilungen bei Theodorich (13. Jahrh.), Berlin 1899; M. Neuburger, Geschichte der Medizin, II, Stuttgart 1911, pp. 378-380; I. Taurisano, I Domenicani in Lucca, Lucca 1914, IV, pp. 24, 26; A. Vedrani, Frate T. B. da Lucca, in Memorie domenicane, XXXIX (1922), pp. 205-219; Id., Di fra T. B. da Lucca,ibid., XLIV (1927), pp. 403-411; Id., Ugo e T. B. da Lucca, in Atti della R. Acc. lucchese di scienze,lettere ed arti, n.s., I (1931), pp. 81-95; G. Zaccagnini, Le scuole e la libreria del convento di S. Domenico in Bologna dalle origini al sec. XVI, in Atti e mem. della R. Deput. di storia patria per le prov. di Romagna, s. 4, XVII (1927), pp. 304 s.; L. Karl, Beiträge zur Geschichte der Chirurgieun Mittelalter, in Archivum Romanicum, XII (1928), pp. 482-500; D. Giordano, Sulla pietà e sulla chirurgia di frate Teodorico, in Riv. di storia d. scienze mediche e nat., XXI (1930), pp. 2-22; D. Giordano, Ancora sulla identità di Teodorico (o Tederico) autore della chirurgia "Filia principis" con Teodorico figlio di Ugone vescovo di Cervia e prima di Bitonto,ibid., pp. 133-137; C. Albasini, Medici frati e frati medici, in Boll. dell'Ist. stor. ital. dell'arte sanitaria, XI (1931), pp. 15-17; L. Münster, Un precursore della medicina moderna: fra T. (Tederico) B.O. P.,ibid., XII (1932), pp. 261-268, 301-309; Id., Fr. Teoderico B. O.P., in Memorie domenicane, L (1933), pp. 151-186, 260-264; E. Dolz-G. Klütz-W. Heinemeyer, Die Pferdeheilkunde des Bischofs Theodorich von Cervia, Berlin 1937, p. 36; A. Pazzini, Chirurghi militari, Roma 1942, p. 18; Id., Bibliografia di storia della chirurgia, Roma 1948, p. 50; R. Creytens, Le manuel de conversation de Philippe de Ferrare O.P., in Archivum fratrum praedicatorum, XVI (1946), p. 109; G. Forni, L'insegnamento della chirurgia nello studio di Bologna…, Bologna 1948, pp. 16-19; E. Coturri, Nota alla "Chirurgia"di Teodorico da Lucca, in Atti del III Convegno della Marca per la storia della medicina (Fermo,24-26 aprile 1959), Fermo 1960, pp. 167-175; R. Creytens, Les écrivains dominicains dans la chronique d'Albert de Castello, in Archivum fratrum praedicatorum, XXX (1960), p. 275 n. 119; U. Ceccarelli, La tradizione medico-chirurgica lucchese, Pisa 1961, pp. 9-16; L. Thorndike-P. Kibre, A catalogue of incipits of Mediaeval scientific writings in Latin, London 1963, pp. 197, 311, 350, 470, 606, 728, 800, 884, 1567, 1579, 1682, 1712; M. Tabanelli, La chirurgia it. nell'alto M.E. ..., Firenze 1965, pp. 198-49.

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