NÖLDEKE, Theodor

Enciclopedia Italiana (1934)

NÖLDEKE, Theodor

Giorgio Levi Della Vida

Orientalista, nato a Harburg il 2 marzo 1836, morto a Karlsruhe il 25 dicembre 1930. Compiuti gli studî a Gottinga, dove fu scolaro di G. H. A. Ewald (v.), fu nominato professore di lingue orientali a Kiel (1864), quindi (1872) a Strasburgo, dove rimase fino e oltre il collocamento a riposo (1906), partendone soltanto dopo la fine della guerra mondiale. Non compì mai lunghi viaggi né visitò l'Oriente.

Schietto temperamento di filologo e rigido assertore del metodo positivo, il N. rifuggì sempre da generalizzazioni teoriche e da costruzioni di grande vastità: la sua grandezza consiste nell'incomparabile conoscenza del materiale linguistico, letterario e storico semitico e iranico e nella tendenza a fondare la grammatica storica e la storia letteraria sull'esame diretto delle fonti, indipendentemente dalla tradizione indigena, spesso artificiosa. Tale metodo seguì nell'arabo (Zur Grammatik des klass. Arabisch, in Abhandlungen dell'Acc. di Vienna, 1896), in parte svolgendo l'indirizzo di H. L. Fleischer (v.) e in parte opponendovisi, e soprattutto nelle lingue aramaiche (v. aramei), in cui, oltre a una grammatica del siriaco classico (Kurzgefasste syrische Grammatik, Lipsia 1880; 2ª ed., 1898), portò per primo ordine e sistema nello studio della congerie dei dialetti che fino allora erano considerati come fenomeni di "corruzione linguistica": il mandeo (Mandäische Grammatik, Halle 1875), il palmireno (Über Orthographie und Sprache der Palmyrener, in Zeitschr. der deutschen morgenl. Ges., XXII [1868]), il cristiano-palestinese (Über den christl.- pal. Dialekt, ibid.), il neosiriaco (Grammatik der neusyr. Sprache, Lipsia 1868). Con la sua Geschichte des Qorân (Gottinga 1860; 2ª ed., rifatta da F. Schwally e G. Bergsträsser, 1909 e segg., non compiuta), scritta a poco più di vent'anni, inaugurò la critica interna del Corano, con metodo analogo a quello usato per la critica biblica (allo studio di questa contribuì con due volumi giovanili, Die alttestamentliche Literatur, Lipsia 1868; Untersuchungen zur Kritik des A. T., Kiel 1869, ma non vi si dedicò più di proposito in età più inoltrata); con i Beiträge zur Kenntnis der Poesie der alten Araber (Hannover 1864) iniziò una serie di contributi alla migliore conoscenza del difficile campo dell'antica poesia araba, dei quali il maggiore è Fünf Moallaqât (in Sitzungsber. d. Akad. d. Wissensch., Vienna 1899-1901). Anche la storia dell'Arabia preislamica gli deve alcuni scritti fondamentali (Geschichte der Perser und Araber zur Zeit des Sasaniden, Leida 1879, traduzione annotata della parte degli annali di aṭ-Ṭabarī edita da lui; Die ghassânischen Fürsten aus dem Hause Ǧafna's, in Abhandl. d. Akad. d. Wissensch., Berlino 1887), e per la storia ebbe sempre una spiccata predilezione (Aufsätze zur pers. Geschichte, Lipsia 1887; trad. franc., 1896; Die von Guidi herausgeg. syrische Chronik, in Sitzungsber. d. Akad. d. Wiss., Vienna 1893; Über Mommsen's Darstellung der röm. Herrschaft... im Orient, in Zeitschr. d. deutsch. morgenl. Ges., XXXIX, 1885), portandovi, oltre alla perfetta conoscenza delle fonti, chiarezza e concretezza di vedute. Il N. spaziò inoltre in altri campi degli studî semitici, lasciandovi tracce durature: nell'epigrafia, della quale accompagnò ogni nuova scoperta, da quella della stele di Mesa (v.) a quella dei papiri di Elefantina (v.), con illustrazioni critiche; nella novellistica comparata (Beiträge zur Gesch. des Alexanderroman, in Denkschriften d. Akad. d. Wiss., Vienna 1890, Untersuchungen zum Ahiqarroman, in Abhandlungen dell'Accademia di Gottinga, 1913); nello studio dei dialetti arabi moderni, e in altri ancora. Minore numero di opere, ma non minore importanza di contributi, diede altresì agli studî iranici: Geschichte des Artachšir i Pâpakân (in Beitr. zur Kunde der indogerm. Sprachen, IV, 1878, in cui per primo vide chiaro nel complicato sistema della scrittura pehlevica); Das iranische Nationalepos (in Grundriss der iranischen Philologie, II, Strasburgo 1896; 2ª ed., 1920); Persische Studien (in Sitzungsber. der Akad. der Wissensch., Vienna 1888 e 1892).

Di attività instancabile, dai suoi articoli e dalle sue recensioni (che nell'elenco compreso nei due volumi d'omaggio offertigli per il suo 70° compleanno Orientalische Studien Th. N. gewidmet, Giessen 1906, ammontavano a oltre 500 e che nel ventennio successivo si accrebbero notevolmente: alcuni raccolti nei volumi Orientalische Skizzen, Berlino 1892; trad. inglese, Londra 1892; Beiträge zur semit. Sprachwissenschaft, Strasburgo 1904; Neue Beiträge zur semit. Sprachwiss., ivi 1910) trassero profitto tre generazioni di semitisti e d'iranisti, che lo riconobbero per incontrastato maestro e trovarono in lui aiuto e consiglio, sia nell'insegnamento, sia per corrispondenza.

Bibl.: Oltre alle ricordate Orient. Studien, v. E. Littmann, in Nachrichten d. Gesellsch. der Wissensch., Gottinga 1931; id., Der wissensch. Nachlass Th. Ns., in Zentralbl. f. Bibliothekswesen, L. (1933); Ch. Snouck Hurgronje, in Zeitschr. d. deutschen morgenl. Gesellsch., n. s., X, 1931.

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