TILSIT

Enciclopedia Italiana (1937)

TILSIT (A. T., 58)

Elio MIGLIORINI
Francesco LEMMI

È la città più settentrionale della Germania, posta nella Prussia Orientale, sulla riva sinistra del fiume Memel (Nemunas) e alla confluenza in questo del Tilszele (che ha dato il nome alla città), dove la valle può essere ancora traversata abbastanza facilmente prima della zona deltizia, 14 m. s. m., presso le ultime colline diluviali che lambiscono il corso del fiume. Nucleo originario di Tilsit è un castello, fondato nel 1408 dall'Ordine Teutonico; più volte danneggiata per guerre e incendî, essa ha strade larghe e gode di un certo benessere per quanto abbia visto diminuire la sua importanza per la cessione alla Lituania d'una parte del suo contado, che appartiene ora al territorio di Memel, con cui la città comunica per mezzo d'un ponte costruito nel 1907 (Luisenbrücke, lungo 400 m.). Presso la riva sinistra del fiume è stato sistemato un piccolo porto fluviale. Un tempo importante per il traffico del legname (assai decaduto a causa del conflitto lituano-polacco), Tilsit è notevole mercato per i cereali, il bestiame (cavalli), il formaggio; possiede fabbriche di cellulosa (2000 operai), segherie, concerie. Gli abitanti da 20 mila nel 1870 sono aumentati a 55.784 nel 1933, in modo che essa è ora al secondo posto tra le città della Prussia Orientale (dopo Königsberg).

Bibl.: A. Kurschat, Tilsit, eine stadtgeographische Skizze, in Geogr. Anzeiger (1931), pp. 192-99; H. Kirrinnis, Tilsit, die Grenzstadt im deutschen Osten, Tilsit 1935.

La pace di Tilsit.Fu conchiusa l'8 luglio 1807 tra lo zar Alessandro I e Napoleone dopo numerosi colloquî (agli ultimi parteciparono anche il re e la regina di Prussia). Le spese della guerra furono pagate da Federico Guglielmo III di Prussia che, soltanto "per riguardo all'imperatore di Russia", poté riavere la vecchia Prussia, la Pomerania, il Brandeburgo e la Slesia. Delle altre sue provincie, quelle tra l'Elba e il Reno contribuirono a formare, insieme con l'Assia-Cassel, col Brunswick e con altri territorî adiacenti (i cui sovrani ebbero un'indennità in danaro) il regno di Vestfalia per Gerolamo Bonaparte: le altre, e cioè la Posnania e la Polonia sino alla Vistola, con una via militare attraverso la Slesia, furono erette in granducato di Varsavia a favore del duca di Sassonia fatto re. Danzica divenne città libera. Inoltre la Prussia dovette obbligarsi a pagare una contribuzione di guerra, a chiudere i suoi porti agl'Inglesi e a riconoscere, al pari della Russia, la Confederazione del Reno e i regni di Olanda e di Napoli, già assegnati rispettivamente a Luigi e a Giuseppe Bonaparte. Ove quest'ultimo si fosse impadronito anche della Sicilia, i Borboni avrebbero avuto le Baleari o Candia. "Capolavoro di distruzione", disse C.A. Pozzo di Borgo. Lo zar cedette Cattaro e le Isole Ionie, cioè abbandonò il Mediterraneo e col Mediterraneo tutto l'Occidente, ma otteneva, per gli articoli segreti, libertà di azione nella Finlandia, ch'era della Svezia, e nelle provincie europee dell'Impero ottomano tranne la Rumelia e Costantinopoli. Aderendo inoltre al blocco continentale offriva la sua mediazione e, ove questa fallisse come infatti avvenne, la sua alleanza contro l'Inghilterra.

Gli accordi di Tilsit, riconfermati l'anno seguente ad Erfurt, sebbene poggiassero sull'equivoco che la Francia volesse precludersi in favore della Russia le vie dell'Oriente, segnano il momento della maggiore potenza napoleonica.