Tirannia

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tirannia Governo di un dominatore assoluto. Per Platone era la peggior forma di governo, quella in cui il sovrano esercita il potere tramite la paura e commettendo atti abnormi; per Aristotele rappresentava la degenerazione della monarchia, in cui il sovrano peresegue il proprio interesse anziché quello collettivo. Connotata in seguito come infrazione della ‘legge naturale’, nel pensiero cristiano la t. fu concepita come violazione della legge divina, dando vita alla riflessione sulla legittimità del tirannicidio. Il concetto di t. passò infine a designare ogni forma di potere arbitrario e illimitato (anche da parte del popolo o della maggioranza in un regime democratico in cui non vengano rispettati i diritti individuali).

Il nome tiranno (gr. τύραννος), ignoto a Omero e forse di origine anatolica, compare nella letteratura del 7° sec. a.C. quando si ha la notizia dei primi tiranni nelle colonie greche dell’Asia Minore. Il tiranno era in genere un nobile il quale, nelle lotte sociali e politiche che ovunque accompagnarono il declinare delle aristocrazie e l’emergere delle masse popolari, riusciva a conquistare il potere governando poi in modo assoluto, come avvenne in molti luoghi della Grecia tra il 7° e il 6° sec. a.C. Il termine non comportò originariamente una valutazione negativa; se mai metteva in rilievo la non legittimità del potere; in realtà, spesso i tiranni si distinsero per il loro governo illuminato e lo sviluppo impresso alle città su cui dominavano, ma restarono sovente vittime di quelle energie che avevano suscitato o protetto (artigiani, armatori, plebi urbane). Le t. tornarono ad apparire nel mondo greco dalla fine del 5° sec. a.C. quando le democrazie si mostrarono impotenti a difendere le proprie istituzioni o l’indipendenza (per es., Dionisio I a Siracusa). L’instaurarsi della t. in questa seconda fase non ebbe sempre le stesse cause politico-sociali che aveva avuto nei sec. 7°-6°; comparve sporadicamente in Tessaglia (a Fere), in Asia Minore (Asso nella Troade, Eraclea Pontica), nel Peloponneso. Nell’epoca ellenistica il fenomeno è connesso sia con episodi di dominazione da parte di altri Stati, sia con momenti di crisi delle istituzioni politiche tradizionali, sia con la necessità di assicurare con una forte direzione militare l’indipendenza da aggressioni esterne.

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