Tocoferolo

Dizionario di Medicina (2010)

tocoferolo


Composto organico essenziale, presente in natura in almeno sette forme stereoisomere (contraddistinte da lettere dell’alfabeto greco) fra le quali la più attiva è la forma α, meglio nota come vitamina E. Anche i t. β e γ posseggono un’analoga, ma più debole, azione vitaminica. I t. sono sostanze oleose, debolmente gialle, liposolubili, termostabili, e possono essere danneggiati dall’azione dei raggi ultravioletti, dell’ossigeno atmosferico e degli ossidanti energici.

Ruolo biochimico

Il t. è il più importante antiossidante liposolubile degli organismi superiori. Si trova associato alle membrane biologiche in un rapporto di una molecola ogni 1.000÷2.000 molecole di fosfolipidi. L’azione antiossidante del t. può essere o diretta, rivolta verso i principali composti ossidanti derivanti dal metabolismo cellulare (radicali liberi), o indiretta, rivolta verso i prodotti radicalici di derivazione lipidica e fosfolipidica che si generano a causa dell’azione lesiva dei radicali dell’ossigeno stessi. In entrambi i casi il t. si trasforma in radicale tocoferossile per cessione di un elettrone o a una delle specie radicaliche dell’ossigeno o a un radicale lipidico o fosfolipidico. Il radicale tocoferossile, privo di tossicità, viene riossidato a t. dall’acido ascorbico. Si può quindi intuire come l’azione concertata del t. (vitamina E) e dell’acido ascorbico (vitamina C) sia di fondamentale importanza per prevenire le modificazioni irreversibili causate dai radicali dell’ossigeno sulle membrane biologiche. Il t. si trova anche associato alle LDL, dove impedisce la perossidazione della componente lipidica di queste lipoproteine, che altrimenti andrebbero incontro alla formazione della placca aterosclerotica.

Fabbisogno e distribuzione

Il t. viene assorbito nell’intestino tenue in presenza di acidi biliari; incorporato nei chilomicroni, viene poi trasportato dalle lipoproteine. Il fabbisogno giornaliero raccomandato di t. è in relazione all’assunzione di acidi grassi poliinsaturi; in una normale dieta alimentare bilanciata è di ca. 8 mg/die. I t. sono molto diffusi in natura; partic. ricchi ne sono gli oli delle cariossidi dei cereali (olio di mais, di riso, di germe del grano, del cotone) e gli ortaggi verdi; t. si rinvengono anche nel latte, nel burro e nel grasso di maiale. La carenza di t., molto rara, è associata ad alterazioni del sistema nervoso e di quello muscolare (distrofia), e a degenerazioni renali ed epatiche e si ripercuote anche sulla fertilità. Le conoscenze sul suo ruolo biochimico hanno condotto a utilizzare il t. nella prevenzione di danni tissutali perossidativi conseguenti a fenomeni di ischemia, a esposizione a radiazioni ionizzanti, a somministrazione di farmaci antitumorali, ecc., nonché nella prevenzione dei tumori e dei fenomeni legati all’invecchiamento. I t. possono essere aggiunti agli alimenti in qualità di antiossidanti.