TOLFA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)

Vedi TOLFA dell'anno: 1966 - 1997

TOLFA

M. Torelli

Attorno a questo centro moderno, circa 70 km a N di Roma, addossato ad una cima del gruppo di colline nell'antichità dette Monti Ceriti, sono dislocati varî abitati di epoca protostorica e storica di notevole importanza archeologica. Il territorio, che in età classica doveva rientrare tra i dominî di Cerveteri, è delimitato a N e ad E dall'arco che compie il Mignone con il suo affluente Lenta, mentre a S il digradare delle colline verso il mare e il piccolo Rio Fiume separano queste alture dalla fascia costiera e dal vicino ed affine gruppo del Sasso. Notevole ricchezza di minerali (alluine, piriti e limoniti), di acque e di vegetazione, unita alla facile difendibilità degli insediamenti, spiega assai bene la notevole densità dell'antico insediamento.

Le prime tracce di vita umana risalgono alla tarda Età del Bronzo, epoca alla quale appartengono resti di centri soprattutto costieri, tra Civitavecchia e Santa Marinella; il tardo Appenninico del territorio fornisce un utile elemento di collegamento tra le facies attestate in località Luni sul Mignone e a Pian Sultano. Caratteristica del tolfetano è la cultura degli inizî del I millennio nota come "protovillanoviana", di cui si conoscono nell'intera zona ben nove sepolcreti con circa cento deposizioni e due importanti ripostigli. La necropoli principale di Poggio La Pozza presso Allumiere (scoperta nel secolo scorso dal barone Klitsche de la Grange e attualmente in corso di scavo sistematico), ha restituito tombe a incinerazione entro casse a lastroni, o in custodie di tufo, ovvero direttamente nei pozzetti scavati nella roccia trachitica. Le ceneri dei defunti erano deposte entro. vasi di impasto dalla pancia ovoide, collo conico distinto e presa a orecchietta o a linguetta; la decorazione corre sul collo e sulla pancia, con un limitato repertorio geometrico, espresso a graffito. Lo stesso repertorio orna gli altri fittili del corredo caratterizzati da forme assai semplici, tra le quali primeggiano tazze, ollette, orcioli, askòi. La produzione bronzistica è ben illustrata, più che dalle tombe, dai due ripostigli di Coste del Marano, nella parte settentrionale del territorio, e di Monte Rovello, nel cuore del tolfetano. Il ripostiglio di Coste del Marano, rinvenuto nel 1880 entro un fittile di tipica fattura protovillanoviana, comprendeva circa 120 oggetti, tra i quali si annoverano due coppe di lamina bronzea sbalzata a puntini e borchiette con manico sopraelevato e protome taurina tra fibule giganti ad arco di violino foliato e decorato da borchie e motivi puntinati, numerosi pendagli a campana, e altri materiali. Più recente, il ripostiglio di Monte Rovello ha restituito solo asce ad alette, scuri ad occhio e scorie di fusione. Altre necropoli di minore importanza sono nelle località Cibona, Fontanaccia, Campaccio e Tolficciola. Poco o mal noti gli abitati: è in corso di scavo un villaggio a Monte Rovello, assai vicino alla necropoli della Pozza, mentre i rinvenimenti del 1880 in località Trincere sono forse da interpretare come resti di abitato piuttosto che di necropoli. Una facies sempre ad incinerazione, ma più recente, è testimoniata dalla necropoli di Forchette di Palano. Ancora più tarda sarebbe la necropoli ad inumazione di Poggio Ombricolo. La valutazione della posizione culturale e quindi cronologica del protovillanoviano in generale e della regione tolfetana in particolare è attualmente oggetto di attenta revisione critica (v. villanoviana, civiltà; italica, arte), anche in considerazione delle recentissime esplorazioni svedesi nei non lontani centri di S. Giovenale (v.) e di Luni. Tuttavia è possibile affermare che il Protovillanoviano di T., nell'ambito della generale evoluzione dell'aspetto culturale, occupa un posto cronologico relativamente tardo. È comunque caratteristica (il fenomeno è stato variamente interpretato) l'assenza del villanoviano tipico, talché, nella zona, dalla facies protostorica si passa direttamente a testimonianze di culture storiche di tipo etrusco-arcaico. Di quest'ultimo periodo possediamo una documentazione abbastanza vasta, proveniente dalle tombe a camera costruite a lastroni o a blocchi, come quelle, fornite di tumulo, della necropoli in località Colle di Mezzo, o scavate nel tufo, come nelle piccole necropoli, disposte ad arco attorno a T., della Castellina di Ferrone, di Piano Cisterna, di Pian Li Santi, di Pian Conserva, di S. Pietro e della Brandita. Tutte le tombe imitano la pianta e le forme architettoniche delle tombe ceretane. Le tombe di Pian Conserva, databili alla fine del VII sec. a. C., con il loro tetto imitante quello della capanna, sono tipologicamente affini al gruppo, alquanto arcaico, di tombe ceretane che fa capo alla Tomba Campana di Cerveteri, e contengono soprattutto materiale corinzio; le tombe della Castellina di Ferrone, invece, hanno tutte, tranne una, il columen centrale come le tombe ceretane del pieno VI sec. a. C. e restituiscono in genere ceramiche attiche a figure nere. Sembra che le necropoli siano state abbandonate agli inizî del V sec. a. C., poiché rarissima è la ceramica a figure rosse; mancano del tutto le tombe con materiale dalla metà del V sec. a. C. in poi. Dubbia, infine, è la localizzazione dell'abitato etrusco: la posizione delle necropoli (seppure tutte appartengono ad un'unica città) indicherebbe il sito dell'attuale T., ma resti di mura a blocchi di tufo costituirebbero un indizio a favore della collina di Grotte Pinza. Piccoli pagi sono stati identificati (Bastianelli) sulle alture di Pantanelle, Ferrone, Monte S. Angelo, Casalone e Tor S. Cimina. Il periodo ellenistico è rappresentato dai resti di un piccolo santuario campestre in località Grasceta dei Cavalieri, al valico cioè dei monti verso il tarquiniese, composto da un naiskos al centro di un tèmenos colonnato di modeste proporzioni, da una seconda edicola, contenente una base di statua e con due banconi alle pareti laterali, e da un terzo ambiente con pianta ad U, di incerta destinazione. Di questi edifici sono note le fondamenta: le colonne e le coperture dovevano essere lignee, ma senza decorazione fittile. Attorno ad una piccola ara di tufo sono state raccolte monete repubblicane, apparentemente databili dal III sec. a. C. in poi, mentre all'esterno del tèmenos era una piccola stipe con ex voto fittili piuttosto rozzi. Indagini topografiche antiche e recenti hanno rivelato l'esistenza di numerose ville e fattorie di età repubblicana e imperiale. Saggi di scavo di ville in località S. Lucia e Pian Li Santi hanno restituito interessanti stucchi e frammenti di affreschi di II Stile.

Museo Civico di Tolfa. - Contiene materiali dei recenti scavi praticati per la pulitura delle tombe. Fra le numerose ceramiche corinzie, attiche ed etrusche e i varî oggetti dei corredi si notano i frammenti di un cratere a colonnette corinzio (Pian Conserva, tomba 6), una lamina d'oro con gorgone volante (Pian Conserva, tomba 7), un bel braciere ceretano con orlo a rilievo (Ferrone, tomba IV), una piccola coppa laconica di modesta fattura (Ferrone, tomba IX). Sono infine esposti materiali di scavo del piccolo santuario e delle ville romane.

Antiquarium di Allumiere. - Vi si conservano i corredi delle tombe protovillanoviane scoperte nel territorio dopo il 1945 (i materiali di scavi più antichi sono al Museo Pigorini), i corredi della necropoli etrusca di Colle di Mezzo e i frammenti dello scavo dell'abitato di Monte Rovello.

Bibl.: In generale: A. Klitsche de la Grange, Intorno ad alcuni sepolcreti arcaici rinvenuti nei monti delle Allumiere presso Civitavecchia, Roma 1879; G. A. Colini, Le antichità di Tolfa e Allumier e il principio dell'Età del Ferro in Italia, in Bull. Paletn. Ital., XXXV, 1909, pp. 104-49; 177-204; XXXVI, 1910, pp. 96-149; Fr. von Duhn, Italische Gräberkunde, I, Heidelberg 1924, p. 205; N. Aberg, Bronzezeitliche und früheisenzeitliche Chronologie, I, Italien, Stoccolma 1930,p. 27; M. Pallottino, Sulle facies culturali arcaiche dell'Etruria, in St. Etr., XIII, 1939, p. 94 ss.; S. Bastianelli, Il territorio tolfetano nell'antichità, ibid., XVI, 1942, pp. 229-60; H. Müller-Karpe, Beiträge zur Chronologie der Urnenfelderzeit nördliche und südlich der Alpen, Berlino 1959, p. 49 ss.; O. Toti, I Monti Ceriti nell'Età del Ferro, Civitavecchia 1961; M. A. Del Chiaro, An Archaeological-Topographical Study of the Tolfa-Allumiere District: Preliminary Report, in Am. Journ. Arch., LXVI, 1962, p. 49 ss.; G. Colonna, Prima ricognizione nell'entroterra pyrgense, in St. Etr., XXXI, 1963, p. 149 ss. - Necropoli protostoriche: A. Klitsche de la Grange, in Not. Scavi, 1881, p. 88 s.; 1883, p. 165; 1884, pp. 101 s.; 152 s.; 1889, p. 185; id., in Bull. Inst., 1883, pp. 209-12; 1884, pp. 110-12; 189-92; id., in Röm. Mitt., VI, 18921, pp. 221-25; S. Bastianelli, in Not. Scavi, 1939, pp. 45-8; R. Peroni, in Not. Scavi, 1960, pp. 341-62 (Poggio La Pozza); A. Klitsche de la Grange, in Not. Scavi, 1886, p. 157; id., in Röm. Mitt., I, 1886, p. 158 (Coste del Marano); id., in Bull. Inst., 1891, p. 220 (Forchette del Palano); id., in Not. Scavi, 1881, pp. 245-7; id., in Bull. Inst., 1883, pp. 211-2 (Poggio Ombricolo); id., in Not. Scavi, 1880, p. 349; 1886, p. 156 (Trincere). - Ripostigli: id., in Not. Scavi, 1880, pp. 125-7; R. Peroni, Inventaria Archaeologica, I, Firenze 1963 (Coste del Marano); A. Klitsche de la Grange, in Not. Scavi, 1885, p. 422; id., in Bull. Inst., 1885, pp. 207-8 (Monte Rovello). - Epoca etrusca e romana: O. Benndorf, in Bull. Inst., 1866, pp. 225-31; A. Klitsche de la Grange, in Not. Scavi, 1882, p. 300; 1887, p. 442 (Ferrone e varie); O. Toti, in Boll. Assoc. Naz. "Centumcellae", III, 1961, p. 75 ss. (Colle di Mezzo).