TOMASI CARO TRAINA, Giulio Fabrizio Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 96 (2019)

TOMASI CARO TRAINA, Giulio Fabrizio Maria

Ileana Chinnici

– Principe di Lampedusa (IV), duca di Palma, barone di Montechiaro e Franconeri, nacque a Palermo il 12 aprile 1813, secondogenito di Giuseppe Maria Tomasi e Colonna (1767-1833) e di Carolina Wochinger (1784-1843).

Nel 1837 sposò Maria Stella Guccia e Vetrano (1816-1886), da cui ebbe dodici figli, di cui tre morirono in tenera età. Alla sua figura si ispirò il pronipote Giuseppe Tomasi di Lampedusa (v. la voce in questo Dizionario) nel delineare la figura del protagonista del suo romanzo, Il Gattopardo.

Appassionato cultore di astronomia, pochissimo si sa sulla sua formazione scientifica. Nel 1853 realizzò un eccellente osservatorio privato nella sua villa ai Colli, nei dintorni di Palermo, che fece rappresentare sulla sua carta da lettera, appositamente intestata ‘osservatorio ai colli del principe di Lampedusa’ (Chinnici, 1997, p. 24), dove appare come una costruzione a due piani, di cui il primo probabilmente costituiva lo studio e il secondo, con la copertura a cupola, la vera e propria specola.

In effetti, nel 1883, l’astronomo Pietro Tacchini (1888), in una lettera al ministro della Pubblica Istruzione, menziona l’osservatorio ai Colli come «il solo Osservatorio privato [in Italia] degno di essere menzionato» (p. 112). Da un elenco degli strumenti posseduti dal principe nel suo osservatorio si deduce come egli lo avesse ben equipaggiato (Vitello, 1987, pp. 254 s.), acquistando strumenti moderni e, all’epoca del loro acquisto, persino superiori a quelli dello stesso osservatorio di Palermo.

Tomasi diede inizio a questo suo progetto nel 1847 quando acquistò un pregevole telescopio Merz di 12 cm di apertura, che divenne il principale strumento del suo osservatorio. Condusse un’attività di studio tipicamente amatoriale, con osservazioni di comete e pianeti, congiunzioni, occultazioni, eclissi che era solito pubblicare nei giornali locali. Nei suoi studi astronomici ebbe come amico e collaboratore il gesuita padre Saverio Pirrone (la cui identità fu poi mantenuta anche nel romanzo), che aveva trovato ospitalità presso il principe di Lampedusa dopo gli eventi rivoluzionari del 1848 (Cacciatore, 1885), e probabilmente incoraggiò il principe a coltivare i suoi interessi scientifici.

Nella sua attività di astronomo amatoriale il principe ebbe vari contatti con la comunità scientifica dell’epoca e con altri nobiluomini cultori di astronomia, quali il barone Ercole Dembowski, celebre osservatore di stelle doppie. Intrattenne inoltre rapporti amichevoli con gli astronomi dell’osservatorio di Palermo, che lo definirono «religioso per convinzione, liberale per principi [...] rispettato e amato da tutti i partiti» (Cacciatore, 1885). Una circostanza che conferma la stima di cui godeva, in ambito scientifico, è la menzione delle sue osservazioni nei rapporti ufficiali della Commissione governativa relativi all’eclisse totale di Sole del 22 dicembre 1870, visibile dalla Sicilia sud-orientale. Il principe, insieme a padre Pirrone, andò a osservare l’eclisse a Girgenti (Agrigento), portando con sé i suoi strumenti, e scrisse una breve relazione sul fenomeno (Rapporti sulle osservazioni dell’eclisse..., 1872).

La scelta del principe di non unirsi alla spedizione scientifica italiana, oltre a essere una scelta politica, è probabilmente anche da attribuire alla sua indole schiva e riservata. In una lettera all’astronomo gesuita padre Angelo Secchi, egli scriveva di sé: «Io non amo la [vita di] società; la mia vita è in famiglia; venero la Compagnia di Gesù, e Gesuita è il mio Confessore» (Villa ai Colli, Palermo, 24 [lug.?] 1857, in Roma, Archivio della pontificia Università Gregoriana, Fondo Angelo Secchi, 21). Il suo forte senso religioso lo portò a essere un generoso benefattore verso le categorie più deboli della società palermitana e a rifiutare provvedimenti governativi ritenuti ingiusti (Cacciatore, 1885).

Tomasi fu, suo malgrado, protagonista di un paio di curiosi episodi. Nel 1857, gli fu erroneamente attribuita la scoperta di una cometa, subito battezzata cometa Tomasi dai giornali locali, che inneggiarono ai rinverditi fasti dell’astronomia siciliana. In realtà, si trattò di un equivoco: la cometa osservata dal principe era infatti la cometa 1857-I (D’Arrest) ancora visibile in maggio (Chinnici - Randazzo, 2011). Un secondo episodio si verificò nel 1877, quando una lettera apocrifa al Giornale officiale di Sicilia attribuiva al principe la scoperta della cometa 1877-V (Tempel), cosa che irritò l’autore della scoperta, Wilhelm Tempel, astronomo a Firenze, e costrinse Tomasi a una pubblica smentita (Bianchi - Chinnici, 2014).

Il principe continuò certamente le sue osservazioni astronomiche fino al 1883, anno di pubblicazione della sua ultima lettera al Giornale officiale di Sicilia, a proposito delle osservazioni di alcune comete. Poi, probabilmente già malato, per mettere al sicuro la famiglia dall’epidemia di colera che si annunciava a Palermo, si trasferì a Firenze, dove morì il 27 settembre 1885.

Del suo osservatorio rimangono solo pochi strumenti, acquistati dall’osservatorio di Palermo e utilizzati per fini scientifici fino ai primi del Novecento, che sarebbero comparsi sul set del film Il Gattopardo (Chinnici - Randazzo, 2011).

Fonti e Bibl.: Rapporti sulle osservazioni dell’eclisse totale di sole del 22 dicembre 1870, a cura di G. Cacciatore, Palermo 1872, p. 212; G. Cacciatore, Il principe di Lampedusa, in Giornale officiale di Sicilia, 30 novembre 1885; P. Tacchini, Eclissi totali di Sole, Roma 1888, p. 112; A. Vitello, G. T. di Lampedusa, Palermo 1987; I. Chinnici, Strumenti del principe di Lampedusa nella collezione storica dell’osservatorio astronomico di Palermo, in Elementi astronomici per l’anno 1997, Palermo 1996, pp. 15-23; Ead., Gli strumenti del “Gattopardo”, in Giornale di astronomia, 1997, vol. 23, pp. 24-29; I. Chinnici - D. Randazzo, Old astronomical instruments on a movie set: the case of “The leopard”, in Bulletin of the scientific instrument society, 2011, vol. 109, pp. 9-12; S. Bianchi - I. Chinnici, L’«arrubbatina» della cometa, in Giornale di astronomia, 2014, vol. 40, pp. 38-41.

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