TOMIS

Enciclopedia dell' Arte Antica (1997)

Vedi TOMIS dell'anno: 1966 - 1997

TOMIS (v. vol. VII, p. 916)

L. Bianchi

Nel 1988, in occasione di lavori edilizi alla periferia di Costanza, è affiorato a circa 100 m dal mare un complesso di tombe romane, alcune con pitture parietali. I risultati dello scavo non sono stati ancora pubblicati.

Fra le tombe di cui si ha notizia, una è apparsa subito di eccezionale interesse per la qualità e lo stato di conservazione delle pitture di stile costantiniano, ma di epoca forse più avanzata. È una piccola camera centinata con pareti scandite da una decorazione a falso marmo, consistente in pannelli ocra entro fasce verdi, al di sopra dei quali corre una cornice continua a ovoli. La scena principale è riservata alla lunetta della parete di fronte all'ingresso e rappresenta un banchetto funerario: cinque personaggi sono distesi sul sigma intorno a una mensa rotonda, sulla quale sono collocati sei piatti con pani a cornetto (il sesto allude probabilmente a un defunto) e un vassoio centrale con una focaccia. Il sigma è coperto da un lussuoso materasso verde con ornamenti rosa e decorato sulle testate da pannelli entro elaborate cornici; lo fiancheggiano due camilli che portano tovaglioli e suppellettili.

La simmetria della composizione è controbilanciata dalla varietà delle vedute e dei gesti: tre commensali sporgono col busto da dietro la tavola, due sono adagiati lateralmente e uno è visto di schiena. Alcuni prendono i pani dai piatti, altri si appoggiano al bordo del letto con l'avambraccio, tenendo in mano un bicchiere nell'atteggiamento convenzionale del banchettante, occasionalmente combinato però con una posa più disinvolta, la testa appoggiata alla mano libera. Tutti indossano tuniche manicate e dalmatiche bianche ornate di davi e orbicoli purpurei. Le figure sono delineate con una pennellata scura, tozze e piatte, qua e là modellate da ombreggiature che accennano alle forme anatomiche sotto le vesti. Efficace ed espressivo è il verismo dei volti, accuratamente variati nelle sagome, nella direzione degli sguardi e nelle fisionomie, nonostante l'uniformità della resa a forti segnature scure. Girali e alberi sullo sfondo ambientano la scena in un giardino.

Il resto della decorazione è un'antologia di motivi di repertorio, tutti in qualche modo legati ai temi della rinascita e dell'aldilà, cui alludono anche gli alberelli, i fiori e i racemi sparsi tra le figure e sullo sfondo. La lunetta della parete d'ingresso ospita un'ennesima derivazione dal quadretto di Soso con le colombe intorno al bacile. Lungo le reni della volta, un fregio bordato da fasce rosse tra linee scure contiene altre figure di uccelli, pavoni affrontati a lato di un cesto di frutta, una lepre intenta a mordere l'uva: motivi resi con vivace policromia, e con maggiore disinvoltura rispetto alla scena di banchetto. Al di sopra, la volta è ornata da un intreccio di girali.

L'eleganza del disegno e i ricchi impasti cromatici (di particolare bellezza la composizione con la lepre, per il morbido naturalismo del pelame e i vividi riflessi luministici nel rendimento dell'uva) fanno di queste pitture una testimonianza altamente significativa della vitalità culturale di T. nel periodo tardoantico. Non meno sorprendente è la novità della tematica in rapporto all'iconografia funeraria locale, nota finora soprattutto dalle stele, che si attardano stancamente fino al IV sec. su schemi e motivi di tradizione ellenistica. Né per l'impostazione compositiva né per lo spirito la scena di convivio può essere paragonata al banchetto «eroico», ripetuto nei rilievi funerarî della zona con monotona fissità.

La tomba non è comunque un esempio isolato in Dobrugia, prestandosi a immediati confronti con quella ben nota di Silistra, per la tipologia, il repertorio e lo stile. Come le pitture di Silistra, quelle di T. conservano caratteri costantiniani nell'impianto delle figure, ma uniti a elementi di costume (il tipo del «paggio» con zazzera e l'acconciatura del «magistrato giovane» di Afrodisiade, adottata da uno dei banchettanti) che potrebbero orientare verso la fine del secolo.

Del medesimo complesso tomitano è segnalata anche un'altra tomba dipinta, con una figura di orante.

Bibl.: AA.VV., Romanité de la Roumanie, Parigi 1993, n. 16 s. - Per le fotografie finora pubblicate v. anche S. Moscati, in Archeo, 102, agosto 1993, pp. 40-53.