VALGUARNERA, Tommaso

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 98 (2020)

VALGUARNERA, Tommaso

Michela Catto

VALGUARNERA (Valcarenas, Valcarnera, Valgarneira, Valguarnero, Valgarnier, Valgrenier), Tommaso (nome cinese Wan Duomasi). – Nacque nel novembre del 1608 ad Assoro (Enna), discendente da una famiglia catalana stabilitasi in Sicilia investita nel 1626 del principato di Caropepe.

Entrò nella Compagnia di Gesù il 6 marzo 1627 a Palermo, da dove il 23 settembre 1630 scrisse la prima lettera (di sei) di richiesta alla missione indirizzata, come era d’uso, al preposito generale in cui avanzava il suo desiderio di essere mandato in Giappone e nelle Indie orientali. Anche suo fratello Giovanni fu gesuita (morto a Enna il 13 agosto 1672). Formatosi presso il noviziato di Palermo, insegnò grammatica e umanità a Enna (1633-37), con una breve parentesi a Monreale nel 1636.

Nel 1638 Valguarnera fu al Collegio Romano per frequentare il corso di teologia. Fu ordinato nel 1639. Il 26 marzo 1640 salpò da Lisbona per l’India. Completata la teologia nel collegio di Goa nel 1641, fu ministro della casa e procuratore della provincia del Giappone sino al 1648. Il 15 agosto 1649 diventò professo a Macao.

Nel 1653 fu fatto prigioniero per otto mesi da pirati protestanti. Fu rettore del seminario di Macao. Nel 1655 fu scelto come superiore dal visitatore Sebastião da Maia per rilanciare la missione nel Siam (Thailandia) dove i cristiani erano in grande parte giapponesi fuggiti dall’isolamento di Tokugawa. Ad Ayutthaya, grazie a una ricca donazione di 14.000 scudi romani del commerciante e comandante portoghese Sebastião André da Ponte, gesuita dal 1659, fondò il collegio di San Salvador e, con l’aiuto economico della convertita Isabel Rajiota, edificò il collegio che nel 1671 veniva indicato come una fondazione recente. Il re Phra Naraï (1657-1688), salito al trono con l’appoggio dei portoghesi, lo coinvolse nella costruzione delle difese della capitale e dei suoi palazzi nominandolo ingegnere imperiale.

Nel 1658 con l’ingresso in Indocina dei vicari apostolici della congregazione di Propaganda Fide iniziò una fase di importanti e gravi conflitti ecclesiastico-giurisdizionali con il padroado portoghese che deteneva il monopolio sull’attività missionaria e commerciale in Asia orientale. Nel 1662 arrivò ad Ayutthaya il vicario apostolico Pierre Lambert de la Motte (1624-1679) e nel 1664 François Pallu (1624-1684), vicario apostolico di Tonchino, Laos e della Cina sud-occidentale, ed entrambi fondatori delle Missioni straniere di Parigi (1660). Per più di vent’anni in nome dell’ideale missionario Lambert si oppose ai gesuiti accusandoli di confondere l’evangelizzazione con le pratiche commerciali e finanziarie. Il conflitto iniziò il 15 ottobre 1667 con la pubblicazione della lettera pastorale del vicario apostolico in cui denunciava la cupidità degli ordini religiosi e ordinava la sua affissione alle porte delle chiese e all’arrivo delle navi, nel Siam e in tutti i luoghi sottomessi alla sua giurisdizione. Alla lettera Valguarnera rispose con l’invio a Roma, il 1° novembre dello stesso anno, di una Mémoire sur la mission de Pierre Lambert, évêque de Bérythe in cui enucleava ventidue capi di accusa contro il protettore delle missioni francesi.

Di ritorno a Macao nel 1669, dal 23 luglio 1670 al 3 agosto 1674 Valguarnera fu visitatore delle missioni asiatiche della provincia del Giappone e della Cina in un momento particolarmente delicato e difficile per le missioni cristiane in Cina coincidente con la minorità dell’imperatore Kangxi e il governo da parte di una corte ostile al cristianesimo. In una lettera del 1° gennaio 1672 indirizzata al preposito generale Giovanni Paolo Oliva, Valguarnera scrisse del progressivo miglioramento della situazione salutata da una serie di piccoli festeggiamenti tra cui l’intonazione di un solenne «Te Deum al quale l’intera colonia, ecclesiastica e civile aveva partecipato» (Roma, Archivum romanum Societatis Iesu, Jap. Sin. 162, c. 346r) per festeggiare la scarcerazione dei religiosi.

Il 23 marzo 1675 Valguarnera era di nuovo nel Siam dove riassunse il suo incarico di rettore del collegio San Salvador, accompagnato dal portoghese João Abreu de Lima, visitatore della diocesi di Malacca e incaricato a questo titolo di contrastare il potere che il vicario Lambert si era attribuito in Siam. I molti conflitti degenerarono quando Propaganda, attraverso la figura del vicario Pallu, impose ai missionari il giuramento di soggezione ai vicari apostolici e il 6 dicembre 1677, e ancora il 28 agosto 1678, emise l’ordine di richiamare a Roma alcuni missionari, tra cui Valguarnera insieme ai confratelli Giuseppe Candoni e Bartolomé Acosta. Il giuramento di obbedienza dei missionari ai vicari apostolici venne definitivamente imposto nel 1680.

Valguarnera morì in Siam il 19 gennaio 1677.

Fonti e Bibl.: Documenti sono conservati in Roma, Archivum romanum Societatis Iesu, Fondo Gesuitico, 739, c. 79, 740, cc. 48 s., 271a, 430, 741, c. 134; Jap. Sin., 162, cc. 345-352, 354-355; altre indicazioni archivistiche in R. Streit, Bibliotheca missionum, V, Asiatische missionsliteratur 1600-1699, Aachen 1929, pp. 679, 682; L. Pfister, Notices biographiques et bibliographiques sur les jésuites de l’ancienne mission de Chine, 1552-1773, I, Chan-Hai 1932, p. 385; J. Dehergne, Répertoire des jésuites de Chine de 1552 à 1800, Roma-Paris 1973, p. 279; Monumenta historica Japoniae, I, Romae 1975, pp. 1317 s.; J. Ruiz de Medina, V. T., in Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, a cura di C.E. O’Neill - J.M. Domínguez, IV, Roma-Madrid 2001, pp. 3876 s.

Carta do P. Ferdinand Verbiest S.J. ao p. Thoma Valgarneira, Pekin 10 de Julho 1671, in P. Visschers, Onuitgegeven brieven van eenige Paters der Societeit van Jesus. Missionarissen in China, Arnhem 1857, p. 9.

Per la ricostruzione della sua biografia e della sua attività missionaria: G.F. Marini, Historia et relatione del Tunchino e del Giappone, Roma 1665, pp. 361, 410; [U. Tossetti], Riflessioni di un portoghese sopra il memoriale presentato da’ p.p. gesuiti alla Santità di pp. Clemente XIII felicemente regnante, Lisbona 1758, p. 163; P. Platel, Mémoires historiques sur les affaires des jésuites avec le Saint Siège, V, Lisbone 1761, p. 16; A. Launay, Histoire de la mission du Siam 1662-1811, I, Documents historiques, Paris 1920, p. 61; H. Chappoulie, Une controverse entre missionnaires à Siam au XVII siècle: le religiosus negotiator du jésuite français J. Tissanier suivi de quelques documents concernant le commerce de clercs, Paris 1943, p. 45; Id., Aux origines d’une Eglise. Rome et les missions d’Indochine au XVIIe siècle, I-II, Paris 1943-1948, passim; A.S. Rosso, Apostolic legations to China of the Eighteenth century, South Pasadena 1948, p. 124; J. Burnay, Notes chronologiques sur les missions jésuites du Siam au XVIIIe siècle, in Archivum Historicum Societatis Iesu, XXII (1953), 43, pp. 170-202; L. Petech, Some remarks on the portuguese embassis to China in the K’ang Hsi period, in T’oung Pao, XLIV (1956), 1-3, pp. 227-241; F. Margiotti, La Cina, ginepraio di questioni secolari, in Sacrae congregationis de Propaganda Fide, I, 2, Roma-Freiburg-Wien 1972, pp. 597-631; G. Gnolfo, Un missionario assorino. T. dei conti V., S.J. 1609-1677, Catania 1974; F. Fauconnet-Buzalin, Aux sources des missions étrangères. Pierre Lambert de la Motte, 1624-1679, [Paris] 2006, pp. 134, 159, 243, 244, 258, 284; T. Alberts, Conflicts and conversion. Catholicism in southeast Asia. 1500-1700, Oxford 2013, pp. 60, 65, 139. Sul suo contributo alla fondazione del collegio e della residenza cfr. E. Penalva, Mulheres em Macau. Donas honradas, mulheres livres e escravas. Séculos XVI e XVII, Lisboa 2011, ad indicem. Sul ruolo di architetto ad Ayutthaya v. L. Sternstein, ‘Krung kao’: the old capital of Ayutthaya, in Journal of the Siam Society, L (1965), 1, pp. 83-121; M. Jacq-Hergoualc’h, L’Europe et le Siam du XVIe au XVIIIe siècle. Apports culturels, Paris 1993, pp. 45 s.

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