TORINO

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

TORINO (XXXIV, p. 28; App. I, p. 1056; II, 11, p. 1005)

Manfredo Vanni
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Sono stati quasi completamente portati a termine i piani di ricostruzione predisposti per riparare alle distruzioni provocate dai numerosi bombardamenti aerei, con costruzione di modernissimi edifici, tra cui alcuni grattacieli, ampliamenti di vie, demolizione di vecchie case pericolanti. In via di attuazione è anche il piano regolatore della zona archeologica della Porta Palatina.

La popolazione è salita a 1.019.230 ab. (censim. del 15 ottobre 1961), che assieme ai 200.000 della catena dei minori comuni limitrofi costituiscono la grande T. moderna, agglomerato umano che risulterà ancor più imponente, quando, secondo le statistiche, fra qualche anno la stessa area di oltre 100.000 ettari dovrà ospitare 1,5 milioni di persone. Per far fronte al costante aumento della popolazione è cominciata la costruzione di due nuovi quartieri residenziali satelliti, a sud a Mirafiori, a nord alla Falchera. Un terzo quartiere è in fase di costruzione alle Vallette ed un quarto nel vicino comune di Moncalieri.

Notevoli sono state le migliorie apportate alla rete stradale sia cittadina (pavimentazioni, illuminazione, sottopassaggi pedonali, ecc.) sia esterna: radiale di Moncalieri, destinata a raccordarsi con l'autostrada Ceva-Savona; allargamento del rettilineo: Corso Francia-Rivoli; traforo della collina sotto Pino Torinese, per rendere più rapida la via per Genova; raccordo di questo con le vie a nord, tra le quali l'autostrada Torino-Ivrea.

Nuovi grandi edifici pubblici sono sorti nell'ultimo decennio (1948-58): il nuovo Politecnico; il Salone dell'automobile, il Teatro Nuovo (che rientrano mel complesso Torino-Esposizione); l'Auditorio della RAI, la sede della Galleria d'arte moderna, che rappresenta uno dei più razionali musei d'Europa. In costruzione i nuovi palazzi della Biblioteca Nazionale e della Biblioteca Civica distrutti dalla guerra. Si è anche (1959) iniziata la ricostruzione del Teatro Regio. Qui di seguito si accennerà anche agli edifici costruiti in relazione alle manifestazioni per il centenario dell'Unità d'Italia.

Città essenzialmente industriale, T. ha visto negli anni del dopoguerra un costante sviluppo delle sue industrie, soprattutto di quelle meccaniche, che assorbono 160.000 addetti. La maggior parte di questi è impiegata dalle fabbriche automobilistiche, che hanno reso T. famosa in tutto il mondo; la sola FIAT ha più di 80.000 dipendenti e produce in media 1300 automobili al giorno. Nuovi grandi stabilimenti sono sorti in regione Mirafiori e in regione Dora; è in progetto una grande strada automobilistica sotterranea che unirà i due centri degli stabilimenti FIAT a nord e a sud della città. A sud della città si innalza il nuovo grattacielo Lancia, altra casa di produzione di automobili, che sta costruendo un nuovo stabilimento presso Chivasso. Molte nuove industrie sono così sorte a Pinerolo, a Settimo, ecc.; così attorno a T. si va creando una serie di città satelliti industriali, che costituiscono un tutto unico con la grande città. Alle industrie meccaniche seguono per importanza quelle tessili, con oltre 51.000 addetti; quella edile, con circa 20.000 addetti; quella dell'abbigliamento e dell'arredamento con 16.650 addetti. Molte di queste industrie, per il loro carattere, non possono sorgere nel ristretto territorio comunale; hanno invece grande sviluppo nel territorio della provincia, in minori centri, e fra tutte assumono importanza le industrie conciarie e le cartiere.

Questo continuo incremento dell'industria nel dopoguerra ha determinato un sempre maggiore consumo di energia elettrica, consumo valutabile nel 1959 a 2 miliardi di kWh. Di qui la necessità di creare nuove fonti di energia, sfruttando, oltre alle centrali delle vicine valli alpine (valle dell'Orco e valle d'Aosta), anche alcune nuove centrali sia idroelettriche sia termoelettriche nei dintorni della città utilizzando le acque del Po (Moncalieri, Stura, Cimena). Allo sviluppo industriale corrisponde un intenso sviluppo commerciale in campo nazionale ed estero. Gli scambî hanno luogo attraverso la fitta rete stradale, che si giova di importanti valichi alpini e che presto si avvarrà anche del traforo del Monte Bianco e di quello del Gran San Bernardo, oltre che per ferrovia attraverso al Frejus. T. potrà diventare un punto nodale di traffici con i paesi della Comunità Europea quando si sarà inserita più direttamente nella rete stradale e ferroviaria europea, come nella rete aerea sfruttando il suo modernissimo aeroporto di Caselle. A vantaggio delle comunicazioni interne è oggi in attività il nuovo eliporto, a cui convergono varî regolari servizî per Milano, Genova, Aosta, ecc.

Provincia. - La popolazione residente è in costante aumento; da 1.588.057 ab. nel 1956 è salita nel 1958 a 1.671.262 e a 1.814.427 al censimento del 15 ottobre 1961. Nel decennio 1947-56 sono entrate 327.772 unità provenienti in parte dal Piemonte, dal Veneto e dalle regioni dell'Italia Meridionale. Nuclei di addensamento demografico sono: T., valli di Susa e Lanzo, Pinerolo, Cuorgné, Settimo, Chivasso, ecc., tutti centri industriali. Nelle alte valli alpine si verifica invece uno spopolamento. Un diradamento si nota anche nelle zone agricole del piano per effetto della meccanizzazione dell'agricoltura e del richiamo esercitato dai centri industriali. Particolare sviluppo ha assunto la zona di Ivrea per la nuova organizzazione industriale "Olivetti"; anche Chivasso, Settimo e Pinerolo assorbono varie industrie.

Lo sviluppo del turismo ha portato nuove ricchezze alla provincia di T. nella sezione montana, che è la più povera.

Caratteristico del decennio 1948-58 è stato il moltiplicarsi delle autolinee e delle filovie tra T. e i centri della provincia, che hanno sostituito varie ferrovie e tranvie a scartamento ridotto: la sola filovia di Rivoli trasporta 10 milioni annui di viaggiatori.

Celebrazioni per il centenario dell'Unità ("Italia 61"). - In occasione del primo centenario dell'unità italiana, fu costituito, con legge 30 dicembre 1959. n. 1235, sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica, il Comitato nazionale per la celebrazione del I centenario dell'Unità d'Italia; Torino che già era stata sede nel 1911 di una Esposizione universale per celebrare il cinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia è stata nuovamente designata come sede delle manifestazioni, congressi e mostre, tutte comprese sotto la sigla di Italia 61. Patrocinate dunque da un Comitato nazionale, costituito in ente morale, sovvenzionate dallo stato con un contributo di 13 miliardi di lire, dal comune di Torino e da enti varî piemontesi con una somma di altri 8 miliardi, le manifestazioni hanno voluto offrire una documentazione dell'ascesa compiuta dal popolo italiano in cento anni. Sono state organizzate 3 mostre, la Mostra storica, la Mostra delle regioni e l'Esposizione internazionale del lavoro, che nel loro insieme volevano significare un unico quadro, senza soluzione di continuità fra passato, presente e ruturo, e intendevano inoltre affermare l'unità dello spirito umano e della coscienza italiana nel mutare degli eventi e nel succedersi dei fatti storici, economici e politici.

Inaugurata, al pari delle altre mostre, il 6 maggio, la mostra storica dell'Unità d'Italia è stata allestita attraverso 32 sale di palazzo Carignano, con materiale raccolto nei musei del Risorgimento di Torino e Milano e in numerose gallerie e collezioni private d'Italia e d'Europa. Divisa in 6 sezioni, la mostra storica si è svolta cronologicamente sviluppando sei temi particolari: le premesse: dalle riforme all'Italia napoleonica; la preparazione: dalla Restaurazione ai moti del 1831; le correnti di idee: dal mazzinianesimo al federalismo democratico; la rivoluzione democratica: dalle speranze neo-guelfe alla Repubblica Romana; le realizzazioni: dal Piemonte costituzionale alla formazione dello stato unitario; le conclusioni: da Firenze a Roma. Alle sei sezioni si aggiungeva inoltre una sala dedicata agli echi del Risorgimento nella Resistenza per ricordare che la tradizione risorgimentale ha avuto nella lotta contro il fascismo e possiede ancora valore attuale. A poca distanza da palazzo Carignano, in piazza Castello, la mostra storica si estendeva idealmente a comprendere la Mostra dell'antico libro piemontese nelle sale della Biblioteca Reale, la Mostra delle bandiere ed armi del Risorgimento nell'Armeria Reale e la mostra del vecchio Piemonte nei saloni dell'Archivio di Stato.

Nel vasto quadro di rievocazioni e mostre di "Italia 61", l'Esposizione internazionale del lavoro ha occupato un posto di importanza capitale. importanza dovuta in parte al tema stesso dell'Esposizione "L'uomo al lavoro - 100 anni di sviluppo tecnico e sociale: conquiste e prospettive", in parte alla larghezza di adesioni ottenute, ben 22 fra stati esteri e organismi internazionali, e 13 fra grandi aziende, associazioni ed enti italiani. Concepita fin dall'origine con scopi puramente culturali, l'Esposizione internazionale non ha presentato quindi nessun carattere competitivo non avendo fini commerciali di nessun genere: per questa ragione i paesi partecipanti sono stati invitati a scegliere in una lista di temi preparati dal governo italiano in accordo col Bureau international du travail. quello più vicino alle proprie preferenze e a trattarlo analiticamente col massimo della obiettività storica e della ricchezza documeritaria. Ciascuno di questi temi rappresentava un particolare aspetto dello sviluppo tecnico e sociale del secolo e lo spirito disinteressato con cui ogni paese ha potuto così considerare il suo specifico argomento ha costituito la miglior garanzia della validità culturale del quadro complessivo offerto dall'Esposizione. Tutta l'Esposizione è stata ordinata in un ciclopico edificio progettato da Pier Luigi e Antonio Nervi, vincitori dello speciale concorsoappalto indetto nella primavera 1960 dal Comitato "Italia 61", che sfrutta con un impiego sorprendentemente moderno un elemento antichissimo: la colonna. Su una superficie quadrata di 160 m di lat,. 16 elementi bastano a sorreggere una copertura che racchiude un volume pari a 650.000 metri cubi. Ogni colonna di cemento, di originale disegno, sopporta 1600 m quadrati di copertura. L'altezza di ciascun elemento è di 26 m, mai raggiunta al mondo; le colonne sono perfettamente indipendenti, unite solamente da vetri.

A integrazione di queste due grandi mostre, sulle rive del Po alla confluenza con il torrente Sangone, sorgeva la Mostra delle Regioni che si sviluppava nei 19 padiglioni regionali e si armonizzava nel padiglione unitario. La giustificazione storica, della terza mostra di "Italia 61" era nel programma di offrire la presentazione e lo svolgimento di problemi che sono inerenti a ciascuna regione ma che purtuttavia, per le loro qualità rigorosamente storiche e culturali, interessano tutta l'Italia e anzi l'Europa. A tal fine sono stati concordati, con i comitati di ciascuna regione, i temi meglio rappresentativi e piò idonei, scartando decisamente le stanche e polverose ricostruzioni ambientali di un folclore e di un artigianato che non rispondono più alla vita e alla tecnica moderne.

Per il collegamento nell'immenso comprensorio delle Mostre costruite sull'asse di corso Polonia, lungo le sponde del Po, è stata costruita una monorotaia unica al mondo perché l'automotrice è appoggiata a una pista sopraelevata in cemento larga un metro e mezzo: il veicolo ha trasportato a 90 km orarî i visitatori di "Italia 61"; da maggio all'ottobre circa 8 milioni di persone. Si devono inoltre ricordare i servizî accessorî (ben 7 ristoranti e un attrezzato self-service, il Circarama di Walt Disney, cioè un cinematografo su schermo circolare - 360 gradi - per cui lo spettatore è completamente circondato dalle scene del film, la cui sala di proiezione ha un diametro di 32 m, un'altezza di 12 e una capienza di 1000 persone. Il film in technicolor realizzato dalla Fiat per il Circarama è unico e s'intitola Italia 61. Dal 28 aprile al 15 giugno si è anche svolta, col concorso di 595 espositori di 33 Paesi, la Mostra dei fiori, la più completa e grandiosa rassegna organizzata in questo settore in Italia, "Flor 61". Tra le Mostre di contorno ricordiamo ancora da giugno a settembre la Mostra della moda stile e costume all'interno del Palazzo delle mostre e la serie degli spettacoli. dal Teatro dei burattini di Mosca di Obrazcov, al Piccolo Teatro della città di Milano, dal Théâtre national populaire di Parigi alla comp. De Lullo-Falk-Guarnieri-Valli-Albani, dalla comp. Habima alla Comédie française e inoltre la compagnia di balletti Rambert di Londra e il complesso folcloristico Maghi della Nigeria e lo sport. entrato nella serie delle manifestazioni di "Italia 61" con i campionati universitari di maggio comprendenti 6 specialità: tennis maschile e femminile, scherma maschile, atletica maschile e femminile; nuoto maschile e femminile, pallacanestro maschile, rubgy, seguiti poi dai campionati internazionali d'Italia di tennis, da alcuni incontri di pugilato che hanno tenuto a battesimo il nuovo Palazzo dello Sport costruito appositamente per le manifestazioni sportive di "Italia 61" vedi tav. f. t.

Bibl.: Torino, Rivista mensile della città, Annate varie; G. Melano, Alcune situazioni derivanti dall'incremento migratorio, in Annuario statistico 1954 città di Torino; M. Vanni, L'immigrazione a Torino dall'Italia meridionale, in Riv. Geografica Italiana, LXIV (1957); id., Le dimore rurali nella pianura torinese e loro evoluzione, in Studi geografici sulle sedi umane - Suppl. al vol. LXV (1958) della Riv. Geogr. Ital.; id., Limiti e popolazione delle quattro più grandi città italiane: Roma, Milano, Napoli, Torino, in L'Universo, XXXVIII (1958); Proposta di studio di un piano regolatore intercomunale della città di Torino, in Torino. Riv. mensile della città, XXX (1954); D. Gribaudi, A. Zaccuti, S. Ronco, N. Veronesi, Studi geografici su Torino e il Piemonte, Torino 1954; Panorama economico e sociale della Provincia di Torino, Torino 1959; D. Gribaudi, Il paesaggio agrario della collina, in Atti d. Accad. di Agricoltura di Torino, Torino 1955-56; Camera di Commercio di Torino, Torino in cifre, Torino 1959.

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