Trapelare

Enciclopedia Dantesca (1970)

trapelare

Andrea Mariani

Spiega il Landino che t. " è quando di cosa non bene stuccata, el licor che c'è dentro gocciola "; e il Vellutello: " ‛ trapelare ' è proprio de l'otto pieno, quando in alcuna parte spande, perché passa il pelo "; e il Borghini: " peli si chiamano... alcune sottilissime fessure de' muri.., donde l'acqua per simil... spiragli si dice trapelare, cioè passare e penetrare per questi peli ".

Nell'esempio dantesco, soggetto non è l'acqua ma la neve che, liquefatta, in sé stessa trapela, / pur che la terra che perde ombra spiri (Pg XXX 88). Si noti l'aggiunta della specificazione in sé stessa, a indicare che la neve liquefatta " trapassa dentro da sé, et isdura (quella) che è indurata dentro e falla risolvere " (Buti); " la prima a sciogliersi è la neve di superficie la quale poi trapela, lentamente e quasi a stento, attraverso le minutissime strutture degli strati inferiori, gli ultimi a sciogliersi " (Mattalia). Il Cesari giudica " dipinto al vivo il gocciar che fa dentro da sé, risolvendosi in acqua ".