NINFEO, Trattato di

Enciclopedia Italiana (1934)

NINFEO, Trattato di

Camillo Manfroni

Stipulato il 13 marzo 1261, nella piccola città di Nif, ora Kemalpaşa (τὸ Νύμϕαιον, lat. Nympheum, a oriente di Smirne), tra Michele Paleologo, sovrano di Nicea e pretendente al trono imperiale di Bisanzio e gli ambasciatori del comune di Genova, Guglielmo Visconti (Vicecomes) e Guarnerio Giudice, rappresentanti del podestà Martino da Fano e del capitano del popolo Guglielmo Boccanegra.

Per questo trattato, offensivo ostensibilmente contro la sola Venezia, ma effettivamente anche contro l'impero latino d'Oriente, il comune di Genova si obbligava ad aiutare il Paleologo nella rioccupazione di tutto il territorio già soggetto all'impero bizantino, ricevendone in compenso la città di Smirne in pieno e assoluto possesso, e un quartiere franco, con esenzione da qualsiasi imposta, nelle principali città dell'impero, qualora fosse riconquistato, specialmente a Costantinopoli, ad Adrianopoli, a Salonicco e nelle isole di Scio, di Lesbo, di Eubea e di Candia. I Genovesi avrebbero fornito al Paleologo un'armata navale, pagata però e mantenuta dal sovrano; e questi si obbligava a escludere dal suo stato e dai suoi porti le navi e le persone dei nemici di Genova, cioè dei Veneziani, allora condomini dell'impero latino e signori di Eubea, di Creta, di parte della Morea, delle Isole Ionie ecc.

Stipulato da Genova in seguito alle sanguinose sconfitte patite, per opera dei Veneziani, nelle colonie di Palestina e di Siria, il trattato di Ninfeo non ebbe esecuzione, sia perché l'atmata navale di Genova giunse in Levante quando già Costantinopoli era caduta in potere del Paleologo e l'impero latino era miseramente crollato, sia perché gravi dissensi scoppiarono, tra i rappresentanti di Genova e il nuovo sovrano del restaurato impero bizantino. Ebbero, sì, i Genovesi la soddisiazione di distruggere il quartiere veneziano di Costantinopoli e di mandarne a Genova alcune pietre a ricordo del loro trionfo, ma né poterono togliere a Venezia Creta, l'Eubea o alcun altro possesso coloniale, né ebbero la tanto desiderata Smirne.

Del testo del trattato si conservano nell'archivio di stato di Genova alcune copie. Esso è molto importante anche come fonte per la storia marinara del secolo XIII, perché contiene un largo elenco delle paghe dei comandanti e dei marinai, la nota dei viveri che si dovevano somministrare agli equipaggi e altre preziose notizie, che invano si cercherebbero altrove.

Bibl.: Cont. di Caffaro, vol. IV, ediz. Ist. st. ital.; C. Manfroni, Storia della marina italiana dalle invasioni barbariche al trattato di Ninfeo, Livorno 1899, cap. 16°; id, Le relazioni fra Genova, l'Impero bizantino e i Turchi, in Atti Soc. lig. st. pat., XXVIII. In appendice il testo latino del trattato in trascrizione diplomatica.

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