TREVERI

Enciclopedia Italiana (1937)

TREVERI

Plinio Fraccaro

. I Trevĕri (meno corretto Trevĭri) erano una popolazione dell'antica Gallia Belgica, che abitava sulle due rive della Mosella, da Sierck al Reno, e fra le colline dell'Eifel (Silva Arduenna) a N. e il fiume Nahe a S. (alcuni li fanno giungere più a S., sino alla Lauter). Inoltre, parecchie tribù di Germani a ovest del Reno erano clienti dei Treveri: Eburoni, Condrusi, Pennani, Segni. Essi vantavano origini germaniche, ma erano Galli di carattere e gallici erano i loro nomi; forse avevano subito infiltrazioni germaniche e la tribù, per le continue lotte contro i Germani, cultu et feritate non multum a Germanis differebat (Cesare, Bell. gall., VIII, 25, 2). Essi avevano la migliore cavalleria della Gallia e una numerosa fanteria (Cesare, ibid., V, 3,1). Amici dei Romani sino dal 58, non lottarono con gli altri Belgi contro Cesare nel 57 e anzi gli inviarono aiuti di cavalleria. Combatterono invece contro i Romani nel 54 e 53 e furono battuti da Labieno; non parteciparono alla grande sollevazione gallica del 52, ma si ribellarono nel 51. Una loro sollevazione è ricordata nel 29 a. C. Pacificata la Gallia, ebbero il titolo di città libera, cominciò la loro latinizzazione e Augusto fondò circa il 14 a. C. la loro capitale, che da Caligola o Claudio ebbe il titolo di colonia Augusta Treverorum (Treviri) e divenne presto città molto importante (v. treviri).

Era però una tribù irrequieta. Il trevero Giulio Floro fu tra i ribelli del 21 d. C.; la tribù non partecipò alla rivolta di Vintice nel 68, ma a quella del 69, fra i cui capi erano i treveri Tutor e Classicus. Questi proclamò a Treveri l'imperium Galliarum, ma il generale romano Ceriale batté a Rigodulum i Treveri e poi, presso la loro città, Civile venuto in loro aiuto. Pacificato definitivamente, il paese dei Treveri si trasformò rapidamente e divenne una delle più ricche, ridenti e colte regioni della Gallia romana. La favorevole posizione sulla grande strada da Lione alla Germania inferior, il contatto con le legioni romane, l'attività e l'ingegno degli abitanti promossero lo sviluppo commerciale della città e della regione. Negozianti treveri s'incontrano in tutto l'Occidente. Percorso dalla pescosa Mosella, il paese trevero si coprì di svariate colture, specialmente di vigneti che divennero famosi, di grossi vici, fra i quali è da ricordare Noviomagus (Neumagen), e di ricche ville, che diedero copiosi e preziosi monumenti al museo di Treviri. Ausonio (Mosella) e Venanzio Fortunato (Carmina, X, 9, 30) descrissero con lodi entusiastiche la regione dei Treveri, il cui lustro si accrebbe quando, alla fine del secolo III d. C., la sua città divenne sede d' imperatori e capitale della Gallia e dell'Occidente.

Bibl.: J. Steininger, Geschichte der Trevirer unter d. Herrschaft d. Römer, Treviri 1845; A. Domaszewski, in Corpus Inscript. Lat., XIII, p. 582; C. Jullian, Histoire de la Gaule, Parigi 1909-1926 (3a ed. dei primi volumi 1920 seg.) spec. II, p. 477, VI, p. 476; P. Steiner, Römische Landhäuser im Trierer Bezirk, Berlino 1923; K. Schumacher, Siedelungs- und Kulturgeschichte der Rheinlande, II, Magonza 1923, passim; Germania Romana. Ein Bilder-Atlas, 2a ed., Bamberga 1924 segg., passim.

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