Triunvirato

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(o triumvirato) In Roma antica, collegio di tre persone, titolari di funzioni pubblicamente rilevanti, detti triumviri o tresviri: potevano essere magistrature ordinarie minori non fornite d’imperium o straordinarie. Tra le ordinarie, la più antica fu il t. dei tresviri capitales o nocturni, che eseguivano le sentenze di morte, e dei tresviri (o triumviri) monetales, incaricati di presiedere alla coniazione delle monete, durati dal 250 a.C. fino ad Aureliano. Fra i t. straordinari, hanno importanza i triumviri coloniae deducendae, nominati in caso di deduzione di colonie romane o latine.

I due più famosi t. ridussero per due volte nelle mani di tre uomini politici la somma del potere: furono quelli siglati nel 60 a.C. da Cesare, Pompeo e Crasso e nel 43 a.C. da Ottaviano, Marco Antonio e Lepido. Il primo t. non ebbe carattere ufficiale: fu un patto meramente politico con cui però i tre uomini politici si spartirono, di fatto, il governo di Roma. In particolare, il patto stabilì che Cesare rivestisse il consolato e quindi la carica di proconsole per 5 anni, nell’Illirico e, soprattutto, nelle Gallie, che Pompeo rimanesse a Roma, a controllare la città e a governare anche le province ispaniche, e Crasso avesse mano libera in Oriente. L’accordo fu pubblicamente rinnovato a Lucca, nel 56, ma andò in crisi di lì a poco, sia per la morte di Crasso (53) sia per i contrasti insorti tra Cesare e Pompeo. Il secondo t., istituito con una legge Tizia del 43, ebbe invece carattere ufficiale: Ottaviano, Marco Antonio e Lepido ebbero l’imperium supremo sulla repubblica, per la durata di 5 anni. Fu esercitato di comune accordo, convenendosi fra i triunviri che il primo rimanesse a Roma e governasse le province occidentali, il secondo quelle orientali, il terzo l’Africa. Alla scadenza, nel 38 a.C., il t. fu rinnovato, ma emarginando di fatto Lepido, cui venne attribuita soltanto la carica di pontefice massimo; inoltre, gravi dissidi intervenuti fra Ottaviano e Antonio portarono a una nuova guerra civile, conclusasi nel 31 con la battaglia di Azio, da cui uscì vincitore Ottaviano, futuro Augusto.

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