Lee, Tsung-Dao

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Fisico cinese (n. Shanghai 1926); dal 1956 prof. nella Columbia University; gli si debbono importanti ricerche teoriche sulle particelle elementari, sulla meccanica statistica e su questioni di astrofisica. Celebri soprattutto sono i suoi lavori sulla teoria quantistica dei campi, e in particolare quelli sulle interazioni deboli, condotte nel 1956 in collaborazione con C. N. Yang. Dopo un accurato esame critico dei due modi di disintegrazione del mesone K carico in due e tre mesoni π (in precedenza attribuiti a due mesoni diversi), i due fisici avanzarono l'ipotesi che per le interazioni deboli non fosse valido il principio, da tutti allora ammesso, d'invarianza speculare dei fenomeni fisici, analiticamente espresso dal principio di conservazione della parità, criticando inoltre acutamente alcuni argomenti addotti a sostegno del principio. La memoria di Yang e L. suscitò inizialmente perplessità, ma un esperimento sul decadimento beta, suggerito dagli stessi Yang e L., confermò la non conservazione della parità nei casi particolari accennati. Nel 1957, per questa loro fondamentale scoperta, ai due scienziati fu conferito il premio Nobel per la fisica. Dal 1982 socio straniero dei Lincei. Dal 1986 dirige il China center of advanced science & technology di Pechino. Dal 1997 al 2003 ha diretto il RIKEN-BNL research center, di cui dal 2004 è direttore emerito. Tra le pubblicazioni: Particle physics and introduction to field theory (1981); Symmetries, asymmetries, and the world of particles (1988); The challenge from physics (2002); Response to the dispute of discovery of parity violation (2004).

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Decadimento beta