Unione cristiano-democratica

Dizionario di Storia (2011)

Unione cristiano-democratica


(Christlich demokratische Union, CDU) Partito politico tedesco, costituito nel 1945, appartenente alla famiglia democratico-cristiana (➔ Democrazia cristiana) e al Partito popolare europeo. Erede della Zentrumspartei, fondata nel 1870 e attiva fino all’avvento del nazismo (1933), la CDU fu fondata a Berlino con l’intento di unire i conservatori e i moderati tedeschi, superando la connotazione quasi esclusivamente cattolica del Zentrum. Negli anni immediatamente successivi, il partito fu costituito nelle tre zone di occupazione occidentale, sorgendo come organizzazione unitaria a livello di tutta la Repubblica federale tedesca nel 1950. Suo primo presidente (1950-66) fu K. Adenauer, intanto anche cancelliere della RFG e tra i promotori del processo di unificazione europea, oltre che fervente sostenitore dell’adesione tedesca alla NATO. Nel 1963 ad Adenauer subentrò come cancelliere L. Ehrard, che nel 1966 lo sostituì anche alla guida del partito, distinguendosi per la sua attenzione alla «economia sociale di mercato». Indebolita dalla crisi economica e dalla stessa evoluzione sociale e politica del Paese, nel 1966 la CDU avviò l’esperienza del governo di Grosse Koalition, guidato dal suo dirigente G. Kiesinger, assieme alla SPD (➔ Partito socialdemocratico tedesco) di W. Brandt. Sconfitta alle elezioni del 1969, la CDU dovette passare all’opposizione del nuovo governo di coalizione tra socialdemocratici e liberali della FDP. Solo nel 1982, a seguito del mutato orientamento della FDP, la CDU – alla testa della quale era giunto dal 1973 H. Kohl – poté tornare al potere, con lo stesso Kohl cancelliere. Questi si orientò verso politiche economiche nettamente neoliberiste, rafforzando sul piano internazionale l’intesa con gli USA e favorendo il dialogo con la nuova leadership sovietica di M.S. Gorbačëv, fino a raggiungere l’antico obiettivo dello scioglimento della Repubblica democratica tedesca. Lo stesso Kohl gestì quindi anche la fase della riunificazione, con tutte le contraddizioni economiche e sociali che essa comportò. Nel 1998 si dimise da cancelliere e da presidente del partito (cariche che, come si è visto, sono andate spesso di pari passo), cedendo la leadership ad Angela Merkel, eletta presidente della CDU nel 2000. Nel 2005, a seguito dell’incerto esito elettorale, CDU e SPD si accordarono per un nuovo governo di coalizione, in cui proprio la Merkel fu indicata come cancelliere.

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