Unione monetaria

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

Unione monetaria


Convergenza delle politiche monetarie degli Stati membri dell’Unione Europea, con la creazione della moneta unica e della Banca Centrale Europea quale titolare della politica monetaria dell’Unione. L’U. m. è l’elemento portante della struttura istituzionale ed economica della UE, basata sull’adozione di una moneta unica, l’euro, per tutti gli Stati aderenti e sull’applicazione dei principi di libera circolazione dei capitali, delle merci, dei servizi e delle persone (➔ anche UEM).

Le fasi dell’Unione monetaria

Nel giugno 1988 il Consiglio europeo assegnò a un comitato, guidato dal presidente della Commissione europea J.L.J. Delors, il compito di elaborare la realizzazione dell’Unione monetaria. Il Rapporto Delors, redatto a conclusione dei lavori, definì gli obiettivi, i contenuti e le 3 fasi in cui si sarebbe realizzata l’Unione monetaria. ● Il 1° luglio 1990, con l’abolizione di tutte le restrizioni alla circolazione dei capitali tra gli Stati membri, il Consiglio diede il via alla prima fase del processo di unificazione economica e monetaria. Per la realizzazione della seconda e della terza fase fu necessario modificare il Trattato di Roma (➔ Trattato che istituisce la Comunità Economica Europea). Il 7 febbraio 1992 fu firmato a Maastricht il Trattato sull’Unione Europea (➔ Trattato di Maastricht), che entrò in vigore il 1º novembre 1993. Il Trattato stabilì una serie di criteri guida per l’ammissibilità dei Paesi all’area dell’euro, in particolare il rispetto di 4 parametri, relativi all’andamento dell’inflazione, a quello dei tassi di interesse a lungo termine, a specifici rapporti rispetto al PIL del deficit e del debito pubblico e alla stabilità dei cambi (partecipazione da almeno due anni senza gravi svalutazioni alla banda del Sistema Monetario Europeo, ➔ SME). ● Il 1° gennaio 1994, con la creazione in via transitoria dell’Istituto Monetario Europeo (IME), ha avuto inizio la seconda fase. L’istituto non era responsabile della conduzione della politica monetaria dell’Unione Europea, che rimaneva una prerogativa delle banche centrali nazionali, e non aveva competenza per effettuare operazioni in valuta. All’IME erano affidati due compiti fondamentali: rafforzare la cooperazione tra le banche centrali e il coordinamento delle politiche monetarie, e iniziare i lavori per l’istituzione del SEBC, il Sistema Europeo delle Banche Centrali (➔), per la conduzione di una politica monetaria comune e per la creazione di una moneta unica. L’IME ha definito il quadro regolamentare, organizzativo e logistico necessario affinché il SEBC potesse diventare operativo nella terza fase. In questa seconda fase è stata inoltre delineata la disciplina di bilancio, con l’adozione del Patto di stabilità e crescita (➔), arrivando così all’identificazione dei due criteri di convergenza, uno istituzionale e l’altro economico. La convergenza istituzionale aveva l’obiettivo di adattare gli ordinamenti nazionali e uniformarli alle gestioni della politica monetaria, in particolare vietando il finanziamento del disavanzo pubblico attraverso le banche centrali. La convergenza economica, invece, aveva lo scopo di stabilizzare prezzi, tassi di cambio e tassi d’interesse nella futura area dell’euro. Il 1° giugno 1998 è diventata operativa la Banca Centrale Europea (BCE) che, insieme alle banche centrali dei singoli Paesi della UE, ha costituito il SEBC, o eurosistema, e contestualmente è stato liquidato l’IME. Nel dicembre 1995 il Consiglio europeo ha formalmente deciso di denominare ‘euro’ l’unità monetaria europea; nel maggio 1998 ha sancito l’adempimento dei criteri di convergenza da parte di 11 Stati, avvenuto nel 1997: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. ● Il 1º gennaio 1999 è così iniziata la terza e ultima fase dell’U. m., con la definizione di una politica monetaria unica sotto la responsabilità della BCE, caratterizzata dalla determinazione dei livelli di cambio definitivi tra le monete nazionali e la nuova valuta. L’euro è così divenuto la valuta ufficiale della UE, benché si sia dovuto attendere fino al 1° gennaio 2002 per l’immissione in circolazione della nuova moneta. I partecipanti all’area dell’euro sono poi gradualmente aumentati, con l’entrata della Grecia il 1° gennaio 2001, della Slovenia il 1° gennaio 2007, di Cipro e Malta il 1° gennaio 2008 e della Slovacchia nel gennaio 2009; infine, gli Stati membri dell’U. m. sono passati a 17, il 1º gennaio 2011, con l’adesione dell’Estonia.

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