Urna

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urna archeologia Presso gli antichi, vaso in genere. In particolare, u. cineraria, recipiente di terracotta, pietra, vetro o metallo, usato per custodire le ceneri e i residui ossei di una salma dopo la cremazione. Se ne ha una ricca esemplificazione a partire dalle necropoli a cremazione della civiltà del Bronzo e della prima civiltà del Ferro. Dai grossolani vasi ossuari a doppio tronco di cono e dalle u. a forma di capanna, attraverso le varie fasi di civiltà, si arriva alle raffinate u. o cassette scolpite, caratteristiche di varie necropoli tarde dell’Etruria. In età romana, con il rito pressoché esclusivo della cremazione (fino al 2° sec. d.C.), si hanno numerosi esemplari di u., sia in terracotta e di forme molto semplici, sia in vetro, pietra o marmo scolpito con scene figurate e motivi decorativi, festoni, uccelli. Le ceneri di personaggi imperiali si custodivano in u. di metallo prezioso, come quella con le ceneri di Traiano, già nella cella ai piedi della colonna omonima. Con il trionfo del cristianesimo, che condannava l’incinerazione, cessò l’uso delle u. funerarie.

Antica unità di misura romana di capacità corrispondente a quattro congii, cioè a 13,13 litri.

Per i campi di u. ➔ campo. botanica In certe piante carnivore (Nepenthes, Sarracenia), parte della foglia a forma di u. (➔ ascidio).

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