utopia Formulazione di un assetto politico, sociale, religioso che non trova riscontro nella realtà ma che viene proposto come ideale e come modello; il termine è talvolta assunto con valore fortemente limitativo (modello non realizzabile, astratto), altre volte invece se ne sottolinea la forza critica verso situazioni esistenti e la positiva capacità di orientare forme di rinnovamento sociale.
Sebbene il termine u. sia apparso solo in epoca moderna, nella storia del pensiero quello dell’u. costituisce un tema ricorrente. Già nell’antichità classica, oltre alle rappresentazioni poetiche di tipo utopistico (quali quelle della terra dei Feaci, delle
Poco rappresentata nel Medioevo, l’u. raggiunge l’apice del suo sviluppo nel Rinascimento. A T. Moro si deve, oltre che il conio del termine, la pubblicazione nel 1516 di un’opera destinata ad avere singolare fortuna e a servire da punto di riferimento per tutte le successive u. politico-sociali. In essa l’umanista conduce un’acuta critica della società e dell’organizzazione assolutistica dello stato inglese, con una denuncia delle gravi conseguenze economiche di tale assetto, e delinea la struttura politica, economica e sociale di uno stato ideale. Notevole importanza, nel quadro dell’utopismo rinascimentale, riveste la Città del Sole di
Man mano che ci si avvicina ai tempi più recenti, le u. assumono maggiore significato sociale, come quelle di
Con il marxismo la concezione materialistica della storia e la lotta di classe fra borghesia industriale e il proletariato di fabbrica contribuiscono alla svalutazione dell’utopia. Ma aspetti utopici sono stati visti anche in idee-forza del comunismo e dell’anarchismo: rivoluzione mondiale, dissoluzione ultima dello Stato, assoluto egualitarismo. E, anche all’interno della tradizione marxista, c’è chi, come