VALENTIN, Regina, maritata Mingotti

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 97 (2020)

VALENTIN, Regina, maritata Mingotti

Davide Mingozzi

VALENTIN (Valentini), Regina, maritata Mingotti. – Nacque a Napoli, dove fu battezzata il 16 febbraio 1722 (Pollerus, 2005, pp. 27, 494), seconda di sei figli di Lorenz, maniscalco nel reggimento austriaco di stanza in città, e di sua moglie Maria Susanna. Il nome impostole fu Anna Regina Giuliana.

Nel 1772, a Charles Burney, che la incontrò a Monaco di Baviera, la cantante stessa narrò i suoi trascorsi, sebbene non sempre in modo sincero (Burney, 1775; fu poi la fonte dei successivi resoconti biografici). Si apprende così che, a nemmeno un anno di distanza dalla nascita, la famiglia si trasferì in Stiria, dapprima a Graz, e poi a Ilz, dove il padre morì nel dicembre del 1732. Risposatasi la madre, Regina fu collocata da uno zio prete in un convento di orsoline, dove le furono impartite forse le prime lezioni di musica (Hoevel, 1977, pp. 634-637). Secondo il racconto della cantante, fu la badessa a istruirla nel canto senza l’ausilio di alcuno strumento: dal che, a detta di Burney, sarebbe derivata la fermezza nell’intonazione che sempre la contraddistinse. Tra le mura claustrali rimase all’incirca fino al 1735. Alla morte dello zio fu ricondotta a casa, ma non trovò accoglienza né dalla madre né dalle sorelle, poco propense ad apprezzare le sue doti canore.

La carriera della cantante coincise da un lato con la massima espansione dei drammi per musica del Metastasio in Europa (tutti suoi, salvo diversa indicazione, sono i drammi citati in questa sede; tra parentesi i nomi dei compositori), dall’altro con la diffusa prassi del cosiddetto pasticcio, cioè l’assemblaggio di arie di diversa estrazione montate sul telaio di un dato dramma. Nel 1743, a Graz, Regina si accodò alla compagnia operistica del veneziano Pietro Mingotti, con il quale si sposò poi, a suo dire controvoglia, il 16 aprile 1746 ad Amburgo. Se nei primi libretti comparve con il cognome italianizzato, Valentini, dopo il matrimonio, e per il resto dei suoi giorni, portò il cognome del marito. Debuttò come Megabise nel pasticcio metastasiano Artaserse inscenato nel teatro am Gänsemarkt di Amburgo dal 13 novembre 1743; seguirono altri due pasticci, Ipermestra (un rifacimento del dramma di Antonio Salvi) e Siroe. Con la troupe Mingotti, si produsse poi in varie città (Amburgo, Praga, Linz), disimpegnando dapprima ruoli di seconda donna – Matilde nell’Adelaide di Salvi (musica di Filippo Finazzi), Emilia nel Catone in Utica (Paolo Scalabrini) – e anche di buffa (pasticcio Fiammetta, Amburgo 1745). Nel gennaio del 1746 debuttò ad Amburgo come primo uomo en travesti nell’Arminio, revisione di un vecchio dramma di Salvi (Scalabrini), e nel Temistocle (Finazzi; per la cronologia degli spettacoli dati dai Mingotti con la cantante cfr. Müller von Asow, 1917; Theobald, 2015).

Nella primavera del 1747 i Mingotti furono a Dresda. E il 29 giugno, nel castello di Pillnitz, Regina prese parte alla serenata Le nozze d’Ercole e d’Ebe con musica di Christoph Gluck (su un testo adespoto già musicato da Nicola Porpora) per le doppie nozze di Federico Cristiano di Sassonia con Maria Antonia Walpurgis di Baviera e di Massimiliano Giuseppe di Baviera con Maria Anna Sofia di Sassonia. In seguito al successo, dal 1° luglio il soprano fu scritturato nella compagnia dell’opera di corte a Dresda con lo stipendio di 2000 talleri annui: la circostanza determinò il distacco della cantante dalla compagnia Mingotti (e di conseguenza l’accesso all’orbita dei teatri di prima sfera che poi la acclamarono, Napoli, Madrid, Londra). Nella capitale sassone si perfezionò con Porpora; prese parte come seconda donna al di lui Filandro (un dramma comico pastorale di Vincenzo Cassani), inscenato il 18 luglio 1747, e al Demofoonte (musica di Johann Adolf Hasse), allestito nel febbraio successivo. Il gradimento incontrato dalla giovane virtuosa accese la gelosia della prima donna titolare, l’eccelsa Faustina Bordoni Hasse, all’epoca già sull’orlo del declino; più specificamente, la rivalità tra le due cantanti deflagrò su una vertenza di natura teatrale – se la posizione privilegiata sul lato destro della scena spettasse all’una o all’altra delle due principesse in gara per l’amore del principe Timante, laddove fino all’agnizione finale la ‘vera’ primadonna (Dircea/Bordoni) è in incognito mentre l’altra (Creusa/Mingotti) è palese – che si poté dirimere soltanto grazie all’intervento epistolare del poeta da Vienna (Tutte le opere, 1952, pp. 337-340, 342-346). Nel gennaio del 1749 Regina cantò nella serenata I lamenti d’Orfeo di Giovanni Claudio Pasquini (musica di Giovanni Alberto Ristori), a ottobre nel Natal di Giove metastasiano (Hasse), e nel gennaio del 1750 nel primo allestimento dell’Attilio Regolo (Hasse), nella parte di Publio.

Verso la fine di febbraio la virtuosa lasciò Dresda per Napoli. Nel tragitto sostò a Vienna, dove conobbe il Metastasio: con «malizia nera» e non senza «soverchieria», a detta dell’arguto poeta, gli estorse una lettera di presentazione per la principessa Anna Francesca Pignatelli di Belmonte (ibid., pp. 499 s.). Di fatto, il Metastasio ne trasse un’impressione positiva, ritenendola versata nelle parti da uomo (p. 502). Nel maggio del 1750, nel teatro di San Carlo, impersonò Aristea nell’Olimpiade (musica di Baldassarre Galuppi) – fu questo il suo vero e proprio debutto da prima donna (Burney, 1775, p. 158) – e tra novembre e carnevale prese parte al Ciro riconosciuto (pasticcio di arie di Leonardo Leo, Girolamo Abos, Gaetano Latilla e Antonio Palella), all’Antigono (Nicola Conforto) e alla Semiramide riconosciuta (Giuseppe de Majo), un dramma con la protagonista en travesti. Nel maggio del 1751 cantò al fianco del Caffarelli nella cantata Gli orti esperidi (Conforto), eseguita all’ambasciata d’Austria per il genetliaco dell’imperatrice Maria Teresa. Sulla via del ritorno a Dresda si fermò a Padova, dove fu Mandane, la prima donna nell’Artaserse (Galuppi). A questi anni deve risalire il famoso pastello di Anton Raphael Mengs (Dresda, Gemäldegalerie Alte Meister), che ritrae il soprano con un bouquet di fiori nel décolleté, in mano uno spartito arrotolato.

Di ritorno sull’Elba dopo i successi raccolti in Italia, nel gennaio del 1752 cantò come prima donna in due drammi metastasiani con musica di Hasse, l’Ipermestra (forse già nell’anteprima data a Hubertusburg nell’ottobre del 1751?) e l’Adriano in Siria. Ma prontamente si riaccesero le gelosie con Bordoni Hasse, ormai ritiratasi dalle scene, e i contrasti con il compositore stesso (i litigi con la cantante gli avrebbero addirittura procurato un preoccupante aggravamento della podagra, a detta di Johann Georg Pisendel, maestro dei concerti, incaricato di sostituirlo come direttore dell’opera; cfr. Viertel, 1973). Regina, riscosso un ampio successo, pretese un aumento di stipendio, che non le fu concesso: accettò quindi di buon grado l’invito pervenutole dalla corte di Spagna, probabilmente per interessamento del soprano Carlo Broschi, il Farinelli, e lasciò Dresda all’inizio di maggio.

Dopo una breve sosta a Parigi, con due sortite ai Concerts spirituels tra maggio e giugno 1752, giunse a Madrid, dove a settembre tenne il ruolo eponimo nella Didone (Galuppi) e a dicembre cantò la parte della prima donna en travesti nel Siroe (Conforto); entrambi gli allestimenti furono coordinati dal Farinelli. Pare che questi fosse «so severe a disciplinarian, that he would not allow her to sing any where but in the opera at court, or even to practise in a room next the street» (Burney, 1775, p. 161). Nel 1753 fu la prima donna nell’«azione per musica» metastasiana L’isola disabitata (musica del viennese Giuseppe Bonno), creata il 30 maggio ad Aranjuez per l’onomastico di Ferdinando VI, e nella Semiramide riconosciuta (Niccolò Jommelli), inscenata a Madrid per il compleanno del sovrano a settembre.

Nell’estate del 1754 partì per Londra (con breve tappa a Parigi a settembre). Il 24 settembre The entertainer annunciò l’imminente sbarco della virtuosa. Regina salì sulle assi del King’s Theatre il 9 novembre 1754 nelle vesti di Ipermestra in un pasticcio di arie di Hasse e Giovanni Battista Lampugnani. Prese poi parte ad altri pasticci: la Penelope di Paolo Antonio Rolli (dicembre 1754), Siroe (gennaio 1755), Ricimero da Francesco Silvani (febbraio-marzo), Ezio (aprile), eccetera (elenco analitico in Burden, 2013, pp. 119-139). Ben presto tuttavia si scontrò con l’impresario Francesco Vanneschi. Nel febbraio del 1756, in un Appeal to the publick (seguito in aprile da un secondo pamphlet; ibid., pp. 157-168), lo attaccò con violenza e ne denunciò le inadempienze, a suo dire gravi. In particolare polemizzò con la prassi, invero assai comune per i titoli rappresentati al King’s Theater, di alterare i testi dei drammi: tali modifiche avrebbero posto i personaggi interpretati dalla virtuosa in posizione subalterna rispetto agli altri componenti della compagnia. Nella stagione 1756-57 assunse infine in prima persona la direzione della sala in Haymarket, in collaborazione con Felice Giardini.

Tra il 1760 e il 1761 la cantante, vedova – Pietro Mingotti, dal quale si era separata fin dal 1747, era morto a Copenaghen il 28 aprile 1759 –, si stabilì a Monaco di Baviera, dove prese parte a un Agelmondo (autore ignoto, musica di Andrea Bernasconi) e al Trionfo della fedeltà, parole e musica di Maria Antonia Walpurgis. Per la stagione 1763-64 tornò a Londra e rinnovò il sodalizio con Giardini per la direzione del King’s Theatre; ma i risultati furono deludenti e l’impresa fu abbandonata. Tanto nel primo quanto nel secondo periodo londinese raccolse tuttavia consensi favorevolissimi sia come cantante sia come attrice. Nel 1765 tornò ad abitare a Monaco, dove fu la protagonista nella Semiramide (Bernasconi) e poté godere della confidenza amichevole e del sostegno economico della principessa elettrice, Maria Anna Sofia di Sassonia. Dall’autunno del 1768 al carnevale seguente fu a Dresda, dove diede l’addio alle scene impersonando Vitellia nella Clemenza di Tito (Johann Gottlieb Naumann); continuò però a esibirsi in concerti privati almeno fino al 1791 (Pollerus, 2005, p. 578). Ritornata a Monaco nella primavera del 1769, vi rimase fino al 1803, salvo qualche raro viaggio: nel 1784 a Rohrbach, in visita alla figlia Maria Josepha Elisabeth Valentin, nata a Monaco il 14 dicembre 1761; e tra gennaio e marzo 1791 a Parigi e Londra. Infine nel 1805 si stabilì a Neoburgo sul Danubio, dove il figlio Samuel Felix Buckingham (nato a Londra il 14 marzo 1756) era ispettore forestale. Entrambi i figli erano nati, si suppone, da una più che trentennale relazione clandestina con il conte Giuseppe Gerolamo Piossasco de Feys, di origini piemontesi, alto ufficiale dell’esercito bavarese (deceduto nel 1783; cfr. Grimminger, 2015).

Morì a Neoburgo il 1° ottobre 1808.

Fonti e Bibl.: C. Burney, The present state of music in Germany, the Netherlands and United Provinces, I, London 1775, pp. 152-164; Id., A general history of music (1789), a cura di F. Mercer, II, New York 1935, pp. 852-856; F.J. Lipowsky, Mingotti, Regina, in Baierisches Musik-Lexikon, München 1811, pp. 211-213; F. Rogers, Some famous singers n° 3, in The new music review and church music review, CLXXI (1916), pp. 83 s.; E.H. Müller von Asow, Angelo und Pietro Mingotti, Dresden 1917; Id., Regina Mingotti: Eine italienische Primadonna aus österreichischer Familie, in Musikblätter, IV (1950), pp. 79-82; Tutte le opere di Pietro Metastasio, a cura di B. Brunelli, III, Milano 1952, pp. 499, 502, 810, 870, 934; K.-H. Viertel, Neue Dokumente zu Leben und Werk Johann Adolf Hasses, in Studien zur italienisch-deutschen Musikgeschichte, a cura di F. Lippmann, Köln 1973, pp. 217 s.; R. Hoevel, Die Sängerin R. M. geborene V. (1722-1808). Ein Beitrag zu ihrer Herkunft und zu ihrem Leben, in Genealogie, LII (1977), pp. 625-637; P.H. Highfill et al., A biographical dictionary of actors, actresses, musicians, dancers, managers & other stage personnel, X, Carbondale (Ill.) 1984, pp. 263-266; C. Price - J. Milhous - R.D. Hume,The impresario’s ten commandments: continental recruitment for Italian opera in London 1763-64, London 1992, ad ind.; Id., The King’s Theatre, Haymarket: 1779-1791, Oxford 1995, pp. 28-30; K.J. Kutsch - L. Riemens, Großes Sängerlexikon, III, Bern-München 1997, pp. 2379 s.; S. Roettgen, Anton Raphael Mengs (1728-1779), I, München 1999, pp. 323 s., II, 2003, p. 14, tav. IV; P. Mücke, Johann Adolf Hasses Dresdner Opern im Kontext der Hofkultur, Laaber 2003, pp. 187-191; C. Pollerus, Die Sängerin Regina Mingotti Über Stimm- und Gesangsästhetik am Beispiel einer Bilderbuchkarriere im 18. Jahrhundert, diss., Universität für Musik und Darstellende Kunst, Graz 2005; M. Burden, Regina Mingotti, diva and impresario at the Kings Theatre, London, Farnham 2013; R. Theobald, Die Opern-Stagioni der Brüder Mingotti, 1730-1766, Wien 2015; G. Grimminger, Graf Piosasque – eine Suche, in Das Kriegstagebuch des Karl Damasus von Schintling, a cura di F. Bedall - R. Bedall, Stephanskirchen 2015, pp. 140-147; Notizen zu Samuel Felix von Buckingham, ibid., pp. 148 s.; G. Sigismondo, L’apoteosi della musica nel Regno di Napoli, a cura di C. Bacciagaluppi - G. Giovani - R. Mellace, Roma 2016, p. 180.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Giovanni battista lampugnani

Anton raphael mengs

Monaco di baviera

Pietro metastasio

Francesco silvani