FORMAZZA, VALLE

Enciclopedia Italiana (1932)

FORMAZZA, VALLE (A. T., 20-21)

Piero LANDINI
Carlo Guido MOR

La Val Formazza forma l'alto bacino del Toce, immissario del Lago Maggiore, dal confine di stato (passi del Gries, m. 2456, e di S. Giacomo, m. 2318) sino all'orrido delle Casse. Comprende quasi per intero il comune omonimo (kmq. 133,23), benché quest'ultimo si affacci, dopo il gradino delle Casse, nell'alta Valle Antigorio, includendo il piccolo villaggio di Foppiano. Amministrativamente appartiene alla provincia di Novara, di cui costituisce la porzione più elevata in latitudine. La valle confina tanto a nord, quanto a est e a ovest, con la Svizzera, separata dal bacino del Rodano dalla poderosa catena asse delle Alpi Lepontine (Punta d'Arbola, m. 3236). Dal punto di vista morfologico la valle presenta le caratteristiche della vera e propria alta montagna (con tipiche forme glaciali, circhi, ripiani e pianori a terrazzo). Il profilo longitudinale è rotto da frequenti gradini, dove le acque precipitano sotto forma di cascate, fra le quali meritamente celebre la Frua, la più alta cascata delle Alpi, meta di un importante movimento turistico, alta ben 143 m. (altezza superiore m. 1675). A monte della Frua si entra nel regno delle dimore temporanee, del pascolo puro e semplice, nei bacini sorgentiferi dei torrenti Hochsand e Roni (Val Toggia), i quali, confondendo le loro aqcue presso il centro temporaneo di Riale, dànno origine al Toce.

La valle è ricchissima di laghi, di cui i principali sono il Kastel (m. 2215, prima dei lavori idroelettrici), il Vannino (m. 2153); lo Sruer (m. 2323); i due Busin (superiore m. 2451; inferiore m. 2371), tutti di grande importanza per lo sviluppo della forza motrice, ottenuta nelle centrali di Sotto Frua e di Valdo. Attualmente è in corso un totale riassetto dell'utilizzazione idraulica, con la costruzione della centrale di Ponte.

La valle, includendo anche Foppiano ai piedi delle Casse, vede allinearsi sul suo fondo tipicamente glaciale 10 centri permanenti, da Foppiano (m. 933) a Canza (m. 1416), attraverso i centri intermedî di Fondovalle, Fracchie, Alla Chiesa, S. Michele, Valdo, Ponte, Brendo, Grovella. Il comune di Formazza aveva 578 abitanti nel 1749, 702 nel 1921 (popolazione presente). Secondo i dati del censimento del 1931 la popolazione complessiva è salita a 1444 individui: tale fortissimo aumento è dovuto unicamente agl'imponenti lavori idroelettrici (diga di Val Toggia; centrale di Conte). Nessun centro supera i 100 abitanti.

Etnicamente la popolazione formazzina è oriunda dal Vallese e ha conservato caratteristiche somatiche (capelli biondi, occhi chiari) e linguistiche (si parla un dialetto che ha le caratteristiche del hochdeutsch) ben pronunciate. La casa tipica è di legno.

Economicamente la Val Formazza è a carattere decisamente pastorale e forestale: ben il 66,3% del terreno è improduttivo. Accanto ai numerosi alpi, sparsi a contatto con il bosco o con il pascolo, abbiamo numerosi centri temporanei, quali Sopra Frua, Riale (m. 1720), Morasco (1780), ecc. su fondi alluvionali fluvio-lacustri, erbosissimi, attualmente in serio pericolo di esistenza per l'ulteriore sviluppo dell'utilizzazione idroelettrica.

Una strada, costruita per le necessità degl'impianti, partendo dal ponte delle Casse supera, con una serie di arditissime serpentine, le Casse citate; valica il gradino della Cascata e di Val Toggia per terminare al Passo di S. Giacomo: quando sarà ultimata la rotabile sul versante svizzero, una nuova arteria internazionale si aggiungerà alle esistenti, d'importanza soprattutto turistica.

Storia. - Pochissimo si sa della preistoria, e si ammette che anticamente vi avessero stanza i Leponzî, soggiogati poi, al tempo di Augusto, al dominio romano e aggregati alla pertica del municipio di Novara: i frammenti di strada romana nelle vallate dell'Arbola e del Gries dimostrano, se non altro, che questa valle fu percorsa da larghe vie di comunicazione. In seguito, durante il periodo feudale, la Val Formazza fece parte del comitato ossolano, dipendente direttamente dal vescovo di Novara, e in parte (dal secolo XIII) dai valvassori De Rodis-Baceno, che nella valle avevano larghi possedimenti allodiali. La popolazione, di origine tedesco-vallesana, pare sia stata trasportata dalla Gerenthal nei secoli XII-XIII, per opera dei feudatarî locali, per lo sfruttamento dei pascoli: si organizzò in comune, retto da un vicario dei feudatarî e da due consoli: solamente nel 1486, passando a far parte del ducato di Milano, il vicario fu sostituito dall'Amman. Il passaggio dal sistema feudale (De Rodis) al più vasto organismo del ducato milanese fu determinato non tanto da ragioni economiche o equitative, quanto da necessità di difesa di fronte alle continue invasioni e scorrerie dei cantoni Gottardisti (1331, 1410), che avevano seriamente impensierito la corte di Milano. Infatti fra il 1416 e il 1449 si susseguono scorrerie, occupazioni e battaglie per la salda conquista di questo territorio, che agli Svizzeri avrebbe aperto un altro sbocco verso il Mezzogiorno, allargando e rettificando il confine meridionale della Val Leventina (v. leventina). La debolezza dei De Rodis, quindi, diede buona occasione a Ludovico il Moro di aggregare queste terre al ducato, e con maggior ragione dopo la vittoria di Crevola (1487). Fallito il tentativo svizzero, la Val Formazza seguì le vicende di tutto il restante della Val d'Ossola (v. domodossola) rimanendo sotto la dominazione spagnola fino al 1714, e quindi passò sotto le dominazioni austriaca (1714-48), sabauda (1748-97), francese (1797-1814) e italiana.

Bibl.: A. Baragiola, Folklore di Val Formazza, in Lares, 1914; G. Dainelli e S. De Capitani di Vimercate, Nelle valli ossolane, in Atti del X Congresso geografico italiano, Milano 1927; P. Landini, Appunti geografici sulla Val Formazza, in Boll. storico per la provincia di Novara, 1926; R. Gerla: Il bacino dell'Hochsand ed i monti che circondano la Frua (Val Formazza), in Bollettino C. A. I., XXXIV (1901); G. De Maurizi, Le Valli Antigorio e Formazza, Domodossola 1927; id., Memorie storiche di Premia e dei Valvassori De Rodis-Baceno, Domodossola 1925; A. Daverio, Bibliografia della Val Formazza, in Boll. storico per la provincia di Novara, 1931-1932.