VALPERGA DI MASINO, Ghirone e Carlo Francesco I

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 98 (2020)

VALPERGA DI MASINO, Ghirone e Carlo Francesco I

Paola Bianchi

– Figlio di Francesco (morto nel 1585), signore di Mercenasco (allora possesso dei Gonzaga) e di Mazze (feudo sabaudo), e di Francesca Valperga di Masino, esponente di un’altra linea della famiglia, Ghirone nacque intorno al 1545-1550 in un luogo che rimane ignoto.

Il padre Francesco era il secondo figlio del conte Giovan Ludovico, ciambellano del duca Carlo II di Savoia. Suo fratello maggiore, conte di Masino, era Amedeo (morto nel 1566), da cui il titolo passò al figlio Giovan Tomaso (v. la voce in questo Dizionario). Entrato alla corte di Carlo II e quindi in quella di Emanuele Filiberto, Francesco fu consigliere di Stato, gentiluomo di camera e poi ciambellano. Il 15 dicembre 1560 fu creato governatore di Vercelli (Archivio di Stato di Torino, Camerale, Patenti Piemonte, reg. 16, cc. 76v-77r), carica che ricoprì sino alla morte. Nel 1573 divenne cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, istituendo nel 1574 una commenda dell’Ordine, resa ereditaria nel suo casato. Il fatto che ai due rami dei Valperga di Masino fossero assegnati i governatorati di Asti (ad Amedeo) e Vercelli (a Francesco), province che all’epoca costituivano il confine orientale degli Stati sabaudi, si spiega con il ruolo assunto dalla famiglia nella fazione già imperiale e poi filospagnola.

Nel giugno del 1572 Ghirone sposò Margherita Asinari di Camerano (morta dopo il 1625), figlia del conte Federico. Dal matrimonio nacquero due figlie: Anna Delibera sposò il marchese Guido Villa di Cigliano e fu prima dama della duchessa Cristina; Costanza sposò il marchese Domenico Doria di Ciriè.

Paggio e successivamente gentiluomo del duca, divise la sua attività fra corte ed esercito. Nel 1580 ottenne di poter affiancare il padre nel governatorato di Vercelli, ereditandone la carica nel 1585. In quello stesso anno seguì Carlo Emanuele I nel viaggio in Spagna legato alla celebrazione delle nozze ducali con l’infanta Caterina d’Asburgo. Nel 1586 fu inviato come ambasciatore straordinario alla corte di Sassonia per portare le condoglianze del duca di Savoia in occasione della morte dell’elettore Augusto I e la notizia della nascita del principe di Piemonte Filippo Emanuele. Nel 1590 fu nuovamente a Dresda per esporre all’elettore le rivendicazioni del duca sabaudo sul Marchesato di Saluzzo e per chiederne l’appoggio presso la corte imperiale.

Rientrato in Piemonte, fu chiamato a ricoprire diversi altri governatorati, senza peraltro mai lasciare quello di Vercelli. Fra il 1592 e il 1594 fu governatore di Susa, che difese dagli assalti delle truppe del maresciallo di Francia François de Bonne de Lesdiguières. Nel 1595 era governatore del forte di Nizza (affiancando il conte Annibale Grimaldi di Boglio, governatore della contea e della città), che nel 1600 difese dagli attacchi del duca Carlo di Guisa. Mantenne la carica di governatore del forte sino al 1602, quando, per la morte di Giovan Tomaso Valperga di Masino, gli fu assegnato il governatorato della città di Asti. In realtà, non svolse quasi mai tale carica. In quello stesso 1602, infatti, il duca Carlo Emanuele I lo nominò gran scudiere e aio dei principi, inviandolo in Spagna, alla corte di Filippo III d’Asburgo, ad accompagnare il principe di Piemonte Filippo Emanuele e i suoi fratelli Vittorio Amedeo ed Emanuele Filiberto. Il 2 febbraio 1602 il duca di Savoia lo nominò cavaliere dell’Annunziata.

Restò in Spagna tre anni e vi morì, in un luogo non meglio precisato, il 7 maggio 1605, quando stava per fare ritorno in Piemonte (come è riportato nel dipinto della Galleria degli antenati presso il castello di Masino; mentre una genealogia manoscritta della famiglia presso lo stesso castello indica il 7 maggio 1603).

Non avendo avuto Ghirone figli maschi, il titolo di conte di Masino passò al nipote Carlo Francesco I, nato nel 1593 (come da scheda anagrafica d’archivio conservata presso il castello di Masino) in un luogo non identificato, figlio di Giovan Ludovico (morto nel 1602), fratello minore di Ghirone, e di Eleonora Valperga di Caluso.

Inizialmente avviato alla carriera ecclesiastica, nel 1586 Giovan Ludovico abbandonò l’abito per convertirsi al mestiere delle armi. Colonnello di un reggimento di fanteria, fu governatore di Fossano e sostituì diverse volte Ghirone al governo di Vercelli. Eleonora Valperga apparteneva a un’altra linea del casato ed era rimasta erede dei feudi canavesani di Caluso e Rondissone. Dal matrimonio nacquero quattro figli maschi: Carlo Francesco; Bonifacio (1598-1629), colonnello di fanteria; Tomaso Ottavio (1601-1628), anch’egli colonnello di fanteria; Amedeo (1602-1652), inizialmente destinato alla carriera ecclesiastica e poi militare.

Investito di Masino nel 1608, Carlo Francesco fu affidato prima alle cure della madre e poi inviato a corte, dove, secondo un cursus honorum allora abbastanza standardizzato, iniziò la sua carriera come paggio, divenendo presto gentiluomo e scudiere del duca. Combatté valorosamente nella prima guerra del Monferrato (1613-17), tanto che il 1° febbraio 1618 ottenne il collare dell’Ordine cavalleresco dell’Annunziata.

A dispetto del rango familiare, Carlo Francesco era ancora molto giovane per un simile onore. Non stupisce quindi che, quasi trent’anni dopo, monsignor Francesco Agostino Della Chiesa scrivesse che Carlo Francesco, uno «de’ primi vassalli del Piemonte», «non solo per li meriti de’ suoi antenati [...], ma anco per il suo proprio valore in età di 24 anni ebbe il collare di quell’Ordine il quale non si suole dare eccetto a quei primi cavalieri dello Stato che con lunga servitù e grandi meriti se l’acquistano» (Relazione di Piemonte, 1635, pp. 70 s.). Tale osservazione compare anche nella dedica dell’opera, per la penna del libraio Prospero Vastamiglio.

In quegli anni fu tra i protagonisti delle principali feste di corte: per esempio nella Correria all’huomo armato, che si svolse a Torino nel gennaio del 1619 all’annuncio delle nozze fra Vittorio Amedeo di Savoia e Cristina di Borbone. Inviato in Spagna nel 1622 per portare al re Filippo IV le condoglianze del duca sabaudo per la morte del predecessore, fu forse in quell’occasione investito dal re spagnolo del titolo di gentiluomo della Chiave d’oro. Nel 1628 sposò Maria di Ginevra-Lullin di Pancalieri (morta nel 1681-1682), da cui però presto si separò.

Carlo Francesco ebbe modo di mettere di nuovo in luce il suo talento militare in occasione della seconda guerra del Monferrato (1628-31). Nel 1632 Vittorio Amedeo I di Savoia lo nominò governatore di Asti. La morte del duca nel 1637 e quella di Francesco Giacinto nel 1638 portarono gli Stati sabaudi a una guerra civile fra i sostenitori di una reggenza affidata a Cristina di Borbone, filofrancesi, e coloro che preferivano che il ducato fosse conferito ai principi Tommaso e Maurizio, appoggiati dalla Spagna. Per tradizione familiare, Carlo Francesco non ebbe dubbi a scegliere da quale parte schierarsi. Nel 1639 risultò fra i personaggi in odio alla reggente Cristina e fra i più devoti sostenitori dei principi Tommaso e Maurizio di Savoia, ai quali garantì nel Canavese una delle basi militari più importanti.

Morì a Milano il 23 gennaio 1642 (come da scheda anagrafica conservata presso il castello di Masino) e fu sepolto nella chiesa dei cappuccini di Porta Orientale.

Dal matrimonio non ebbe figli. La contea di Masino passò, quindi, al fratello minore Amedeo, divenuto capitano delle corazze del principe Tommaso. Principista durante la guerra civile, dopo il 1642, se pur riammesso a corte, non poté esercitarvi un ruolo simile a quello degli antenati. A questo proposito, nell’agosto del 1648 scrisse al duca che gli fosse concesso il collare dell’Annunziata, che prima di lui avevano avuto gli ultimi quattro conti di Masino, ma senza successo. Sposatosi con Margherita Roero di Pralormo, lasciò al figlio Ludovico il compito di restituire alla famiglia il ruolo sino allora occupato a corte e nelle cariche di Stato (v. Valperga di Masino, Carlo Francesco II in questo Dizionario).

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Torino, Corte, Materie politiche in rapporto agli Esteri, Negoziazioni con Sassonia e Polonia, m. 1, ff. 6 (1586) e 7 (1590); Negoziazioni Spagna, m. 3, f. 21 (1622); Materie politiche in rapporto agli Interni, Lettere di particolari, V, m. 6; Torino, Biblioteca Reale, Storia patria, 757: M.A. Boccard, La vertu recompensée. Histoire généalogique et cronologique de la Royale Maison de Savoie, des chevaliers et officiers de l’Ordre de l’Annonciade... (1740), s.v.; F.A. Della Chiesa, Relazione di Piemonte, Torino 1635, pp. 70 s.; Id., Corona reale di Savoia, II, Cuneo 1657, p. 131.

V.A. Cigna Santi, Serie cronologica de’ cavalieri dell’Ordine supremo [...] della Santissima Nunziata, Torino 1786, pp. 101, 126; P.G. Galli della Loggia, Cariche del Piemonte e Paesi uniti, III, Torino 1798, p. 18; P. Gioffredo, Storia delle Alpi Marittime, VI, Torino 1839, pp. 99, 110, 114 s., 130; V. Angius, Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, I, Torino 1841, pp. 345 s.; A. Bertolotti, Passeggiate nel Canavese, III, Ivrea 1869, p. 374; B. Niccolini, Valperga e Savoia. Due dinastie per un regno, Firenze 1986, pp. 215-218 (Ghirone), 218-221 (Carlo Francesco).

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