Vanuatu

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Stato insulare dell’Oceania, nella Melanesia.

Caratteri geoeconomici

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Lo Stato di V. è formato da un arcipelago di una quarantina di isole, in parte vulcaniche, in parte madreporiche, ubicate a circa 2000 km dalla costa nord-orientale dell’Australia. Le isole maggiori sono Espiritu Santu, nel gruppo settentrionale, Malakula ed Éfaté, nei due gruppi centrali, ed Erromango, nel meridionale. Il territorio è prevalentemente montuoso; massima altezza è quella del monte Tabwemasana (1879 m) nell’isola di Espiritu Santo. Il clima è di tipo subequatoriale, con temperature elevate per tutto l’anno e precipitazioni molto abbondanti (2000-3800 mm annui).

La quasi totalità degli abitanti (98,5%) è di ceppo melanesiano. Sono presenti inoltre esigue minoranze di Europei (2500 persone circa) e di immigrati da varie zone dell’Asia e dell’Oceania, giunti nel paese per lavorare nelle piantagioni. L’incremento demografico (1,3% nel 2009), sebbene in calo negli ultimi anni, rimane piuttosto sostenuto, come pure l’indice di natalità (21‰). La popolazione vive per circa l’80% in villaggi, per lo più ubicati lungo le coste. L’unico centro urbano è la capitale Port Vila (45.694 ab. nel 2009), nell’isola di Éfaté, che svolge funzioni portuali e commerciali.

Oltre all’inglese e al francese, è lingua ufficiale il bislama, idioma di origine melanesiana arricchito di molti termini inglesi. La popolazione è quasi interamente cristiana, in prevalenza protestante, con una non trascurabile minoranza cattolica (13,1%). Culti animisti sopravvivono nelle zone isolate dell’interno.

L’economia di V. è basata quasi esclusivamente sull’agricoltura, soprattutto sulla produzione e l’esportazione della copra, coltura esposta tuttavia ai rischi delle frequenti catastrofi climatiche. A partire dagli anni 1990, il governo ha messo in atto un piano di diversificazione che ha puntato soprattutto sullo sviluppo del settore turistico. Il decollo economico appare però ancora bloccato dalla scarsità di infrastrutture, dalla netta prevalenza delle attività legate al capitale straniero e, fondamentalmente, dall’isolamento geografico dell’arcipelago. Il settore agricolo contribuisce per il 26% alla formazione del PIL e occupa oltre il 60% della forza lavoro. Oltre alla copra, le principali voci dell’esportazione sono cacao e caffè; per il resto prevalgono prodotti di sussistenza (mais, manioca, taro, igname, frutta, ortaggi). L’allevamento, soprattutto suino e bovino, e la pesca garantiscono buoni introiti. A parte piccole riserve di manganese, le risorse minerarie sono trascurabili e mancano del tutto gli idrocarburi. L’industria (12% del PIL; 5% della forza lavoro) si basa quasi esclusivamente sulla lavorazione dei prodotti agricoli. Condizioni fiscali privilegiate hanno consentito lo sviluppo di attività finanziarie offshore.

Storia

Governata dal 1906 da un condominio anglo-francese con il nome di Nuove Ebridi, V. conseguì l’indipendenza nell’ambito del Commonwealth nel 1980. La vita politica del paese è stata inizialmente dominata dal Vanuaaku Pati, partito anglofono nazionalista di sinistra. A partire dalle elezioni del 1991, vinte dall’Unione dei partiti moderati, francofona, le due formazioni si sono alternate al potere; nel 2022 sono stati eletti alla presidenza del Paese N. Vurobaravu del Partito della nostra terra e A.I. Kalsakau, leader dell'’Unione dei partiti moderati. Tradizionale paradiso fiscale, fino al 2003 V. è stato nella lista nera dell’OCSE, tra i paesi che non cooperavano nel contrastare le attività del terrorismo e della criminalità organizzata. Gli aiuti stranieri rappresentano un elemento fondamentale per il progresso del paese; ai tradizionali finanziatori (Gran Bretagna, Francia, Nuova Zelanda, Australia) si è aggiunta la presenza di Pechino e Washington.

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