VARIAGHI

Enciclopedia Italiana (1937)

VARIAGHI

Fritz Epstein

. Sotto la cosiddetta questione dei Variaghi nella storia russa s'intendono tutti i problemi connessi con la comparsa, nel sec. VIII, dei Germani settentrionali (Vikingi, Normanni svedesi) nell'Europa orientale e col loro dominio in Russia, durato dalla fine del sec. VIII sino alla metà del XII.

Rus′ e Varjagi sono denominazioni usate nella Russia dei secoli IX-XI per indicare i popoli nordici; la parola "Rus′", nome di un popolo settentrionale, passò agli Slavi per tramite dei Finni (Rōtsi, Ruotsi) e stava a indicare un popolo venuto d'oltremare, dalla Svezia. Già nella prima metà del sec. IX i Rus′ erano noti tra i Finni come una classe di signori e di coloni nordici immigrati, stabiliti nella regione del lago Ladoga, e tali li considerarono più avanti anche le popolazioni slave della Russia settentrionale. Loro sede originaria erano le regioni svedesi dell'Upland, del Södermanland e dell'Östergotland. L'occupazione di Novgorod, avvenuta in un primo tempo per assicurarsi le vie commerciali e i tributi connessi al commercio, quella successiva di Beloozero, Rostov, Izborsk e Pskov, portò alla fondazione, tra la Duna e il Volga, di uno stato di uomini del nord, dominato da una classe cittadino-militare formata dai Rus′. In seguito ad un nuovo orientamento politico di questo stato, mirante ad occupare la regione del Dnepr, il nome Rus′ venne a indicare nel sec. IX anche lo stato di Kiev, fondato dai Normanni immigrati. Il nome Rus′, originariamente limitato a una stirpe scandinava, finì col comprendere tutte le stirpi slave orientali sotto dominio normanno. Nei secoli XII e XIII per Rus′ s'intendeva la Rus′ meridionale, l'attuale Ucraina, per distinguerla dal territorio Rostov-Suzdal′.

I Variaghi vanno distinti dai Rus′ nordici. La denominazione Variaghi, passata direttamente dal nordico (Văringi) nello slavo (russo), originariamente usata come termine commerciale per indicare una classe e un'organizzazione mercantile, non risale certo oltre il sec. IX.

Varegr (varágr) significa un mercante nordico (derivato dall'antico nordico var "voto, contratto, accordo", russo varjag, varjana "commerciante, merciaio da villaggio"), o, più esattamente, un membro di una delle società commerciali con reciproca malleveria attive in Russia; i Kylfingar = Kolbjagen, attivi principalmente nel commercio finnico-bearmico, rappresentano un'organizzazione gemella a quella dei Variaghi. Arruolamenti in Scandinavia di truppe nordiche da parte di principi russi per tramite delle società commerciali dei Variaghi non si verificarono prima del sec. X. I mercenarî nordici che dalla Scandinavia passarono in Russia e a Bisanzio furono detti Variaghi. Essi costituivano la družina, il seguito di tipo normanno-germanico dei principi. La denominazione variaghi (bizantino: βάραγγοι, scandinavo: vaeringjar) perdette l'originario senso prettamente commerciale per assumere un significato essenzialmente etnico, fino a divenire nell'antico russo dei secoli XI-XII la denominazione etnica degli Scandinavi venuti d'oltremare.

L'estensione del nome Rus′ considerato come un termine comprendente le classi signorili normanne e la popolazione indigena slava, allo stato normanno nella Russia meridionale, la slavizzazione degli elementi normanni e della stessa dinastia dei Rjurikidi, il modo con il quale gli annalisti del sec. XI proiettarono nel passato lo stato varjago della Russia della loro epoca, hanno fatto della storia dei Normanni in Russia uno dei più intricati problemi dell'antica storia russa. L'immigrazione, l'organizzazione statale normanna su terra finnica e slava, l'influsso nordico sulle popolazioni straniere e l'assimilazione dei Rus′ (rispetto ai Variaghi) all'elemento slavo, sono i temi capitali dell'antica storia russa.

Per la storia universale la signoria dei Vikingi in Russia non è che un anello nella catena di stati fondati tra il sec. IX e il X dai Normanni, aventi per carattere comune la forma monarchica di governo e la decisa centralizzazione amministrativa; le indagini moderne pongono la presenza dei Normanni in Russia e la fondazione del regno russo entro il quadro generale dei grandi processi di colonizzazione normanna (v. normanni).

Dal sec. XVIII ai nostri giorni continua ininterrotta la polemica tra seguaci e avversarî della cosiddetta "teoria dei Normanni", i quali avversarî combattono la tesi dell'origine normanna dell'antico stato "russo". Iniziato con il Lomosonov, il nazionalismo russo non vuole ammettere l'origine non slava dei fondatori del proprio stato.

I più antichi sostenitori della tesi normanna: Gottl, Siegfried Bayer, G. F. Müller, A. Schlözer nel sec. XVIII, Karamzin, Krug, Pogodin, Kunik, Vasil′evskij nel XIX si basavano sui racconti delle più antiche cronache russe (Povest vremennych let; cosiddetta Cronaca di Nestore) che affermano i Ruotsi scandinavi essere stati chiamati in Russia dalle popolazioni indigene. La leggenda della chiamata va considerata come un documento inventato di legittimazione della signoria variaga in Russia, e rientra nella classica tradizione dei popoli di emigranti, di colonizzatori e di conquistatori. Nel primo quarto del sec. XII, epoca in cui cade la redazione della cronaca più antica, l'influsso dei Variaghi era così forte in Kiev, da indurre la dinastia dei Rjurikidi (discendenti dai Rus′ anziché dai veri e proprî Variaghi) ad accogliere la tradizione Rus′ e a creare una leggenda russo-variaga intorno ai grandi principi ed eroi del passato (leggenda di Askold Hoskuldr e Dir-Dyre; di Oleg-Helge, Olga-Helga, ecc.). Le prove portate dai sostenitori della tesi normanna a sostegno del carattere scandinavo dello stato dei Rus′, sono tratte oltre che dalle leggendarie tradizioni riportate dalle cronache, da fonti bizantine, arabe, occidentali e da saghe nordiche (islandesi); inoltre si basano su dati linguistici forniti dalle filologie germaniche, slave, finniche, lituane, orientali e iraniche (specie sui nomi personali nordici nell'antico russo, nomi nordici delle cascate del Dnepr, termini feudali nordici nell'uso russo), su elementi tradizionali variaghi nelle più antiche cronache (concepite come saghe trasmesse da oriente a occidente, che partite dall'oriente bizantino avrebbero avuto termine nel nord scandinavo), su vestigia archeologiche vikinge considerate come tracce della colonizzazione normanna nell'Europa orientale. Ma la tesi variaga è stata particolarmente promossa dagli studî toponomastici nell'Europa orientale che consentono di seguire le tappe della colonizzazione normanna. Sono stati vittoriosamente controbattuti i tentativi di dimostrare l'origine slava dei Rus′ (Gedeonov, Ilovajskij, Hruševs′kyj) e così pure le numerose altre teorie sulla diversa origine dei Rus′: finnica (Tatiščev), lituana (Kostomarov), gotica, chazara, magiara, gallo-celta, giudaica.

I Variaghi penetrarono in varie direzioni nella Russia; prima che con il sorgere del regno di Kiev il Dnepr divenisse la via prediletta verso oriente, essi, partendo dal lago Ladoga, raggiunsero (non prima della seconda metà del sec. VIII) per due vie, il Volga e da questo i Chazari, il Caspio, i califfati e l'Asia, o procedendo verso oriente per il lago Onega, Beloozero e il lago Il′men′, o prendendo la via più breve dalla Dvina occidentale (insediamento di Gnezdovo presso Smolensk) attraverso Desna e Sejm al Donec, al Don e al Volga. Ladoga (Adeigjuborg) veniva eclissata da Novgorod (Holmgard) divenuta centro principale del commercio orientale-scandinavo del Volga. Probabilmente i Normanni giunsero a metà del sec. IX dal mare Variago (Baltico) per la "via Variaga": Neva, lago Ladoga, Volchov, Novgorod, lago Il′men′, Lovat, Dnepr, Kiev (Koenugard) al Mar Nero e a Costantinopoli (Miklagard). Nella seconda metà del sec. IX da Novgorod s'irradiò il movimento d'unione dei centri variaghi della Russia settentrionale e della regione del Dnepr. Nella Russia sud-est, lo stato "Rus′"-Tmutorakan completamente indipendente da Kiev, posto nella regione di Azov e sulla via di Kerč, formava nella prima metà del sec. X un avamposto variago in Oriente.

L'assimilazione dei Variaghi da parte degli Slavi s'iniziò molto prima di Olga e Svjatoslav (morto nel 972); dopo la morte di Jaroslav (1054) l'influsso variago andò decrescendo; il regno di Vsevolod, quarto figlio di Jaroslav e padre di Vladimiro Monomaco, portò a un certo risveglio dell'elemento variago. L'incursione dei Polovci nella Russia meridionale durante il sec. XII chiuse la via del Dnepr che conduceva dal settentrione a Costantinopoli e nel periodo della divisione dei principati, cessò l'afflusso in Russia dei Variaghi. Il corpo variago a Costantinopoli fu anglicizzato dopo l'arrivo dei Danesi e Anglosassoni seguito alla battaglia di Hastings.

Per il periodo di dominio variago in Russia, v. russia: Storia.

Bibl.: Per la bibl. precedente v.: M. Hrusevs'kyj, Geschichte des ukrainischen (ruthenischen) Volkes, I, Lipsia 1906, pp. 661-688; L. Niederle, Slovanské Starožitnosti, I, Praga 1925, pp. 278-81; V. Zaïkin, Spir pro počatki Rusi: "Analecta (Zapiski) Ordinis S. Basilii Magni", III, Leopoli 1930, pp. 591-614. V. inoltre J. Sahlgren, Vikingerfahrten im Osten, in Zeitschrift für slavische Philologie, VIII (1931), pp. 309-23; R. Trautmann, Die altrussische zur slavischen Altertumskunde, VIII: Vikingisches in Russland, in Zeitschrift für slavische Philologie, VIII (1931), pp. 388-93; id., Vikingerspuren in Russland, in Sitzungsberichte der preuss. Akad. d. Wissenschaften, phil.-hist. Kl., 1931, pp. 649-74; id., Vikingerspuren bei den Westslaven, in Zeitschrift für osteuropäische Geschichte, VI (1932), pp. 1-16; A. L. Pogodin, Varjagi i Rus′, in Zapiski russkago naučnago instituta v Belgrade, VII (1932), pp. 93-135; Ws. Arendt, Das Schwert der Wäringerzeit in Russland, in Mannus (Zeitschrift für Vorgeschichte), XXV (1933), pp. 155-75; A. Eck, Le Moyen Âge russe, Parigi 1933; A. Stender-Peterten, Die Varägersage als Quelle der altrussischen Chronik, in Acta Jutlandica (Aarhus), VI (1934); M. Odinec, Vozniknovenie gosudarstvennogo stroja u vostočnych Slavjan, Parigi 1935.