vassallaggio Nel mondo feudale, mutuo rapporto di fedeltà e protezione tra due persone, entrambe libere, l’una delle quali, il vassallo, si sottometteva all’autorità di un’altra, detta senior (fr. suzerain), promettendogli fedeltà e aiuto in campo militare e giudiziario (auxilium et consilium/">consilium) in cambio di una protezione che aveva anche un preciso contenuto economico. Le origini del v., di cui si ritrovano tracce sia nelle istituzioni romane sia in quelle barbariche, si collocano nella zona d’ombra tra libertà e servitù, passando nel mondo dei liberi, e poi in una sfera sociale elevata, grazie alla caratterizzazione in senso militare. In tal modo il v. si distinse, nel contesto altomedievale di deboli istituzioni pubbliche, tra i legami di dipendenza tra uomini (le accomendationes del regno franco del 7° sec.). La fortuna del v. si lega all’ascesa dei vassalli, come si definirono le clientele armate soprattutto dell’Austrasia, regione da dove provenne la dinastia dei più forti maestri di palazzo, i Pipinidi-Arnolfingi (detti poi Carolingi). Giunti al potere, questi diffusero in tutto il ‘gran regno’ franco le istituzioni tipiche dell’aristocrazia fondiaria del Nord, e così il v. cominciò a uniformare a sé tutti i legami militari e clientelari tra uomini liberi, soppiantando quelli tipici dell’età merovingia (leudes, antrustiones ecc.) e assumendo progressivamente un connotato aristocratico più spiccato. La fondazione/">fondazione dell’Impero carolingio diffuse poi il v. in