VELATURA

Enciclopedia Italiana (1937)

VELATURA

Carlo Alberto PETRUCCI

Pittura. - Il pittore ha spesso bisogno, sia per intonare meglio il dipinto, sia per addolcime il modellato, sia per aumentare o diminuire la forza di un tono, o dargli vivacità e trasparenza, di applicare il colore in sottile strato che si dice velatura. Più che un ripiego dell'ultim'ora, la velatura, in una sana tecnica, deve rappresentare un ben calcolato e preordinato artificio volto a ottenere qualità di raffinatezza in altro modo irraggiungibili. I Veneti, maestri del genere, ce ne offrono esempî classici, specialmente nei toni composti, che sdoppiavano nei componenti, applicando a corpo uno di essi, e a velatura l'altro, con risultati la cui bellezza è a tutti nota.

Una velatura può essere stesa per via liquida o a secco. Nel primo caso occorre diluire il colore quanto è necessario nello stesso liquido col quale fu macinato, aggiungendo in alcuni casi, se si tratta di olio, un poco di vernice e di seccativo; e applicarlo con un pennello piatto e morbido. Questo genere di velo è adatto per larghi spazî e per effetti uniformi e regolari. Nel secondo caso si distende sulla tavolozza un'inezia di colore, e con un pennello di pelo corto regolarmente e leggerissimamente intriso di esso, si soffrega la pittura nel punto da velare, insistendo più o meno dove e come è necessario. Le velature vogliono sempre una superficie ben secca; nel caso di dipinti a olio è buona pratica passare preventivamente su essa un poco di vernice da ritoccare, aspettando qualche minuto perché si asciughi.

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