RAUZZINI, Venanzio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 86 (2016)

RAUZZINI, Venanzio

Raffaele Mellace

RAUZZINI, Venanzio. – Nacque a Camerino il 18 dicembre 1746 da Antonio e da Annunziata Barbera.

Trasferitasi la famiglia a Roma, il 1° gennaio 1757 fu aggregato da ‘cantante soprano’ all’Accademia di Santa Cecilia. Nella formazione, che dovette avvenire sotto l’egida di maestri ceciliani, ebbe per compagni Domenico Corri e Muzio Clementi, con lui attivi nella vita concertistica promossa dalla nobiltà romana (cfr. Corri, 1810, pp. n.n.).

Rauzzini debuttò diciassettenne al Teatro Valle di Roma, dove, tra il 1764 e il 1766, si produsse come prima buffa in intermezzi di Pasquale Anfossi, Niccolò Piccinni, Giuseppe Scolari, Antonio Sacchini e Giovanni Paisiello. Il 7 maggio 1766 esordì nell’opera seria con il Sesostri (musica di Pietro Alessandro Guglielmi) al S. Samuele di Venezia e fu chiamato come ‘virtuoso di camera’, con il salario esorbitante di 3000 fiorini annui, alla corte dell’elettore di Baviera, Massimiliano III Giuseppe, dove comparve subito nel componimento drammatico La religione esultante (Placidus von Camerloher). Senza figurare nei registri contabili (fu probabilmente retribuito dalla cassa privata dell’elettore), dal 1767 al 1772 fu per ogni carnevale al Teatro di Corte ‘primo uomo’ in opere di Tommaso Traetta, Andrea Bernasconi, Pietro Pompeo Sales, Sacchini (tra cui L’eroe cinese il 27 aprile 1770 per il passaggio di Maria Antonietta d’Asburgo, nel carnevale 1771, e ancora il 28 marzo 1772 in onore di Maria Antonia, elettrice vedova di Sassonia).

Per l’Ascensione 1767 si esibì a Venezia, al San Benedetto, nel Re pastore (Pietro Alessandro Guglielmi). Tra settembre e ottobre partecipò a Vienna ai festeggiamenti per il fidanzamento dell’arciduchessa Maria Josepha con il re Ferdinando IV di Napoli nella festa teatrale Partenope di Metastasio e Johann Adolf Hasse e nel dramma Amore e Psiche di Marco Coltellini e Florian Leopold Gassmann. In occasione della Partenope conobbe i Mozart: Leopold lo giudicò «der beste Castrat» in una compagnia ordinaria (lettera del 29 settembre 1767; Mozart. Briefe, 1962, p. 239).

Nell’agosto del 1772 Charles Burney, che lo ascoltò al Nymphenburg (Monaco), gli attribuì «voce dolce ed estesa, rapida brillantezza di esecuzione, grande espressività e un gusto squisito e giudizioso» (Burney, 1775, I, p. 174); ammirò inoltre le qualità dell’attore e le doti del clavicembalista e compositore. A Monaco, se non in Italia, Rauzzini dovette comporre, sul libretto di Coltellini già intonato da Hasse (1768), l’azione teatrale Piramo e Tisbe (Rice, 2015, p. 6) e forse altri lavori: a Burney si dichiarò autore di «two or three comic operas» (Burney, 1775, I, p. 128), tra cui senz’altro il goldoniano Arcifanfano re dei matti (Monaco 1771).

Risale all’allievo Michael Kelly la notizia per cui Rauzzini sarebbe stato indotto a lasciare Monaco per uno scandalo provocato dalla sua avvenenza. Rauzzini era già stato peraltro scritturato per il carnevale 1773 a Milano per aprire la stagione del Teatro regio ducale nel Lucio Silla di Giovanni De Gamerra, musica di Wolfgang Amadeus Mozart (il padre, Leopold, testimoniò per lettera qualità e astuzie del cantante; 28 novembre 1772 e 2 gennaio 1773); e interpretò anche la seconda opera della stagione, Sismano nel Mogol di Giovanni De Gamerra e Paisiello. A sua intenzione Mozart compose anche il mottetto Exsultate, jubilate K 165, su un testo che il cantante doveva essersi portato da Monaco (compare nel catalogo di corte del 1753); Rauzzini lo eseguì il 17 gennaio 1773 nella chiesa teatina di S. Antonio abate.

Il biennio italiano proseguì per l’Ascensione 1773 al San Benedetto di Venezia (Antigono di Anfossi: un’aria per Rauzzini è immortalata nell’affresco di Giacomo Guarana, Apollo che dirige un’orchestra di fanciulle, nell’Ospedaletto) e dal 13 giugno al Teatro nuovo di Padova (Armida di Johann Gottlieb Naumann; cfr. Pohl, 1867, p. 272). Il carnevale seguente fu al Regio di Torino per Antigona (Josef Mysliveček) e La disfatta di Dario (Giovanni Masi); per l’Ascensione 1774 di nuovo a Venezia, al San Moisè, in Narbale (Ferdinando Bertoni), adattamento dell’Eroe cinese metastasiano, un dramma ricorrente nella carriera di Rauzzini e sua ultima apparizione nel continente. Secondo il Morning post and daily advertiser (11 marzo 1775), Rauzzini avrebbe fatto rappresentare il proprio Piramo e Tisbe a Venezia, esibendosi con Caterina Schindlerin: di lì a poco i due cantanti, insieme con il tenore Ferdinando Pasini, si misero in viaggio per l’Inghilterra.

Il 19 settembre 1774 Rauzzini sbarcò sul suolo inglese, scritturato al King’s Theatre di Londra, contratto poi rinnovato per altre due stagioni. L’8 novembre debuttò nel pasticcio Armida (con due arie sue): raffreddato, non entusiasmò, ma le arie piacquero. La posizione dell’artista si consolidò con le apparizioni successive, tra cui il Montezuma (Sacchini; l’allestimento, trasmesso da un’incisione anonima, compare nel romanzo The excursion, 1777, della scrittrice Frances Brooke). Il 9 marzo 1775 provò a casa Harris il Miserere di Sacchini, il 16 marzo interpretò il proprio Piramo e Tisbe, ripreso l’anno dopo e ancora nel 1781: per il Middlesex journal and evening advertiser del 6 maggio 1775 Rauzzini vi «si dimostra [...] uno dei migliori compositori d’Italia». Piramo e Tisbe è l’unica opera di Rauzzini pervenuta integrale: assente l’autore, fu allestita il 31 dicembre 1776 al Kärntnertor di Vienna (il manoscritto nella Biblioteca nazionale austriaca accredita la revisione del libretto a Ranieri de’ Calzabigi; del libretto era in possesso Joseph Haydn, che si sarebbe interessato per un allestimento a Esterháza, poi mai realizzato) e nella primavera 1782 a Brunsvick. Rauzzini ne aveva tratto una cantata drammatica a due voci, pubblicata a Londra nel 1775.

Nel 1776 interpretò le proprie Ali d’Amore, «a new pastoral Entertainment», accanto a Caterina Gabrielli e a Nancy Storace, allora decenne. Nella terza e ultima stagione comparve, tra l’altro, nel pasticcio Astarto (come già per Armida, Didone e Antigono, si scrisse da sé le proprie arie) e nella ripresa delle Ali d’Amore. Di Rauzzini colpivano la recitazione, che gli meritò gli elogi di David Garrick, l’avvenenza, ma anche il carattere amabile, la cortesia e la liberalità (Britton, 1825, pp. 114 s.; Kelly, 1826, p. 11; Stevens, 1992, p. 131; Rice, in V. Rauzzini, Piramo e Tisbe, a cura di P. Rice, 2014, p. 2).

Alle apparizioni teatrali si affiancò e a poco a poco si sostituì l’esibizione in concerto: già dal 1775 al Three Choirs Festival a Gloucester, Worcester e Hereford, così come in concerti a favore di diversi ospedali e in onore della regina Carlotta. Nel 1781 eseguì, con Pacchierotti e Tenducci a Fonthill nel Wiltshire la propria cantata, Il tributo. Il 1777 rappresentò un’ulteriore svolta: chiusa con la propria cantata La partenza l’ultima sua stagione, decise infine di stabilirsi in Inghilterra, dove raggiunse una posizione di prestigio come maestro di canto, compositore e organizzatore.

Nel 1777 uscirono a stampa le Six favourite sonatas for the piano forte [...] with an accompaniment for a violin op. 1 (diffuse perfino nel Sud degli Stati Uniti), seguite entro il 1781 dalle opp. 2-9, in vari generi: sonate, quartetti, arie, canzonette, duetti. A partire dall’autunno 1777, con il violinista Franz La Motte (Lamotte) e l’oboista Johann Christian Fischer, promosse una serie di concerti negli Assembly Rooms di Bath. Con la partenza di Lamotte, nel 1780-81 la serie rimase in carico al solo Rauzzini; si era intanto esibito alla Rotunda di Dublino e negli Assembly Rooms di Hanover Square a Londra (nel 1779 vi diede la propria cantata La sorpresa).

Nel 1780 prese definitivamente dimora a Bath (viveva tra la villa nel Perrymead District e la casa di Gay Street), maestro di canto di allievi poi famosi: oltre Kelly e la Storace, John Braham, Charles Incledon, Elizabeth Billington e Gertrud Mara. Sempre in rapporti con il King’s Theatre, nel 1781 interpretò la festa teatrale L’omaggio dei paesani al signore del contado (sua la seconda di tre parti), e per tre stagioni successive inscenò una propria opera nuova: nel 1782 L’eroe cinese, con Pacchierotti, nel 1783 Creusa in Delfo, nel 1784 Alina ossia La regina di Golconda, con la quale, trentasettenne, si congedò dalle scene. La sua reputazione londinese aveva subito un duro colpo per un’aspra polemica con Sacchini, accusato nel 1782 a mezzo stampa d’aver millantato per propria della musica composta da Rauzzini.

In quegli anni uscirono nuove raccolte di sonate, duetti e canzonette, opp. 12-15; Rauzzini compose anche molti songs, nonostante la modesta padronanza dell’inglese (cfr. Hayley, 1823, p. 225; Britton, 1825, p. 118; Bernard, 1830, p. 49), usciti anche in A Periodical collection of vocal music (1797-1800) e nelle Melodies of different nations pubblicate da Clementi nel 1814. Nel 1785 compose le musiche di scena per il dramma Werter di Frederick Reynolds; nel 1787 diede al King’s Theatre la sua ultima opera, L’amore protetto dal cielo o sia La vestale. Nel 1794 ricevette la visita di Haydn (di cui mise spesso in cartellone le sinfonie), il quale ringraziò l’ospite dedicando alla memoria del suo carlino il canone Turk was a faithful dog (Hob. XXVIIb:45). In occasione della visita, The Bath herald and register pubblicò una lirica francese in onore dei due musicisti (Bath: its musical associations, novembre 1908, p. 698).

Ascoltato a Londra il Requiem di Mozart, ne compose uno proprio, eseguito nel 1801 al Little Haymarket. Nel 1803 diresse il festival di Bristol. Nel 1805 ebbe tra il proprio pubblico Jane Austen e compose il Dirge for the death of Lord Nelson (The Monthly Magazine, febbraio 1806, p. 54). Nel 1808 pubblicò a Londra 12 Solfeggi.

Morì a Bath l’8 aprile 1810 nella casa di Gay Street.

Sepolto nella Abbey di Bath, è ricordato da una lapide su cui Braham e la Storace fecero incidere l’incipit dell’«Oro supplex et acclinis» dal suo Requiem, eseguito durante il funerale solenne.

Restano due ritratti di Joseph Hutchinson (Bath, Victoria Art Gallery e Holburne Museum), e due stampe, di Robert Hancock e Samuel Freeman; Philippe-Jacques de Loutherbourg gli coniò una medaglia.

Il fratello minore, Matteo, nato a Camerino nel 1754, cantante e compositore, raggiunse nel 1771 Venanzio a Monaco e vi debuttò diciottenne come compositore nel carnevale 1772 con Il kam cinese; quell’anno stesso Burney vide Le finte gemelle, musica «common, but pretty» (Burney, 1775, I, p. 149). Nel carnevale 1775 scrisse per il San Cassiano di Venezia l’atto II dei Due amanti in inganno; nel carnevale 1781 per il S. Moisè il dramma giocoso L’opera nuova. Poco dopo si trasferì in Inghilterra e da lì a Dublino, dove si dedicò all’insegnamento. Nel carnevale 1784 vi allestì Il re pastore. Nel 1785 rientrò forse temporaneamente in Italia, poiché all’Ospedale degli Incurabili di Venezia (dove secondo K. Kuzmick Hansell avrebbe insegnato: The new Grove dictionary of opera, III, 1992, p. 1244) si ascoltarono gli oratorii Plagae Aegypti a Pentecoste ed Exitus Israel de Aegypto per la Trasfigurazione. Morì a Dublino nel 1791.

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D. Corri, The Singers preceptor, London 1810, Life of Domenico Corri pp. n.n., p. 2 (a cura di C.R.F. Maunder, London 1993; anche in D. Corri, A select collection of the most admired songs, a cura di P. Bernardi - G. Nappo, III, Bologna 1992, p. 114); W. Hayley, Memoirs of the life and writings of William Hayley, London 1823, pp. 225, 228, 241-249, 260, 266; J. Britton, The history and antiquities of Bath Abbey Church, London 1825, pp. 114-118; M. Kelly, Reminiscences of Michael Kelly, London 1826, pp. 10-13; J. Bernard, Retrospections on the stage, II, London 1830, pp. 20, 39, 40, 48-50; G. Hogarth, Memoirs of the musical drama, London 1838, pp. 146 s., 174 s.; D. Lysons, Origin and progress of the meeting of the three choirs of Gloucester, Worcester, & Hereford, London 1865, pp. 38, 52-54, 78; F.M. Rudhart, Geschichte der Oper am Hofe zu München, I, Die italiänische Oper von 1654-1787, Freising 1865, pp. 149-152, 188; C.F. 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