VENTIMIGLIA

Enciclopedia Italiana (1937)

VENTIMIGLIA (A. T., 24-25-26)

Claudia MERLO
Piero BAROCELLI
Vito Antonio VITALE

Cittadina della Liguria, in provincia di Imperia. È situata all'estremità occidentale della Riviera di Ponente, ai due lati della foce del Roia: a destra del fiume è la città vecchia, la Ventimiglia medievale (la romana Albintimilium sorgeva invece molto più a est, dov'è l'attuale Ponte Nervia), ammassata su un colle che si spinge fin presso il mare, con le sue strade strette e ripide, sormontate da archi, con il duomo romanico. La città moderna, con strade ampie e alberate e la stazione ferroviaria, si stende invece a sinistra del Roia, fra il mare e le prossime colline e si prolunga con ville e palazzi lungo la spiaggia e la Via Aurelia - seguita da una tramvia - fino al Nervia, senza quasi soluzione di continuità con l'abitato di Bordighera. Ventimiglia, che contava 12.456 ab. nel 1931 (17.081 nell'intero comune) è nota soprattutto come stazione internazionale della frontiera francese ed anche per il suo mercato dei fiori. La coltura di questi, prevalentemente rose e margherite, è la più redditizia del territorio comunale (53,91 kmq., di cui 47,84 di superficie agraria e forestale) che si estende lungo il mare dal Nervia al confine francese e sulle colline retrostanti lungo la valle del Roia e quelle di Val di Latte e Vallone del Passo, dal livello del mare a quota 1380. Circa metà del territorio comunale è occupata da boschi; grande importanza hanno le colture arboree, che, specializzate, occupano oltre 1000 ettari: per la maggior parte oliveto e anche vigneto, agrumi, e piante ornamentali; questi e gli alberi da frutta - soprattutto peschi - si trovano anche associati ai seminativi, i quali (538 ha., per più di metà semplici) sono caratterizzati dalla mancanza dei cereali e dall'estensione degli tirti e soprattutto dei giardini. lavoro oltre che nei commerci e nell'agricoltura, anche in alcune industrie. Da 6435 nel 1861 sono saliti a 8882 nel 1881, 11.500 nel 1901, 14.046 nel 1921, 17.081 nel 1931. Essi vivono per la massima parte accentrati nel capoluogo e in numerosi piccoli centri disseminati sulle colline: Grimaldi, Mortola Inferiore e Superiore, S. Bartolomeo, Villatella, S. Pancrazio, Torri, Bevera, Roverino, ecc. A Ventimiglia si staccano dalla strada e dalla ferrovia litoranea che uniscono la Riviera italiana a quella francese, la strada e la ferrovia che per la valle Roia e il Col di Tenda, attraversando un lembo di territorio francese, conducono a Cuneo. Nel territorio del comune di Ventimiglia si trovano, in località Mortola Inferiore, il famoso giardino di acclimatazione creato alla fine del secolo XIX da Tommaso Hanbury, e, in località Grimaldi, le grotte dei Balzi Rossi, scavate nel calcare rossastro di un promontorio roccioso e ben note per il materiale archeologico e antropologico che vi si è rinvenuto.

Monumenti. - La cattedrale, della fine del sec. XII (restaurata nel 1875-77 da E. Arborio Mella), mostra rapporti con l'architettura francese; possiede una Madonna di Barnaba da Modena. Attiguo ad essa è il battistero, più antico, ottagono, con nicchie rettangolari e semicircolari, alternate, nelle facce; e con bacino di pietra, pure ottagonale, per l'immersione, nel centro. Al sec. XI appartiene probabilmente la chiesa di S. Michele, con acquasantiere ricavate in termini romani; e resti di affreschi del sec. XIV. Delle fortificazioni, erette e mantenute dal sec. XIII in poi dalla repubblica di Genova, rimangono torri e porte, che conferiscono al carattere della città vecchia, rimasta intatta nei secoli.

Storia. - La città romana di Album Intimilium, situata sulla via Iulia Augusta, fece parte della reg. IX augustea. Il nome Albintimilium è accertato da testi epigrafici. In Plinio è Album Intimilium (Nat. Hist., III, 5, 48), in Strabone (Geogr., IV, 6,1) "Αλβιον 'Ιντεμέλιον. Sorta sulla spiaggia del Tirreno, tra le foci del Roia (l'antica Rutuba) e del Nervia, fu sede di un importante nucleo dei Ligures Intimili, che con gli altri Liguri occidentali avevano resistito a lungo alla conquista romana. Sotto l'impero Albintimilium fiorì come municipio romano. Aveva duumviri ed edili. Il suo territorio, assegnato alla tribù Falerna, confinava a oriente con Albingaunum, a occidente con la provincia procuratoria delle Alpi Marittime (capitale Cemenelum). Nel primo secolo dell'impero ebbe molto a soffrire nella lotta tra Vitellio e Otone, ma non decadde se non col decadere dell'impero. Probabilmente subì la stessa sorte di Albenga per il passaggio dei Goti al principio del sec. IV d. C., e poi ai tempi di Rotari. Nel Medioevo gli abitanti si rifugiarono sull'altura a destra del Roia, ed ivi sorse una nuova città, fortificata, che per corruzione - attestata già dagli itinerarî - dell'antico nome finì con chiamarsi Ventimiglia.

Gli avanzi della città abbandonata furono lentamente sepolti dalle sabbie marine spintevi sopra dal vento e da alluvioni e frane scese dall'imminente collina. Recenti scavi ritornarono alla luce i ruderi di un teatro (conservatissima la cavea), di una fontana, di terme, delle mura di cinta della città e di altre costruzioni, oltre un buon numero di iscrizioni e un ampio sepolcreto, che è finora il solo, d'età romana, sistematicamente esplorato nell'Italia occidentale.

Fu corsa e depredata più volte dai Saraceni di Frassineto nel sec. X. È del 962 la prima notizia di una contea di Ventimiglia dipendente dal marchesato di Susa e compresa approssimativamente tra i torrenti Roja e Taggia. Anche quando nel secolo XII si costituì il comune, i conti continuarono ad avere qualche giurisdizione in città ma soprattutto nelle valli superiori. Sin dal sec. XII Genova aspirò al possesso di Ventimiglia e cominciò ad affermare il proprio dominio, ma il piccolo comune, insofferente, colse ogni occasione per riprendere la propria autonomia; più notevole il tentativo al tempo di Federico II fattosi protettore di tutti i ribelli della riviera di ponente. Per la sua posizione di confine Ventimiglia fu poi a lungo contrastata tra la repubblica e la contea angioina di Provenza. Al dominio della repubblica si avvicendarono così in tempestosa alternativa quelli degli Angioini, dei Grimaldi, dei Visconti, dei Savoia, cui si aggiunsero nel sec. XV le signorie degli Sforza e della Francia. Finalmente, dal 1505 Ventimiglia ebbe lo stabile dominio della repubblica, che dal 1514 al 1562 ne alfidò il governo al Banco di S. Giorgio, e, come ad altre città rivierasche, le lasciò per l'interna amministrazione i proprî ordinamenti. Seguì, da allora, le vicende dello stato ligure.

Bibl.: Corpus Inscr. Lat., V, p. 900 segg.; P. Baroncelli, Albintimilium, in Mon. Ant. dei Lincei, XXIX (1923); G. Rossi, Storia della città di Ventimiglia dalle origini sino ai nostri giorni, Torino 1857; N. Orengo, Ventimiglia e suoi dintorni, ivi 1922; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, ivi 1927, p. 531. Sui conti di Ventimiglia, Miscellanea di storia italiana, s. 3ª, VI, 1899.