Ergativi, verbi

Enciclopedia dell'Italiano (2010)

ergativi, verbi

Elisabetta Jezek

Definizione

Nella riflessione tipologica il termine ergativo è tradizionalmente impiegato per designare un caso (di cui alcune lingue dispongono) per marcare il soggetto dei verbi transitivi (indicato solitamente con A «agente»), in modo da distinguerlo dal complemento oggetto dei verbi transitivi (indicato con O «oggetto») e dal soggetto dei verbi intransitivi (S «soggetto»). Sempre in queste lingue, O e S sono assimilati e marcati con lo stesso caso, l’assolutivo (sulle lingue ergative e le loro proprietà, cfr. Dixon 1994).

In italiano, analogamente all’inglese e a molte altre lingue, tale marca di caso non esiste; quindi la lingua non è considerata ergativa. Ciò nonostante, anche in queste lingue, tra l’oggetto dei verbi transitivi e il soggetto di alcuni verbi intransitivi (in particolare, quelli che hanno l’ausiliare essere nei tempi composti, anche detti inaccusativi; ➔ inaccusativi, verbi) si possono rilevare analogie nel comportamento sintattico.

Per es., sia l’oggetto del verbo transitivo mangiare sia il soggetto del verbo intransitivo cadere possono essere ripresi con il clitico ne, mentre ciò non è possibile con i soggetti dei verbi intransitivi che nei tempi composti selezionano avere, come dormire:

(1) di panini, ne ho mangiati molti

(2) di foglie, ne sono cadute molte

(3) * di bambini, ne hanno dormito molti

Inoltre, esiste in queste lingue (come nelle lingue ergative) un’ampia classe di verbi che ammette due varianti, l’una transitiva e l’altra intransitiva, tale che il soggetto della variante intransitiva intrattiene con il verbo la stessa relazione tematica dell’oggetto della variante transitiva (paziente o tema):

(4) affondare

il nemico affonda la nave

la nave affonda

Questo fatto ha portato diversi studiosi a estendere l’etichetta di ergativo a verbi come affondare (Burzio 1986). Altre terminologie utilizzate per questa classe di verbi, che ne mettono in luce le proprietà semantiche piuttosto che quelle formali sono: verbi ad alternanza causativa / incoativa o verbi ad alternanza (anti)causativa.

Classi

Secondo Salvi (1988), i verbi ergativi italiani sono raggruppabili in due classi principali: gli ergativi di forma attiva (come affondare) e gli ergativi di forma riflessiva (come rompere/rsi) (si veda anche Centineo 1995):

(5) rompere

a. Mario rompe il bicchiere

b. * il bicchiere rompe

c. il bicchiere si rompe

Folli (1999) e Sorace (2000) hanno notato che oltre agli ergativi di forma attiva e a quelli di forma riflessiva ci sono anche verbi che ammettono entrambi gli usi (come fondere):

(6) fondere

a. l’orafo fonde metalli preziosi

b. i metalli si fondono a temperature elevate

c. il metallo fonde

Tale classificazione può essere ulteriormente raffinata se si tiene conto, oltre che del clitico riflessivo, anche della scelta dell’ausiliare nei tempi composti e di come questi due parametri sono interrelati (Jezek 2003). Per es., mentre rompere nell’uso intransitivo richiede l’ausiliare essere, cuocere richiede l’ausiliare avere e bruciare ammette sia l’ausiliare avere che l’ausiliare essere:

(7) cuocere

a. cuocere il sugo a fuoco moderato

b. quando il sugo ha cotto aggiungere il basilico

c. il sugo si è cotto in un’ora

(8) bruciare

a. bruciarono la legna per scaldarsi

b. la legna ha bruciato lentamente

c. la legna è bruciata lentamente

d. la legna si è bruciata lentamente

Non tutti i verbi transitivi che descrivono relazioni causali ammettono un uso intransitivo, in cui la situazione descritta dal verbo è presentata senza menzione della causa. Per es., accorciare ammette la variante transitiva, mentre foderare non la ammette:

(9) accorciare

a. Luisa ha accorciato la gonna

b. la gonna si è accorciata

(10) foderare

a. Luisa ha foderato la gonna

b. * la gonna si è foderata

Persino coppie sinonimiche di verbi possono esibire, da questo punto di vista, diverso comportamento grammaticale. Per es., dissolvere è transitivo e intransitivo, mentre svanire è soltanto intransitivo:

(11) dissolvere

a. il sole ha dissolto la nebbia

b. la nebbia si è dissolta rapidamente

c. * la nebbia è dissolta rapidamente

(12) svanire

a. * il sole ha svanito la nebbia

b. la nebbia è svanita rapidamente

c. * la nebbia si è svanita rapidamente

Se il verbo ammette entrambe le varianti (transitiva e intransitiva), la relazione semantica tra le due costruzioni non è tuttavia sempre la stessa. Per es., mentre la gonna si è macchiata può essere considerata la variante decausativa (la variante cioè in cui è omessa la causa) di Luisa ha macchiato la gonna, la gonna si è accorciata non può essere intesa come la variante decausativa di Luisa ha accorciato la gonna. Il risultato dell’accorciare è qui presentato come un evento accidentale, e non come il risultato di un atto causale.

La gamma di soggetti o oggetti ammessi nella variante transitiva e intransitiva non è sempre la stessa: per es. l’espressione le giornate si sono accorciate, in cui il verbo accorciare assume un valore metaforico, non ha una controparte transitiva (* la primavera ha accorciato le giornate).

È fonte di controversia quali siano le proprietà semantiche che giocano un ruolo nel condizionare la possibilità, per un verbo, di presentare l’alternanza ergativa, e quale sia il livello appropriato al quale operano (verbo o frase). In generale, vi è accordo sul fatto che affinché un verbo presenti l’alternanza ergativa sia necessario che esso esprima un cambiamento di stato o di luogo, e che includa nel suo significato il riferimento a uno stato risultante (rotto, bruciato, ecc.).

Studi

Burzio, Luigi (1986), Italian syntax. A government-binding approach, Dordrecht - Lancaster, Reidel.

Centineo, Giulia (1995), The distribution of ‘si’ in Italian transitive/inchoative pairs, in Proceedings from semantics and linguistic theory V, edited by M. Simons & T. Galloway, Ithaca (NY), Cornell University, pp. 54-71.

Dixon, Robert M.W. (1994), Ergativity, Oxford, Oxford University Press.

Folli, Roberta (1999), Causative/inchoative alternation in Italian, «Oxford University working papers in linguistics, philology and phonetics» 4, pp. 33-49.

Jezek, Elisabetta (2003), Classi di verbi tra semantica e sintassi, Pisa, ETS.

Salvi, Giampaolo (1988), La frase semplice, in Grande grammatica italiana di consultazione, a cura di L. Renzi, G. Salvi & A. Cardinaletti, Bologna, il Mulino, 1988-1995, 3 voll., vol. 1° (La frase. I sintagmi nominale e preposizionale), pp. 29-114.

Sorace, Antonella (2000), Gradients in auxiliary selection with intransitive verbs, «Language» 76, pp. 859-890.

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