Verdaguer i Santaló, Mossèn Jacint

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Poeta catalano (Folgarolas, Barcellona, 1845 - Vallvidriera, Barcellona, 1902). Sacerdote (1870), viaggiò molto in Europa e nell'Africa settentr.; nel 1895 fu sospeso a divinis, vittima di voci calunniose, venendo poi riammesso a celebrare nel 1898; morì in fama di santità. Contribuì alla rinascita letteraria della Catalogna con i due poemi Atlàntida (1877) e Canigó (1886), con le poesie religiose Idillis i cants místics (1879), con gl'inni Cántics (1881) e con le altre opere in prosa e in versi: Caritat (1885); Excursions i viatges (1887); Lo somni de sant Joan (1887); Roser de tot l'any (1894); Flors del Calvari, llibre de consols (1896); Aires del Montseny (1901); ecc. Poeta eminentemente nazionale e popolare, è l'esponente di una tradizione spirituale della quale affinò le espressioni letterarie caratteristiche, l'epica (in cui la sua ricca immaginazione raggiunse, nonostante l'oratoria vittorughiana, notevoli effetti d'arte) e la lirica, pervasa di un raccolto sentimento mistico.

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