VIDAL de la BLACHE, Paul

Enciclopedia Italiana (1937)

VIDAL de la BLACHE, Paul

Roberto Almagià

Geografo francese, nato a Pézenos (Hérault) nel 1843, morto a Tamaris-sur-Mer il 5 aprile 1918. Si dedicò dapprima a studî umanistici; ma, nominato nel 1867 membro della scuola d'Atene, profittò di un soggiorno triennale sulle rive dell'Egeo per fare lunghi viaggi nel Levante, in Turchia, nell'Asia Minore, in Siria, in Egitto. Frattanto si formava una profonda cultura geografica, leggendo opere classiche, soprattutto quelle di A. Humboldt e K. Ritter; e, chiamato nel 1873 alla facoltà di lettere di Nancy, si volse definitivamente alla geografia, che insegnò colà fino al 1877, poi a Parigi, all'École normale supérieure fino al 1898, alla Sorbona dal 1898 al 1909 e all'École libre des sciences politiques dal 1909 al 1917.

Per la sua grande cultura, per le sue opere, diffusissime, per la sua attività d'insegnante divenne dal 1910 in poi il vero caposcuola dei geografi francesi. Classico è rimasto il suo Tableau géographique de la France, che forma il primo volume dell'Histoire de France di E. Lavisse (1903) e diffusissimo l'Atlas général (1894) ehe ebbe numerose edizioni. L'ultima sua opera, intitolata La France de l'Est (Alsazia-Lorena), è un modello di trattazione corografica (1917). Nel 1891 aveva fondato il periodico Annales de Geographie che è tuttora la più autorevole rivista di geografia scientifica della Francia. Eccellenti sono i suoi testi geografici per le scuole medie.

Negli ultimi anni della sua vita avviò due grandi opere: un trattato di geografia umana, rimasto incompiuto e del quale furono pubblicati, postumi, alcuni capitoli (Principes de Géographie humaine, 1921), e una Géographie Universelle della quale aveva dettato lo schema e per la quale aveva coordinato la collaborazione dei maggiori geografi francesi, quasi tutti formati alla sua scuola; essa fu proseguita sotto la direzione di L. Gallois.

I principî metodici cui s'inspira l'opera del Vidal de la Blache traspariscono soprattutto nel campo della geografia antropica, da una serie di monografie regionali in buona parte opera di allievi o di studiosi, formatisi alla sua scuola, e della quale fa parte anche lo studio sull'Alsazia-Lorena, sopra citato.