AGNELLI SOARDI, Vincenzo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

AGNELLI SOARDI, Vincenzo

Giuseppe Coniglio

Figlio di Francesco e di Domizia Borsieri, nato a Mantova nel 1581, fu protonotaro apostolico, poi, nel 1612, referendario delle Due Segnature; nel 1616 ottenne il vescovato di Alba nel Monferrato. Sin dal 1613, intanto, aveva iniziato la sua attività al servizio dei Gonzaga in qualità di loro residente presso il pontefice; nel 1617 si interessò all'annullamento del matrimonio tra Vincenzo Gonzaga ed Isabella Gonzaga di Novellara e ad un eventuale matrimonio tra l'infanta di Savoia e il duca Ferdinando Gonzaga. Nel 1620, alla morte del vescovo Francesco Gonzaga, gli fu conferito il vescovato di Mantova.

Della sua opera pastorale va ricordata la celebrazione del sinodo diocesano nel 1631, oltre ad una opportuna sistemazione di chiese e conventi: nel 1624 aveva insediato i frati minori riformati nel convento di S. Spirito, ceduto dai minori osservanti, che passarono nei conventi di S. Francesco e S. Maria delle Grazie; nel 1635 assegnò ai minimi la chiesa di S. Salvatore e nel 1643 fondò la chiesa delle Teresiane. Scrisse una Via coelestis, Oratio de sancto Ioanne Evangelista, edita a Roma nel 1672.

Ma la figura dell'A. ha soprattutto rilievo per l'attività diplomatica svolta in rappresentanza della corte di Mantova e per la parte avuta negli avvenimenti connessi con la guerra di successione del ducato. Nel 1623, durante il conclave per l'elezione di Urbano VIII, appoggiò il partito del cardinale S. Borghese, pur compiendo anche altri approcci in modo da render buon servigio a Mantova.

Divenuto ministro del duca Carlo di Gonzaga Nevers, ebbe da questo, appena giunto in Mantova, nel gennaio 1628 la delicata missione di sostenere presso la corte imperiale a Vienna le ragioni vantate dal duca Carlo per essere riconosciuto legittimo successore del defunto Vincenzo II, mentre analoga opera di persuasione veniva affidata agli ambasciatori gonzagheschi presso le altre potenze interessate. L'A., sgradito all'imperatrice Eleonora, non poté efficacemente contribuire ad allontanare da Mantova la guerra imminente, di cui egli stesso subiva, nel sacco del 1629, le conseguenze nella distruzione dei suoi beni in Quingentole. Incaricato di rappresentare il suo duca a Ratisbona alla dieta imperiale, partì da Vienna nel luglio 1630, ma, trattenuto in territorio veneziano in quarantena per la peste, giunse a Ratisbona soltanto nel novembre, quando le trattative sulla questione di Mantova avevano già superato la fase decisiva; non poté così neppure far modificare in favore del duca i deliberati della dieta. Rientrato a Vienna assisté ai laboriosi negoziati, che nel luglio 1631 portarono alla desiderata investitura imperiale al Nevers, e si adoperò grandemente per alleviare ai Mantovani le sofferenze patite durante il ritiro delle truppe tedesche nell'estate dello stesso anno. I suoi carteggi da Vienna - dove rimase anche dopo la fine dell'ambasceria - costituiscono una fonte molto preziosa per la storia di quegli anni.

L'ultimo episodio di portata politica cui partecipò fu la firma apposta, certo malvolentieri perché si trattava di una presa di posizione contraria ai Nevers, all'atto col quale la principessa Maria Gonzaga, il 28 luglio 1633, affermava di revocare tutti gli atti che potessero pregiudicare i suoi diritti sugli stati di Mantova e Monferrato.

Mori il 15 ott. 1644.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Mantova, C. D'Arco, Delle famiglie mantovane, I, p. 15 e C. D'Arco, Notizie delle Accademie, dei giornali, e delle tipografie che furono in Mantova, I, pp. 69-70; ibid., Gonzaga, busta 1008, copialettere dell'A. da Roma; ibid., busta D. regesto di alcune sue lettere del 1612-14; ibid., busta 1013, per le vicende matrimoniali dei Gonzaga; G. Pezza-Rossa, Storia cronologica dei vescovi mantovani, Mantova 1847, pp. 55-56; A. Mainardi, Storia di Mantova dalla sua origine fino all'anno 1860, Mantova 1865, pp. 197-198. 206, 208; C. D'Arco, Studi intorno al municipio di Mantova, VII, Mantova 1874, pp. 73-74; G. B. Intra, Un episodio della storia mantovana nel 1633, in Arch. stor. lombardo, VI (1879), pp. 460, 463, 475; R. Quazza, Mantova e Monferrato nella politica europea alla vigilia della guerra per la successione (1624-1627), Mantova 1922, pp. 102, 208; Id., La guerra per la successione di Mantova e del Monferrato (1628-31), Mantova 1926, I, pp. 40-41, 46-47 ss.; II, pp. 18, 19, 21, 32 ss.; L. v. Pastor, Storia dei Papi, XIII, Roma 1931, pp. 221, 236; P. Gauchat, Hierarchia catholica..., IV, Monasterii 1935, pp. 75, 230; R. Quazza, La diplomazia gonzaghesca, Milano 1941, pp. 44, 48, 174, 182, 225-228; F. Amadei, Cronaca universale della città di Mantova, III, Mantova 1956, pp. 339, 366, 372 e passim.

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