TALLI, Virgilio

Enciclopedia Italiana (1937)

TALLI, Virgilio

Silvio D'Amico

Attore e regista, nato a Firenze il 10 agosto 1857, morto a Milano il 24 febbraio 1928. Figlio d'un agiato negoziante di mobili, fece i primi studî nel Collegio Cicognini di Prato. Cominciò a recitare a Firenze nell'Accademia Filodrammatica a Palazzo Rinuccini e poi nell'Accademia dei Fidenti. Scritturato nel 1881 da Adelaide Tessero, passò dal ruolo di generico a quello di secondo e primo brillante; come brillante fu nel 1886 con Ermete Novelli, e dal 1887 al 1889 col Pietriboni. Nel 1890 fu col Paladini a capo d'una compagnia che aveva per prima attrice la sua giovine sposa Ida Carloni, poi di altra intitolata al nome del defunto Bellotti-Bon; nel 1894 con Virginia Reiter e Enrico Reinach; nel 1895 a capo della Sichel-Talli-Tovagliari; poi con Teresa Mariani; poi nel 1900 con Tina di Lorenzo e Flavio Andò. Nel 1903 costituì la celebre compagnia Talli-Gramatica-Calabresi, dove le sue apparizioni sulla scena come attore si fecero, per ragioni di salute, sempre più rare; finché si dedicò interamente alla regia, come maestro e capo di varie altre compagnie, fra cui per lunghi anni la Talli-Melato-Giovannini-Betrone, poi la compagnia del Teatro Argentina di Roma, e la compagnia Nazionale (con Ruggero Ruggeri e Alda Borelli, 1921, sovvenzionata dallo stato). Infine si ritirò a dirigere il piccolo teatro Arcimboldi a Milano, dove istituì anche una modesta scuola di recitazione.

Come attore, il T. fu artista di garbata e toscana disinvoltura, specie nel comico: si ricordano le sue interpretazioni di Demi-monde, della Trilogia di Dorina, del Re, di Come le foglie, dove "creò" la parte di Massimo. Ma la sua tipica attività fu quella di direttore e regista; per la quale, combattendo vivacemente l'individualismo dei "mattatori", si sforzò per oltre un ventennio di curare il gusto dell'insieme, guidando compagnie armoniosamente costituite e disciplinate, e alle quali per lungo tempo arrise meritato successo. La memoria della citata Talli-Gramatica-Calabresi e della sua impeccabile messinscena della Figlia di Jorio dove ogní parte anche secondaria era sostenuta da attori eccellenti, sono rimaste tra i massimi esempî del genere. Ma il T. fu benemerito soprattutto come maestro di giovani: attraverso il suo insegnamento, con andamento veristico ma piuttosto incline agli effetti coloristici, passarono Dina Galli, Lyda Borelli, Maria Melato, Alberto Giovannini, Annibale Betrone, Lamberto Picasso, Sergio Tofano, Vera Vergani, Marta Abba e molti altri fra i più noti attori della presente generazione. E i "complessi" ch'egli guidò diedero vita a interpretazioni assai ammirate, come quelle dell'Albergo dei poveri di Gor′kij, Il gabbiano di Čechov, I transatlantici di A. Hermant, Un cappello di paglia di Firenze di Labiche, ecc., oltre che del teatro italiano del primo dopoguerra, i cui nuovi spiriti e forme trovarono nel T. un appassionato divulgatore: ricordiamo Così è (se vi pare) e Enrico IV di Pirandello, Marionette, che passione! e La bella addormentata di Rosso di San Secondo, Glauco di Morselli, L'uccello di Paradiso di Cavacchioli.

Bibl.: Per la vita, v.: V. Talli, La mia vita di teatro, Milano 1927; S. Lopez, Dal carteggio di V. T., ivi 1930. Giudizî critici: A. Varaldo, Fra viso e belletto, ivi 1910; M. Ferrigni, V. T., in Rivista d'Italia, 15 febbr. 1921; R. Simoni, Ritratti, Milano 1928; S. d'Amico, Tramonto del grande attore, ivi 1929.

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