TRETTENERO, Virgilio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 96 (2019)

TRETTENERO, Virgilio

Ilaria Ampollini

TRETTENERO, Virgilio. – Nacque a Recoaro, in provincia di Vicenza, il 4 febbraio 1822, da Domenico e da Francesca Maltauro.

Frequentò il liceo Pigafetta di Vicenza, dove si diplomò in studi classici, per poi iscriversi alla facoltà di matematica dell’Università degli studi di Padova. Stando alle testimonianze dei suoi contemporanei, la bravura di Trettenero era tale che uno dei suoi professori considerò che «in ciascun anno distinti allievi escono dal matematico arringo, ma [...] la scienza potrebbe menar vanto, se uno simile al Trettenero ne uscisse ogni decennio» (Pazienti, 1870, p. 21). Conseguita la laurea, divenne assistente di fisica e geodesia nell’Ateneo patavino e ottenne il posto di astronomo aggiunto all’Osservatorio astronomico. Gli fu poi affidato il corso di astronomia; in virtù di questo incarico, fu nominato professore straordinario di detta materia. Nel 1859, alla morte di Bernardino Zambra, Trettenero ottenne la cattedra di fisica e, di conseguenza, anche la direzione del gabinetto di quella disciplina. Fu allievo e poi assistente di Giovanni Santini, con il quale collaborò nei numerosi lavori di astronomia di posizione, dedicandosi in particolare allo studio di asteroidi e comete e alla compilazione di cataloghi stellari. Riporta Antonio Pazienti che Trettenero era fortemente persuaso che fosse «inutile progredire nell’arte di osservare» se con essa non progrediva «egualmente la scienza di discutere le osservazioni» (Pazienti, 1870, p. 29).

Uno dei campi di indagine più promettenti del tempo consisteva nella ricerca e nell’osservazione di corpi orbitanti all’interno del sistema solare ancora sconosciuti. Trettenero vi si interessò fin da subito, come ci attesta uno scritto del 1849 firmato dal suo maestro Santini (Schreiben des Herrn Professors Santini, Directors der Studien, an den Herausgeber, in Astronomische Nachrichten, XXIX (1849), 12, pp. 191 s.). Santini vi fece infatti riferimento alle osservazioni svolte dall’allievo Trettenero, finalizzate a definire con precisione l’orbita di Nettuno, osservato per la prima volta nel 1846 dall’astronomo Johann Gottfried Galle a Berlino.

Negli anni successivi, Trettenero compilò numerose effemeridi: tra le prime, si annoverano le Beobachtungen der Planeten Neptun, Pallas, Astræa, Metis und Irene auf der Sternwarte in Padua, nebst Elemente der Irene (in Astronomische Nachrichten, XXXII (1851), 23, pp. 337-340).

Nel calcolo delle orbite, Trettenero preferiva utilizzare, invece del metodo della variazione delle costanti, che era all’epoca il più diffuso per la determinazione dei moti celesti soggetti a perturbazioni, quello, più semplice e veloce, introdotto dal tedesco Johann Franz Encke. Lo applicò anche alla determinazione delle orbite dei pianetini Irene e Melpomene, come spiegato nel testo Nuovo metodo di Encke pe’l calcolo delle perturbazioni planetarie applicato al pianeta Irene (in Rivista periodica dei lavori della I. R. Accademia di scienze, lettere e arti, I (1853), 1, pp. 218-234).

L’abilità e le competenze di Trettenero dovevano essere ben note ai colleghi, tant’è che quando l’astronomo napoletano Annibale De Gasparis, nel luglio del 1851, individuò un nuovo asteroide, Eunomia, inviò le osservazioni a Trettenero. Fu lui, nei mesi a venire, che ne derivò l’orbita, per poi continuare a registrare le traiettorie dell’asteroide anche negli anni successivi, così da migliorare l’accuratezza dei risultati cui era giunto, come ben si deduce per esempio dallo scritto Nuova determinazione dell’orbita d’Eunomia ed effemeride per l’opposizione del 1854 (in Astronomische Nachrichten, XXXVII (1854), 4, pp. 49-53).

Successivamente, Trettenero pubblicò un articolo intitolato Della illusione, per cui ci esageriamo il numero delle stelle visibili ad occhio nudo (in Rivista periodica dei lavori della I. R. Accademia di scienze, lettere e arti, IV (1855), 10, pp. 103-110). Obiettivo del breve saggio era quello di spiegare il fenomeno dell’apparente, eccessiva numerosità delle stelle quando osservate a occhio nudo, individuando altre cause oltre a quella dello scintillamento ipotizzata da Alexander von Humboldt.

Nel 1858, un’eclisse solare (la seconda che osservava, dopo quella occorsa sette anni prima) gli offrì l’occasione per correggere le Tavole lunari di Peter Andreas Hansen, pubblicando il testo Confronto delle Tavole lunari di Hansen con le osservazioni dell’Eclisse solare 15 marzo 1858 (ibid., IV (1858), 14, pp. 150-160).

Trettenero si dedicò inoltre all’osservazione delle comete. Tra i risultati più importanti, va annoverata la dimostrazione dell’identità tra la cometa di Brorsen, scoperta nel 1846, e quella di Bruhns, avvistata nel marzo del 1857: ricalcolando l’orbita di quest’ultima stabilì che, contrariamente a quanto si pensava, non seguiva un’orbita parabolica, bensì ellittica; che era di conseguenza una cometa periodica e che coincideva con quella scoperta dallo svedese Theodor Brorsen. I risultati di queste osservazioni confluirono nello scritto Osservazioni della Cometa di Bruhns col calcolo dei suoi elementi ellittici, donde risulta identica a quella del Brorsen del 1846 (in Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, II (1857), pp. 456-464).

Trettenero fu socio dell’Accademia di Padova e socio corrispondente dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti.

Il contributo di maggior rilievo fu probabilmente quello che egli diede nella compilazione dei cataloghi stellari del suo maestro Santini, per i quali svolse sistematiche e accurate osservazioni a partire dal 1857. I cataloghi, conosciuti anche come Cataloghi padovani, cui Santini stava lavorando già dal 1836, uscirono in cinque pubblicazioni diverse negli atti dell’Accademia patavina e in quelli dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti tra il 1840 e il 1870.

Nonostante fosse già malato, Trettenero continuò fino all’ultimo a lavorare instancabilmente, proseguendo nelle osservazioni astronomiche e non rinunciando nemmeno a tenere le lezioni ai suoi studenti.

Morì a Padova il 23 maggio del 1863, a soli quarantun anni, lasciando una moglie e sette figli.

Le orazioni in suo onore lo descrivono come uno scienziato che dedicò la sua vita al suo lavoro di astronomo e di professore. La sua precoce morte impedì la continuazione del lavoro sui Cataloghi padovani, che diedero prova in ogni caso di grande accuratezza: questo anche perché la posizione di ogni stella fu stimata sulla base di una serie di tre osservazioni realizzate in tre sere successive, riducendo di molto il grado di errore tipico degli altri cataloghi, che si basavano al contrario su una sola osservazione.

Opere. Un elenco delle pubblicazioni di Trettenero (esaustivo se pur con imprecisioni), che comprende cinquantadue saggi comparsi sulle Astronomische Nachrichten, due lavori negli Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti e sette nella Rivista accademica di Padova, si trova in Pazienti, 1870, pp. 33-37.

Fonti e Bibl.: V.T. Orazioni funebri, in Memorie funebri antiche e recenti, a cura di G. Sorgato, VI, Padova 1862, pp. 233-235; L. Menin, Nelle solenni esequie del professore straordinario aggiunto all’Osservatorio astronomico V. T. parole di giustizia e d’affetto pronunziate dal direttore della facoltà filosofica, Padova 1863; G. Santini, Todes-Anzeige, in Astronomische Nachrichten, LX (1863), 6, pp. 81-82; A. Pazienti, V. T. e gli studi astronomici nel secolo XIX, in Solenne distribuzione de’ premi agli studenti del R. Liceo e Ginnasio Pigafetta per l’anno scolastico MDCCCLXVIII-LXIX fatta nell’occasione della festa letteraria commemorativa di V. T. nel XVII marzo MDCCCLXX, Vicenza 1870, pp. 20-47; E. Millosevich, Intorno alla vita ed ai lavori di Giovanni Santini. Memoria, in Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche, XI (1878), pp. 2-110; L. Pigatto, V. T., in Professori di materie scientifiche all’Università di Padova nell’Ottocento, a cura di S. Casellato - L. Pigatto, Trieste 1996, pp. 43 s.; V. Zanini - S. Zaggia, Giovanni Santini, the meridian circle and the Paduan. The top of classical astronomy in the XIX century in Italy, in Società italiana degli storici della fisica e dell’astronomia. Atti del XXXVI Convegno annuale,... 2016, a cura di S. Esposito, Napoli 2016, pp. 233-241.

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