Vitamina

Dizionario di Medicina (2010)

vitamina


Sostanza che svolge una funzione essenziale nell’organismo umano, ma che non può da questo essere sintetizzata. Per tale motivo, le v. devono essere necessariamente assunte dall’esterno attraverso l’alimentazione. Inizialmente, si riteneva che le sostanze con queste caratteristiche fossero tutte ammine, da cui il termine; oggi è noto che le v. sono molecole chimicamente eterogenee: esse agiscono a dosi molto basse come cofattori enzimatici per numerose reazioni metaboliche o svolgono azioni simil-ormonali e antiossidanti.

Fonti alimentari

Le v. sono presenti negli alimenti sia in quanto tali sia in forma di provitamine; quest’ultime rappresentano i precursori che vengono trasformati nell’organismo stesso nella v. vera e propria. Ne sono classici esempi il beta-carotene, precursore della v. A, e la provitamina D, presente soprattutto nel latte e derivati, che si trasforma nell’organismo nella sua forma attiva per azione dei raggi solari. Le fonti più ricche di queste v. sono i grassi e gli oli vegetali, la verdura e i lipidi della carne, del burro e delle uova.

Classificazione

Il primo sistema di classificazione designava le v. attraverso l’uso delle lettere dell’alfabeto (A, B, C, D, E, K); in seguito, alcune delle sostanze sono state rinominate e altre, inizialmente ritenute v. e alle quali era stata assegnata una lettera, sono state riclassificate; per es., l’acido arachidonico, denominato inizialmente v. F, oggi è classificato come acido grasso essenziale. Pertanto, la denominazione con lettere dell’alfabeto appare oggi discontinua. Attualmente, si preferiscono termini che si riferiscono alla struttura chimica, anche se le denominazioni storiche sono state conservate. Le v. si classificano in idrosolubili (v. C e gruppo B) e liposolubili (v. A, D, E, K).

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Vitamine idrosolubili e liposolubili

Le v. idrosolubili si trovano principalmente nel citoplasma, nel liquido interstiziale e nel sangue e il loro eccesso è eliminato con le urine. Queste v. non sono immagazzinate dall’organismo ed è quindi importante introdurne una certa quantità ogni giorno con la dieta. A differenza della maggior parte delle v. idrosolubili, quelle liposolubili si ritrovano soprattutto sulle membrane cellulari e in genere non si comportano come cofattori enzimatici, ma svolgono azioni e funzioni più generali. Infatti, esse possono svolgere azione di regolazione, come nel caso dell’ergocalciferolo (v. D); oppure svolgono una fondamentale azione antiossidante, come il retinolo (v. A) e il tocoferolo (v. E); talvolta hanno anche azione simil-ormonale.

Carenze vitaminiche

La mancanza o la scarsità di una v. causa sempre l’insorgenza di una patologia. Nell’uomo sono conosciute diverse patologie dovute alla carenza di v.: scorbuto (acido ascorbico, v. C), pellagra (v. PP), beri-beri (tiammina, v. B1), anemia megaloblastica (cianocobalammina, v. B12, e acido folico), rachitismo (ergocalciferolo, v. D), cheratomalacia (retinolo, v. A). I fabbisogni dipendono da diversi fattori, quali età, sesso, stati patologici. Il contenuto di v. negli alimenti dipende dai trattamenti subiti, dalle condizioni di conservazione, dall’interazione con altre sostanze. Per tali motivi, vengono commercializzate specialità medicinali o integratori a base di una o più vitamine. Non è stato provato che l’uso di integratori vitaminici, esclusi i casi conclamati di carenza, sia sempre di beneficio e possa considerarsi equivalente all’assunzione di v. con i cibi; per es., l’assunzione di dosi eccessive di v. liposolubili può causare sindromi da accumulo e gravi fenomeni tossici.

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