Frosini, Vittorio

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Filosofo italiano del diritto (Catania 1922 - Roma 2001). Tra i giuristi di rilievo della sua generazione, fu osservatore attento dei fenomeni emergenti in campo giuridico e sociale, di cui seppe dare un'interpretazione originale alla luce della sua concezione del diritto come "morfologia della prassi".Tale formulazione è al centro della sua opera più importante La struttura del diritto (1962, che gli valse il premio per le scienze giuridiche dei Lincei), in cui sono evidenti l'avversione al formalismo giuridico e l'affermazione della centralità dell'azione umana, come azione oggettivata, cioè resa indipendente dalla volontà del soggetto, per la comprensione della natura del diritto. Presagendo negli anni sessanta la portata dell'impatto sul diritto e sulla società della nascente rivoluzione tecnologica, inaugurò con Cibernetica diritto e società (1968) una stagione di studi sull'informatica giuridica e sul diritto dell'informatica (Informatica diritto e società, 1988; ma v. pure la sua sintesi Informatica e diritto in Enciclopedia Italiana, Appendice Duemila). Non gli sfuggirono , anche qui con previdente lucidità, le problematiche legate ai diritti umani e alla bioetica (L'uomo artificiale, 1986; Teoria e tecnica dei diritti umani, 1993, 19983; il suo contributo Bioetica in Enciclopedia Italiana, Appendice Duemila).

Vissuta la sua giovinezza con la famiglia a Trieste, si laureò in Filosofia (1943) a Pisa e in Giurisprudenza (1947) a Catania, completando i suoi studi giusfilosofici a Oxford con H. Hart e J. Mabbott. Prof. di filosofia del diritto all'univ. di Catania, poi (dal 1971) all'univ. di Roma La Sapienza, di cui sarebbe divenuto prof. emerito, presidente (1972) dell'Istituto di ricerca e documentazione del CNR, F. ebbe importanti incarichi istituzionali: delegato del governo italiano all'OCSE (Parigi), rappresentante dell'Italia all'European Science Foundation (Strasburgo); nel 1981 fu designato membro del Consiglio superiore della magistratura. Rientrò nel 1986 all'università sulla cattedra, che era stata di E. Betti, di Teoria dell'interpretazione, all'interno del riattivato Istituto di Betti che con F. si denominò Istituto di Teoria dell'interpretazione e di Informatica giuridica. Tra le sue numerose opere: Teoremi e problemi di scienza giuridica (1971); Il diritto nella società tecnologica (1981); La lettera e lo spirito della legge (1994); La democrazia del XXI secolo (1997).

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