IMBRIANI, Vittorio

Enciclopedia Italiana (1933)

IMBRIANI, Vittorio

Giuseppe Paladino

Scrittore e patriota. Nacque a Napoli il 27 ottobre 1840 da Paolo Emilio e da Carlotta Poerio e passò la sua prima giovinezza in esilio. Si arruolò volontario nell'esercito dell'Italia centrale nel 1859 e poi di nuovo nel 1866: caduto prigioniero degli Austriaci nel Trentino, fu condotto in Croazia. Nell'intervallo fra una guerra e l'altra studiò a Zurigo e a Berlino, e poi visse tra Napoli e Firenze, collaborando all'Italia del De Sanctis (1863-66), alla Patria, di cui tenne per breve tempo la direzione (1867), e alla Nuova Patria (1870-71). Cessata la pubblicazione di questo giornale, si stabilì a Roma, dove si occupò di cose letterarie; ma, dopo l'avvento della sinistra al potere (1876), tornò alla polemica quotidiana nelle file dell'opposizione, scrivendo nell'Araldo e nel Fanfulla. Dal 1878 al 1882 fu libero docente di letteratura italiana e tedesca all'università di Napoli, nel dicembre 1884 venne nominato ordinario di estetica nello stesso ateneo, ma, ammalato, non poté far lezione. Morì a Napoli il 1° gennaio 1886.

L'I., onesto nella vita pubblica e privata, fu devoto alla monarchia, nella quale vedeva la garanzia dell'indipendenza e dell'unità. Sdegnò la demagogia e il disordine, ripudiando ogni sorta di ribellione contro lo stato e il principio d'autorità. Polemizzò spesso e volentieri, affrontando più volte gli avversarî sul terreno e pagando di persona. Inneggiò all'impresa di Massaua, auspicando all'egemonia italiana nel Mediterraneo.

Molti e varî i suoi scritti, in prosa e in versi. Compose odi "barbare" prima del Carducci, e novelle e fiabe e romanzi: il suo stile è spesso selvatico e duro, ma robusto e incisivo. Scrisse anche con efficacia di filosofia e di estetica, seguendo gli Spaventa e il De Sanctis. Riuscì meno bene negli scritti critici per la sua tendenza a vedere sempre e in ogni cosa il lato difettoso e sbagliato.

Nella Biblioteca Universitaria di Napoli si conserva un'importante raccolta di libri, opuscoli e giornali da lui lasciata, da consultarsi da chiunque si occupi della storia napoletana nell'Ottocento. Una scelta di scritti fu pubbl. da B. Croce col titolo Studî letterarî e bizzarie satiriche, Bari 1907.

Bibl.: Onoranze a V. I., Napoli 1886, con scritti di C. M. Tallarigo, R. De Cesare e altri; V. Della Sala, Profili meridionali, Roma 1886; G. Del Giudice, V. I. ed alcune sue lettere inedite, Napoli 1894; B. Croce, Letter. della Nuova Italia, 3ª ed., III, Bari 1929, pp. 179 segg., 398; G. Bustico, V. I. novelliere e folklorista, in Lares, III (1932), p. 15 segg.

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