Scialòja, Vittorio

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Giurista e uomo politico italiano (Torino 1856 - Roma 1933), figlio di Antonio (1817-1877); prof. di diritto romano a Camerino (1879), Siena (1881), Roma (1884-1931); socio naz. (1918) e presidente (1926-32 e luglio-nov. 1933) dell'Accademia dei Lincei; fondatore e segretario perpetuo dell'Istituto di diritto romano, promotore e presidente dell'Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato. Senatore dal 1904, fu ministro della Giustizia (1909-10), ministro senza portafoglio per la Propaganda di guerra (1916-17) e ministro degli Esteri (1919-20). Delegato italiano alla conferenza per la pace (1919) e alla Società delle Nazioni (dal 1921 al 1932), nel 1927 fu nominato ministro di Stato. Con F. Serafini, I. Alibrandi, C. Fadda e C. Ferrini iniziò quella imponente revisione dello studio del diritto romano che doveva poi approdare ad un generale rinnovamento della scienza giuridica italiana. Molti suoi studî hanno determinato nuovi orientamenti nei campi dell'esegesi, della storia, della dogmatica. Opere: I problemi dello Stato italiano dopo la guerra (1918); Discorsi alla Società delle Nazioni (1932); Studi giuridici e Scritti e discorsi politici (7 voll., 1932-36); importanti corsi di lezioni sul negozio giuridico, la proprietà, il diritto ereditario romano, il processo civile, ecc.

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