SERENI, Vittorio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 92 (2018)

SERENI, Vittorio

Gianfranca Lavezzi

– Nacque a Luino (Varese), sul Lago Maggiore, il 27 luglio 1913, figlio unico di Enrico (1879-1953), funzionario di dogana originario della Campania, e di Maria Michelina Colombi (1884-1958), di antica famiglia locale.

L’infanzia trascorse serena a Luino (dove, a causa di una salute cagionevole, fece privatamente gli studi elementari), rimasta negli anni luogo di vacanze estive e della frequentazione di amici locali, tra cui Piero Chiara. Nel 1924 il padre chiese il trasferimento a Brescia, per consentire al figlio di frequentare il prestigioso ginnasio-liceo Arnaldo da Brescia, dove Vittorio studiò fino alla maturità, conseguita nel 1932 con voti eccellenti.

Negli anni liceali nacque la passione per la poesia e nel 1930 iniziò l’apprendistato poetico, testimoniato da una raccolta di versi (conservata in alcuni quaderni) dal titolo gozzaniano Pochi scherzi di sillabe e di versi.

Trasferitosi nell’autunno del 1932 con la famiglia a Milano (dove sarebbe rimasto, attraverso vari domicili, fino alla morte), si iscrisse all’Università statale, dapprima alla facoltà di giurisprudenza passando però pochi mesi dopo a lettere. Qui avvenne il decisivo incontro con il filosofo Antonio Banfi e i suoi allievi, tra i quali Gian Luigi Manzi e Antonia Pozzi, e poi Remo Cantoni, Giulio Preti, Enzo Paci, Raffaele De Grada, Giosue Bonfanti, Daria Menicanti, Dino Formaggio, Luciano Anceschi. All’appartenenza a questo circolo amicale ricco di fermenti che oltrepassavano la ‘frontiera’ della provincia e si aprivano all’Europa, si aggiunsero presto altri incontri: Giancarlo Vigorelli, Giansiro Ferrata, Sergio Solmi, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli, Carlo Bo.

Sempre in ambito universitario conobbe, nel 1936, la sorella di Bonfanti, Maria Luisa, che sposò nel giugno del 1940 e dall’unione con la quale ebbe tre figlie: Maria Teresa (detta Pigot, nata il 24 luglio 1941), Silvia (nata nel 1947) e Giovanna (nata nel 1956).

Il 13 dicembre sul Meridiano di Roma uscì a stampa per la prima volta una sua poesia (Terre rosse, poi in Frontiera). Negli anni 1937-39 insegnò come supplente in varie scuole milanesi, fu assistente volontario di Banfi presso la cattedra di estetica e, dal marzo del 1938, redattore letterario di Vita giovanile (poi Corrente di Vita giovanile), periodico fondato da Ernesto Treccani; incarico che mantenne anche nei mesi trascorsi a Fano e Urbino per un corso abbreviato di ufficiale di complemento, ma che dovette abbandonare nel luglio del 1939, quando raggiunse a Brescia la divisione di fanteria cui era stato assegnato come sottotenente. Congedato nel marzo del 1940, cominciò a insegnare all’istituto magistrale di Modena, sede della cattedra di latino e storia vinta nel concorso dell’anno precedente; la posizione di insegnante di ruolo gli consentì, dopo essere stato richiamato alle armi il 14 giugno (con breve licenza per il matrimonio, 19 giugno) ed essere stato destinato al fronte francese, di essere posto in congedo illimitato e tornare a insegnare.

Il 20 febbraio 1941 uscì, per le edizioni milanesi di Corrente, il primo libro di poesie, Frontiera. Durante le vacanze estive del 1941, passate a Felino (Parma), paese di origine della moglie, vide con amichevole assiduità Attilio Bertolucci, che abitava nella vicina Baccanelli. In ottobre, nuovamente richiamato alle armi, fu assegnato presso la divisione Pistoia, destinata a Bologna e poi al fronte libico-egiziano, da raggiungere attraverso la Grecia; ma la disfatta di El Alamein rese impossibile il trasferimento, imponendo alla Pistoia una vana attesa di quattro mesi ad Atene e quindi in Sicilia. Dopo lo sbarco degli Alleati, nel luglio del 1943 Sereni fu fatto prigioniero con il suo reparto a Paceco (Trapani) e poi trasferito, in agosto, in Africa. Poté rientrare in Italia solo nel luglio 1945, dopo due anni trascorsi in vari campi di prigionia dell’Algeria e del Marocco francese, durante i quali fu costretto a una forzata estraneità alla Resistenza italiana ed europea: l’amarezza conseguente ben traspare dalla seconda raccolta poetica, Diario d’Algeria (Firenze 1947).

Dopo la guerra si stabilì a Milano, dove riprese l’insegnamento liceale, conobbe e frequentò nuovi amici tra cui Umberto Saba, Giansiro Ferrata, Sergio Solmi, Nelo Risi, Fabio Carpi, Aldo Borlenghi, Giuseppe Ungaretti.

Le ristrettezze economiche incrementarono sia l’attività di traduttore, poi proseguita negli anni (da Paul Valéry, René Char, William Carlos Williams, Julien Green e altri ancora), sia la collaborazione a giornali e riviste: fu curatore della pagina letteraria del Giornale di Mezzogiorno, redattore del quindicinale La frusta libera diretto da Maurizio Vitale (1947) e della Rassegna d’Italia, critico letterario di Milano-Sera (1950-51).

Nel 1951 per la prima volta trascorse l’estate a Bocca di Magra (La Spezia), che divenne l’abituale ‘posto di vacanza’, assumendo un ruolo fondamentale nel suo immaginario poetico.

Nel 1952, lasciato l’insegnamento, entrò come impiegato di prima classe (poi dirigente) alla direzione dell’ufficio stampa e propaganda della Pirelli, dove curava le sezioni di arte e letteratura della rivista aziendale.

Negli anni 1954-55 diresse per le Edizioni della Meridiana la collana Quaderni di poesia, dove pubblicarono tra gli altri Pier Paolo Pasolini, Andrea Zanzotto, Franco Fortini, Luciano Erba.

Nel dicembre del 1956 vinse il premio Libera stampa con un gruppo di poesie nuove intitolate Un lungo sonno; nel 1957 uscì, per Scheiwiller, Frammenti di una sconfitta, testi poetici accompagnati da un’acquaforte di Franco Gentilini: prima di una ricca serie di plaquettes ‘ibride’ (scrittura e arte figurativa) in cui Sereni collaborò con vari artisti, tra i quali Aligi Sassu, Franco Francese, Enrico Della Torre, Ennio Morlotti.

Nel novembre del 1958 lasciò la Pirelli per passare alla direzione editoriale della Mondadori (sezione libri), dove rimase fino al pensionamento (1° novembre 1975). Intanto, si intensificava l’attività letteraria.

Nel 1962 pubblicò le prose tra diario e racconto di Gli immediati dintorni (Milano, Il Saggiatore) e fondò, con Niccolò Gallo, Dante Isella e Geno Pampaloni, la rivista trimestrale Questo e altro. Nel 1965 uscirono la seconda edizione, riveduta, per Mondadori, di Diario d’Algeria e la prima della terza e più matura raccolta poetica, Gli strumenti umani (Torino, Einaudi). Seguirono, nel 1966, una riedizione di Frontiera con notevoli cambiamenti anche strutturali (Milano, Scheiwiller); nel 1972 il poemetto Un posto di vacanza (che, apparso nel primo numero dell’Almanacco dello Specchio, gli valse il premio dell’Accademia dei Lincei per la poesia); nel 1974, la seconda edizione di Gli strumenti umani.

All’ottobre del 1967 data il suo ultimo trasloco milanese, in via P.A. Paravia, vicino allo stadio di San Siro, dove amava seguire le partite della ‘sua’ Inter. In questi anni e nei successivi viaggiò molto, sia per lavoro sia per inviti a conferenze (Europa ma anche Stati Uniti, Egitto, Messico, Unione Sovietica, Cina, dove nel 1980 fece parte di una delegazione di intellettuali, insieme con Mario Luzi, Alberto Arbasino, Luigi Malerba). Anche dopo il pensionamento Sereni continuò a collaborare come consulente con Mondadori e con Il Saggiatore, per cui nel 1980 ideò la collana I Paralleli (testi commentati di poeti del Novecento, italiani e stranieri).

Nel 1980 pubblicò, per Il Saggiatore, un volumetto di prose dal titolo Il sabato tedesco, e nel 1981, per Einaudi, la summa del suo lavoro di traduttore di poesia intitolata Il musicante di Saint-Merry e altri versi tradotti (insignito con il premio Bagutta). Ai primi del 1982 uscì per Garzanti il suo quarto libro di versi, Stella variabile (premio Viareggio per la poesia), in cui si raffina ulteriormente la mescolanza di narratività e lirismo degli Strumenti umani. Rimase incompiuto un libro di prose, che avrebbe dovuto intitolarsi La traversata di Milano (su probabile suggestione del film di Claude Autant Lara, La traversée de Paris, 1956).

Morì all’improvviso, per un aneurisma, a Milano, il 10 febbraio 1983 ed è sepolto nella tomba di famiglia a Luino.

Opere. Nel 2013 un corposo volume degli Oscar Mondadori, Poeti italiani del Novecento, ha raccolto, in tre parti distinte (a eccezione di dodici saggi editi dall’autore in Letture preliminari, Padova 1973), l’intera opera poetica (comprese le traduzioni), buona parte della produzione in prosa e le numerose prose critiche, mai raccolte in volume (V. Sereni, Poesie e prose, a cura di Giulia Raboni, con uno scritto di P.V. Mengaldo). Presso Mondadori le poesie hanno avuto anche un’edizione complessiva (Tutte le poesie, a cura di M.T. Sereni, prefazione di D. Isella, 1986), un’edizione critica (Poesie, a cura di D. Isella, 1995 e 1999, nella collana I Meridiani) e un’edizione antologica: Poesie scelte (1935-1965), a cura di L. Caretti, 1973. Altre due antologie, con commento, sono uscite per la Bur (Il grande amico. Poesie 1935-1981, introduzione di G. Lonardi, commento di L. Lenzini, Milano 1990) e per Einaudi (Poesie, a cura di D. Isella, con la collaborazione di C. Martignoni, Torino 2002; già uscita con titolo Poesie. Un’antologia per le scuole, Luino 1993). Le liriche di Frontiera (1966) e del Diario d’Algeria (1965) sono integralmente commentate da G. Fioroni nell’edizione della Fondazione Bembo-Guanda (Milano-Parma 2013).

Sul versante critico si segnalano: Occasioni di lettura. Le relazioni editoriali inedite (1948-1958), a cura di F. D’Alessandro, Torino 2011; Il dubbio delle forme. Scritture per artisti, a cura di G. Contessi, Torino 2015.

Tra i carteggi pubblicati: P. Chiara - V. Sereni, Lettere (1946-1980), a cura di F. Roncoroni, Napoli 1993; A. Bertolucci - V. Sereni, Una lunga amicizia. Lettere 1938-1982, a cura di G. Palli Baroni, Milano 1994; Un tacito mistero. Il carteggio Vittorio Sereni - Alessandro Parronchi (1941-1982), a cura di B. Colli - G. Raboni, Milano 2004; U. Saba - V. Sereni, Il cerchio imperfetto. Lettere 1946-1954, a cura di C. Gibellini, Milano 2010; V. Sereni - G. Ungaretti, Un filo d’acqua per dissetarsi. Lettere 1949-1969, a cura di G. Palli Baroni, Milano 2013; M. Luzi - V. Sereni, Le pieghe delle vita: carteggio 1940-1982, a cura di F. D’Alessandro, Torino 2017.

Fonti e Bibl.: Le carte di Sereni (più la sua biblioteca personale, di circa 6000 volumi) sono conservate a Luino a Villa Hüssy, sede della Biblioteca comunale; altro materiale, donato dallo stesso Sereni a Maria Corti, è nel Centro Manoscritti dell’Università di Pavia.

Per la biografia: oltre alla dettagliatissima Cronologia di G. Bonfanti nel Meridiano delle Poesie, sono utili i cataloghi di alcune mostre, tra cui: Le carte di V. S., a cura di B. Colli, Luino 2000; Brescia per V. S., 1983-2003, Brescia 2003; Luino e immediati dintorni. Geografie poetiche di V. S., a cura di A. Stella - B. Colli, Varese 2010. In particolare, per l’attività editoriale: G.C. Ferretti, Poeta e di poeti funzionario. Il lavoro editoriale di V. S., Milano 1999; «Se io fossi editore». V. S. direttore letterario Mondadori, a cura di E. Esposito - A. Loreto, Milano 2013. Atti di Convegno: La poesia di V. S. ... 1984, Milano 1985; Per V. S. Convegno di poeti, Luino... 1991, a cura di D. Isella, Milano 1992; V. S., un altro compleanno... 2013, a cura di E. Esposito, Milano 2014. Monografie complessive: M. Grillandi, V. S., Firenze 1972; F.P. Memmo, V. S., Milano 1972; L. Barile, S., Palermo 1994; F. D’Alessandro, L’opera poetica di V. S., Firenze 2001. Tra i saggi critici, fondamentali quelli di P.V. Mengaldo (oltre al profilo in Poeti italiani del Novecento, cit., pp. 745-752), da lui raccolti in Per V. S., Torino 2013; importanti quelli di vari autori contenuti in: Per leggere, 2013, n. 25, monografico; Gli strumenti umani di V. S., Giornata di studi, Ginevra... 2013, a cura di G. Fioroni, Lecce 2015; In questo mezzo sonno. V. S., la poesia e i dintorni, a cura di G. Quiriconi, Venezia 2017.

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