Sorokin, Vladimir Georgevič

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Sorokin, Vladimir Georgevič

Donatella Possamai

Scrittore russo, nato a Bykovo (Mosca) nel 1955. Cresciuto in una famiglia della intelligencija tecnica (il padre era professore di metallurgia), nel 1977 si è diplomato presso l'Istituto del petrolio e del gas come ingegnere meccanico, professione mai esercitata. All'indomani del diploma ha lavorato come grafico editoriale partecipando ad alcune mostre. La sua collaborazione, durata circa un anno, con il giornale Smena è stata interrotta bruscamente per il suo rifiuto di entrare nel Komsomol (Unione comunista della gioventù). Sono questi gli anni, intorno alla metà del 1970, che vedono S. unirsi a quel circolo di intellettuali e artisti dell'underground noti sotto l'etichetta di concettualismo moscovita, una delle espressioni di più ampio respiro del postmodernismo russo per durata e significato culturale che muove dalla decostruzione e decontestualizzazione dei topoi della cultura sovietica per giungere a significare il vuoto metafisico di qualsiasi realtà. S., insieme a L. Rubinštejn e D. Prigov, ne diventa uno tra i più famosi rappresentanti.

Proprio negli anni Settanta, S. intensifica la sua attività di scrittore. Nei primi anni Ottanta lavora contemporaneamente a tre romanzi - Očered´ (1985; trad. it. La coda, 1988), Norma (1994, La Norma), Tridcataja ljubov´ Mariny (1995, Il trentesimo amore di Marina) - e al volume di racconti Pervyj subbotnik (1998, Il primo sabato comunista). Očered´, il suo romanzo d'esordio, fu quello che gli recò immediata popolarità. Pubblicato nel 1985 in Francia (mentre gli altri lavori dovranno aspettare ancora anni) è la sua opera più puramente concettuale. L'ambientazione fissa del romanzo nasce da un fenomeno tipico dell'Unione Sovietica negli anni Settanta e Ottanta, quando la carenza di beni di consumo spingeva la gente a formare per giorni lunghe file davanti ai negozi. Il testo, desacralizzato da audaci sperimentazioni formali, è costituito da un ininterrotto flusso dialogico in cui i personaggi non hanno alcuno spessore, pure voci nella folla, mentre l'autore è totalmente assente. Mancano in Očered´ quegli elementi pulp e splatter che caratterizzano molti dei romanzi e dei racconti seguenti. Oltre a quelli già citati, vale la pena ricordare Roman (Romanzo), Serdca četyrech (I cuori dei quattro) entrambi del 1994.

Le opere di questa prima fase sono contraddistinte da una struttura bipartita: a un testo modello succede un testo definito dalla critica killer, che decostruisce totalmente il primo. Ciò avviene sia con bruschi inserimenti di elementi forti a livello narrativo (descrizioni di mutilazioni corporali, scene sessuali inusuali, coprofagia), sia con il repentino passaggio da un registro linguistico standard a un linguaggio osceno o, talvolta, semplicemente insensato, sino a giungere a esiti di glossolalia.

Nella seconda fase della sua opera, che la critica convenzionalmente fa partire dal romanzo Goluboe salo (1999, Lardo azzurro), S. si sposta verso una letteratura meno concettuale e più orientata a un genere antiutopico e fantascientifico.

Nel luglio del 2002 l'autore, oggetto insieme a V. Pelevin (v.) di una lunga campagna denigratoria del gruppo giovanile Iduščie vmeste (Camminando insieme), è stato accusato di pornografia per il contenuto di alcune sue opere. Autore anche di pièces teatrali, sceneggiature e di un libretto d'opera, S. ha scritto altre quattro opere nel nuovo secolo: Pir (2000, Il banchetto), Led (2002; trad. it. Ghiaccio, 2005), Put´ Bro (2004, Il cammino di Bro) e 23.000 (2005).

Oltre ai già citati Očered´ e Led, in italiano sono usciti due suoi racconti, Zasedanie zavkoma (La seduta del comitato di fabbrica) e Proezdom (Di passaggio), inclusi rispettivamente nell'antologia Russkie cvety zla (I fiori del male russi), curata da V. Erofeev nel 1995 ed edita in Italia nel 2001, e in Schegge di Russia, pubblicata nel 2002.

bibliografia

D. Possamai, Che cos'è il postmodernismo russo?, Padova 2000; M. Martini, L'utopia spodestata, Torino 2005.

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