Volontariato

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

volontariato

Margherita Zizi

Aiutare gli altri disinteressatamente

Il volontariato è quell’insieme di attività e di servizi sociali e culturali prestati in modo spontaneo e gratuito a beneficio degli altri o della collettività. Il volontariato ha acquistato nelle società moderne crescente importanza nella nuova forma delle organizzazioni non profit, enti senza fini di lucro che producono servizi di utilità sociale

Dalla filantropia all’assistenza sociale

Il termine volontariato deriva dal linguaggio militare, dove indica la condizione di chi prestava il servizio militare oltre il periodo di leva obbligatorio. Solo negli anni Trenta dell’Ottocento passa a indicare il complesso di prestazioni svolte gratuitamente presso istituzioni pubbliche o private, sia civili sia religiose. Le attività di volontariato sono spontanee – cioè sono svolte per libera scelta –, disinteressate – non si fondano su considerazioni di tipo utilitaristico o economico – e altruistiche – sono cioè svolte a beneficio degli altri e costituiscono quindi una forma di solidarietà sociale.

Lo sviluppo storico del volontariato è avvenuto attraverso il superamento dell’aiuto reciproco fondato su legami privati di parentela o di vicinato, in vista di un’azione più sistematica e organica motivata da convinzioni civili o etico-religiose. La forma originariamente assunta dal volontariato fu quella della filantropia – azioni individuali o collettive di tipo caritatevole e assistenziale nei confronti dei membri più svantaggiati della società. Le attività filantropiche si svilupparono a partire dal Medioevo soprattutto grazie alle congregazioni religiose; con il passare dei secoli persero il loro carattere di iniziative sporadiche e circoscritte, acquistando la dimensione di interventi praticati in modo sistematico e secondo principi razionali. Tuttavia le associazioni filantropiche conservarono per lungo tempo la loro impostazione moralistico-religiosa e un orientamento assistenzialista, basato sull’idea che l’azione volontaria risponde più a un dovere morale di chi presta soccorso che a un diritto all’assistenza di chi versa in condizioni di povertà. La loro attività finiva quindi per avere i caratteri della beneficenza.

È a partire dall’Illuminismo che si afferma l’idea che fare il bene agli altri non sia un dovere imposto dalla religione o dalla morale, ma dalla ragione e dall’interesse dello Stato.

La crisi dello Stato del benessere e il ‘nuovo volontariato’

Con l’esplodere della questione sociale, provocato dalla industrializzazione, si afferma l’idea di un’assistenza sociale concepita come obbligo della società verso i bisognosi, e non come semplice atto caritatevole. Lo sviluppo dei moderni sistemi statali di protezione sociale portò dalla seconda metà dell’Ottocento a una graduale riduzione dell’azione volontaria, che assunse una funzione di supporto e di integrazione dell’intervento dello Stato.

A cominciare dagli anni Settanta del Novecento, con l’esaurirsi del processo di espansione dell’intervento pubblico in campo sociale, in quasi tutti i paesi occidentali emerge un nuovo volontariato, caratterizzato dalla formazione di organizzazioni, indipendenti dalle istituzioni religiose e politiche, che si assumono responsabilità e obblighi di tipo pubblico per venire incontro a bisogni sociali non soddisfatti dallo Stato. La rinascita del volontariato si ricollega quindi all’emergere di bisogni sociali che non trovano più risposte adeguate né da parte del settore pubblico né da parte di quello privato: è quindi una conseguenza della crisi dei moderni sistemi di previdenza sociale. Infatti, le istituzioni pubbliche sono sempre più inclini ad ‘appaltare’ alle organizzazioni di volontariato compiti che non riescono più a svolgere, in cambio di un sostegno finanziario. Da attività assistenziale dettata prevalentemente da motivi morali, il volontariato si trasforma allora in una produzione collettiva di servizi sociali, e finisce così per essere riassorbito nel settore delle organizzazioni non profit, enti creati allo scopo di produrre beni e servizi che non possono essere fonte di profitto o guadagno per chi le costituisce, le controlla e le finanzia: fondazioni, ONLUS (Organizzazioni non lucrative di utilità sociale), ONG (Organizzazioni non governative), imprese sociali e così via.

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