Volta

Enciclopedia Dantesca (1970)

volta

Alessandro Niccoli

Lo spettro di azione di questo sostantivo, documentato da oltre 180 occorrenze, è riconducibile a due significati fondamentali; in appena 14 esempi, tutti appartenenti alle Rime e alla Commedia, il suo uso si collega in senso proprio o estensivo all'atto del voltare o del voltarsi; in tutti gli altri casi, distribuiti in misura abbastanza uniforme in tutte le opere meno che nel Detto, esso indica il ripetersi anche non periodico di un fatto e contribuisce alla formazione di locuzioni avverbiali o congiuntivali riconducibili a questo valore.

1. È riferito al volgersi di uno strumento che gira su sé stesso, in Pd V 56 Ma non trasmuti carco a la sua spalla / per suo arbitrio alcun, sanza la volta / e de la chiave bianca e de la gialla, cioè, fuor di metafora, nessuno muti l'oggetto del suo voto senza esserne stato liberato dalla Chiesa, rappresentata nella sua autorità dalle chiavi d'argento e d'oro che girano nella serratura.

Abbastanza frequente è l'espressione ‛ dar v. ', con varie accezioni: " rigirarsi ", " cambiar posizione ": Pg VI 151 quella inferma / che non può trovar posa in su le piume / ... con dar volta suo dolore scherma; " tornare indietro ": V 41 giunti là, con li altri a noi dier volta, " si voltarono " correndo nella nostra direzione; e così in VIII 107 (con lo stesso senso, in If IX 2 tornare in volta); " muoversi ", " spostarsi ": If XXX 94 " Qui li trovai - e poi volta non dierno - ", / rispuose, " quando piovvi in questo greppo... " (così Mastro Adamo indica a D. la moglie di Putifarre e Sinone, suoi compagni di pena resi immobili dalla febbre); " svoltare ", " volgersi in una direzione diversa da quella fino allora seguita ": XXI 136 Per l'argine sinistro volta dienno; Pg XXIV 140; anche di cose: XXIX 11 Non eran cento tra ‛ suoi passi e ' miei, quando le ripe igualmente dier volta, " mutarono direzione ". Meno comune è la locuzione ‛ dar la v. ', documentata anche nel Pucci, nel Passavanti e nel Sacchetti (cfr. Tommaseo, Dizionario) e ricorrente in D., con il significato di " allontanarsi ", in Rime LXVII 21 li occhi... / de la bella donna... / con le insegne d'Amor dieder la volta, fuor di metafora " cessarono le apparenti dimostrazioni amorose " (Contini).

Gli esempi di uso estensivo sono due. In Rime C 38 li dolzi pensier non mi son tolti / né mi son dati per volta di tempo, è da intendersi " per variar di stagioni " (con implicito riferimento al fatto che le stagioni sono un effetto del moto circolare dei cieli; cfr. Pd X 16-21). Il significato del vocabolo in Pg VI 3 (Quando si parte il gioco de la zara, / colui che perde si rimane dolente, / ripetendo le volte, e tristo impara) è così chiarito dal Serravalle: " Quando in ludo taxillorum sunt tres taxilli, numerus punctorum vocatur volta "; il traslato appare però più chiaro se si riflette che il giocatore, per far cadere i dadi sul tavoliere, deve ‛ voltare ' il bossolo che li contiene, il che suggerisce di dare a v. l'accezione di " mandate ", " gettate ".

Per v. come termine tecnico, vedi la voce seguente.

2. In quanto dotati di un moto circolare e uniforme intorno alla Terra, i cieli sono ‛ volte ', corpi ruotanti, come in altri passi sono detti ‛ giri ' o ‛ volumi ': Pd XXVIII 50 nel mondo sensibile si puote veder le volte tanto più divine, quant'elle son dal centro più remote. E così in Pg XXVIII 104 in circuito tutto quanto / l'aere si volge con la prima volta, dove per quasi tutti i commentatori la prima volta è il Primo Mobile, dal cui moto rapidissimo dipendono quello degli altri cieli e delle sfere elementari sottostanti al cielo della Luna, e solo alcuni intendono la sfera del fuoco o il cielo della Luna.

3. Quando v. indica la ripetizione di un fatto, è spesso determinato da un numerale: Pg XXIII 70 E non pur una volta, questo spazzo / girando, si rinfresca nostra pena. E così due volte (Pg XXVI 52, XXXIII 57; Cv III V 19 due volte l'anno); tre volte (If XXVI 139, Pg II 80, IX 111, XXX 12, Pd X 77, XIV 31, XXIV 152); cinque volte (If XXVI 130); sette volte (Pg VIII 134); otto volte (If XXVII 125); cinquanta volte (X 79); con valore approssimativo: Pg VII 2 tre e quattro volte; If VIII 98 più di sette / volte; Pd IV 8 mille volte; Fiore CCXXXI 10 mille e mille volte. Con un aggettivo numerale ordinale: CCXXIX 14 La prima volta.

Con l'aggiunta di altra determinazione quantitativa: nulla volta (Vn II 9); molte volte (II 8 [due volte]; XI 3 e 4, XVI 2, XXVIII 3, XXXVI 2, XXXVII 1, XXXVIII 1 [due volte], XXXIX 3 [due volte], XL 7; Cv I III 4, XI 8, II IX 5, XIII 21, III IX 13, X 9, IV V 1, VIII 6, IX 13, XIII 13, XIV 12, XXII 11; If IV 147, Pg IV 19, XII 19, Pd XVI 71; Fiore IV 12, CXX 11, CXXXVII 13, CLIV 1, CXCVI 12); per molte volte (XCIX 12, CXLIV 4, CXLVI 13, CXLVII 9, CLXXIX 14, CCV 13); per volte mante (CXXXI 13); più volte (Vn XXXVII 2, XXXVIII 4; Rime XCIX 7, CXIV 5; Cv II XIV 1, IV II 8, V 17, XI 8, 9 e 10, XV 3; If I 36 i' fui per ritornar più volte volto, IX 96, XII 43, XXVIII 3, Pg II 96, XXII 28, Pd IV 90, XIII 118, XXIV 144; Fiore LXI 4); le più volte (Cv I II 6); per più volte (Fiore CCXXX 1); rade volte (Cv I V 5, II XI 3 [due volte], IV XI 11 [due volte]; Pg VII 121, Pd I 28); spesse volte (Vn V 1, XVI 3, XXXIX 9 7; Rime dubbie XXX 22; Cv II VII 5 e 6, III VIII 9, IV V 1, VIII 6, IX 12, XIV 9; If XXV 27, XXXIII 125, Pg XXXIII 125). Vadano qui anche Pg VI 145 quante volte, del tempo che rimembre, / legge, moneta, officio e costume hai tu mutato; Cv IV VI 20 annumerate quante volte lo die questo fine... v'è additato; XXVII 11 pietà mi stringe... qual volta leggo, qual volta scrivo cosa che....

Quando è determinato da ‛ altro ', si riferisce a un fatto accaduto precedentemente, che non sempre si suppone possa ripetersi: If XXI 63 altra volta fui a tal baratta (e qui Virgilio vuoi dar rilievo che ora si trova ad affrontare una difficoltà pari a quella da lui già superata in passato); Fiore LXV 11 altra volta n'è stata beffata (e spera di non esserlo più); e così, a seconda del contesto, con l'una o l'altra sfumatura, in Cv IV II 4; If XVII 94; e anche Fiore CCIII 10 a l'altra volta, CCXXVII 12 Per altre volte. La stessa espressione può essere usata con riferimento a cosa che si attende, che si desidera: Pg II 91 Per tornar altra volta / là dov'io son, fo io questo vïaggio, e XXXI 44; anche a proposito di avvenimento futuro che si teme possa accadere: XX 88 Veggiolo un'altra volta esser deriso; Rime CIII 51. Al plurale, in senso indeterminato, con riferimento a vicende sia trascorse che future: If XVI 79 Se l'altre volte sì poco ti costa / .... il satisfare altrui, felice te. E vada qui anche VIII 20 " Flegïàs, Flegïàs, tu gridi a voto ", disse lo mio signore, " a questa volta... ".

Nella maggior parte degli esempi ‛ alcuna v. ' ricorre con l'accezione di " talora ", " di tanto in tanto ", con riferimento a fatti che possono ripetersi o no: If XVI 107 con essa pensai alcuna volta / prender la lonza; XX 129, Vn XXXI 12 41, Rime LXVII 17, Cv II IX 6, IV XXVII 9; Pg XXXII 153 basciavansi insieme alcuna volta; Fiore LXXXVIII 5. In correlazione con ‛ altra (v.) ' , in Cv III IX 5 alcuna volta, la veritade si discorda da l'apparenza, e, altra, per diverso rispetto si puote tra[nsmu]tare (un altro esempio nello stesso paragrafo). Cfr. TALVOLTA. Può indicare anche fatto che si ripete frequentemente: Pg XXIV 65 gli augei... / alcuna volta in aere fanno schiera, e 94, Pd XVIII 22. In un esempio, per indicare una vicenda che accadrà: Vn XXIII 3 convene che... Beatrice alcuna volta [" un giorno o l'altro "] si muoia.

Preceduto da un numerale, v. consente di esprimere il rapporto fra due lunghezze: Cv IV VIII 7 lo diametro del corpo del sole è cinque volte quanto quello de la terra, e anche una mezza volta; Pg X 24 Da la sua sponda... / al piè de l'alta ripa... / misurrebbe in tre volte un corpo umano; e così in Cv II VI 10 (seconda occorrenza). In altri casi i riferimenti impliciti nel sintagma sono di altra natura; così, per dire che Beatrice era morta nel 1290, D. usa la perifrasi ella si partio in quello anno... in cui lo perfetto numero [cioè il 10] nove volte era compiuto in quello centinaio nel quale in questo mondo ella fue posta (Vn XXIX 1); il nobile castello del Limbo sette volte [è] cerchiato d'alte mura (If IV 107); nel cielo di Giove le anime si dispongono in modo da formare, lettera per lettera, la frase diligite iustitiam qui iudicatis terram: Mostrarsi dunque in cinque volte sette / vocali e consonanti (Pd XVIII 88).

Gli esempi di locuzioni congiuntive non sono molto numerosi: Vn III 2 quella fu la prima volta che le sue parole si mossero per venire a li miei orecchi, e Pd XVI 144; Cv III III 7 tutte volte che lo gigante era stanco, e Vn XII 8 (tutte le volte); Rime XCI 71 Io non la vidi tante volte ancora / ch'io non trovasse in lei nuova bellezza; If V 11 cignesi con la coda tante volte / quantunque gradi vuol che giù sia messa; Rime dubbie III 5 10 ciò face Amor qual volta mi rammenta / la dolce mano, e Cv II VI 10 (prima occorrenza), IV XXVII 11 (due volte); Vn XXXIII 5 1 Quantunque volte, lasso !, mi rimembra (anticipato al § 4).