WHITE ISLAND

Enciclopedia dell' Arte Medievale (2000)

WHITE ISLAND

R. Stalley

Isola lacustre dell'Irlanda del Nord, posta in prossimità della costa nordorientale del lago inferiore del fiume Erne (Lower Lough Erne), nella contea di Fermanagh.Sull'isola si conserva una serie di insolite sculture in pietra, databili a epoca altomedievale, topograficamente collegate a una chiesa romanica del 1200 ca., oggi in rovina, che evidentemente sorse sul sito di un precedente insediamento cristiano.Non si conosce nulla riguardo alla storia dell'isola e non è possibile collegare al sito alcun riferimento presente nelle fonti documentarie. La maggior parte delle sculture in pietra fu riutilizzata come materiale da costruzione nella chiesa romanica, e ciò indica che esse sono precedenti al 12° secolo. Quattro vennero rinvenute nel frontone orientale, allorché questo venne restaurato nel 1928, e un'altra venne estratta dalla parte bassa del muro meridionale nel 1958. In tutto sono state recuperate otto sculture, sette delle quali appartengono per certo all'epoca preromanica. Tutte sono attualmente cementate nel muro settentrionale della chiesa e sono convenzionalmente numerate da uno a otto, secondo l'ordine della loro posizione odierna.Sette delle sculture consistono di blocchi oblunghi, ricavati da una quarzite locale, con una figura umana intagliata sul lato frontale; in molti punti sono tuttora visibili sulla superficie i segni lasciati dagli strumenti utilizzati. Le figure hanno una presenza massiccia e severa, i loro corpi sono rigidamente bloccati nella pietra.Cinque sculture (nrr. 2-6) formano un gruppo molto omogeneo. Le superfici sono modellate con notevole abilità e le teste lavorate a rilievo relativamente profondo; particolarmente notevoli sono le facce, con sopracciglia nettamente definite e occhi rotondi che fissano lo spettatore. Ogni figura indossa una tunica, resa con una dura linea di contorno e con una ben definita cucitura frontale: minuscoli piedi sporgono da entrambi i lati.Chi scolpì le pietre fece un notevole sforzo per individualizzare le facce: due personaggi hanno capelli ricci, uno appoggia una mano vicino alla bocca e in due casi le guance sono incavate. Ogni figura ha inoltre propri attributi, per es. in un caso un campanello e un bastone pastorale, in un altro una spada e uno scudo.La scultura nr. 1 è considerevolmente più piccola delle altre ed è leggermente differente nella posa e nell'abbigliamento. Vi è ritratta una figura seduta, con le gambe incrociate; poiché le mani sono appoggiate sulle cosce, essa è stata talvolta interpretata come uno sheila-na-gig. La figura nr. 7 fu abbandonata in uno stadio di lavorazione quasi iniziale, dopo che era stato solamente abbozzato il contorno di una forma umana. L'ultima scultura, la nr. 8, presenta una testa isolata ricavata a tutto tondo su di una lastra piatta; sebbene questa soluzione sia stata paragonata a più tarde lastre tombali medievali, le caratteristiche fisiognomiche denunciano diverse somiglianze con le altre figure.Le sculture di W. presentano molti problemi di difficile soluzione. Gli attributi specifici suggeriscono che ognuna delle figure avesse un proprio significato. La nr. 2, che tiene sulle ginocchia un oggetto rettangolare, forse un libro o un cofanetto, potrebbe dunque essere un evangelista, ma anche semplicemente un funzionario locale che porta un pregiato contenitore di libri. La nr. 3 ritrae chiaramente un ecclesiastico, raffigurato in maniera tipicamente irlandese, mentre regge una campana e un bastone pastorale. Alcuni studiosi hanno cercato di identificare la nr. 4 - una figura con un bastone e una sorta di borsa - con il re Davide, soggetto frequentemente raffigurato nelle croci monumentali irlandesi. La figura nr. 5 - che afferra due bestie, in parte quadrupedi e in parte uccelli - è anch'essa enigmatica, dal momento che le bestie sono difficili da identificare. È stato suggerito che esse rappresentino dei grifoni, a simboleggiare la doppia natura di Cristo, in parte umana e in parte divina. La nr. 6 è presumibilmente una figura regale, dal momento che indossa una spilla a cerchio aperto (thistle brooch) e tiene in mano una spada e uno scudo. Tra le possibili identificazioni suggerite si hanno quella con Davide e quella con Cristo 'eroe di tutte le conquiste', il Christus militans. La grande differenza delle interpretazioni rende difficile immaginare come tutte le figure si collocassero all'interno di un coerente insieme iconografico.È chiaro che le sei pietre principali avevano la funzione di cariatide; il loro contesto originario non è tuttavia certo. I blocchi variano considerevolmente di misura (l'altezza è compresa tra cm 60 e cm 107) e di conseguenza non si adattano tra loro in maniera uniforme. Diverse pietre presentano cavità sulla superficie superiore, confermando la supposizione che servissero come supporto. La scultura nr. 4 poté essere adoperata come blocco d'angolo, dal momento che presenta una decorazione a intreccio su uno dei lati.La questione principale è se le pietre facessero parte dell'architettura di una precedente chiesa o se esse fossero associate a un qualche arredo interno. Scavi limitati condotti nel 1959 nell'angolo sudorientale della chiesa romanica hanno portato alla luce diverse fasi di costruzione lignea, dimostrando che una o più chiese precedettero l'attuale edificio in pietra. Dal momento che è difficile individuare un contesto architettonico per le sculture, la maggior parte degli studiosi preferisce collegarle a qualche elemento posto all'interno dell'edificio, probabilmente un pulpito o la base decorata di un sepolcro. Anche in questo caso è però strano che un edificio in legno possa aver contenuto un così solido arredo in muratura.Un ulteriore problema collegato alle figure di W. è la loro relazione con la contemporanea arte irlandese. Sotto molti aspetti le figure sono profondamente irlandesi, con le loro piccole fronti, le orecchie sistemate in alto, i menti sporgenti e i corpi simili a blocchi. I piedi ampiamente spaziati possono essere messi a confronto con le pagine dei quattro simboli degli evangelisti nel Libro di Durrow (Dublino, Trinity College, 57, c. 2; sec. 7°) e nel Libro di Deer (Cambridge, Univ. Lib., Ii.6.32, cc. 1v, 85v; sec. 10°). Le bestie nella scultura nr. 5, con le loro teste rotonde precisamente delineate, richiamano il simbolo dell'aquila nel Libro di Durrow (c. 84v).La data più plausibile per le sculture è il sec. 9° o il 10°, poiché è in quest'epoca che si trovano i confronti migliori per i loro occhi rotondi e per il fermaglio a cerchio aperto della scultura nr. 6. Meno comprensibile è la mancanza di qualsiasi somiglianza stilistica con le figure sulle croci iscritte irlandesi. Questo insieme di considerazioni suggerisce che le sculture di W. siano il prodotto di una bottega locale.

Bibl.: D. Lowry-Corry, B.C.S. Wilson, D.M. Watermann, A Newly Discovered Statue at the Church on White Island, County Fermanagh, Ulster Journal of Archaeology 22, 1959, pp. 59-66; H. Hickey, Images of Stone, Figure Sculpture of the Lough Erne Basin, Enniskillen 1976.R. Stalley