WORDSWORTH, William

Enciclopedia Italiana (1937)

WORDSWORTH, William

Ernest DE SELINCOURT
Mario PRAZ

Poeta inglese, nato a Cockermouth (Cumberland) il 7 aprile 1770, morto a Rydal (Westmorland) il 23 aprile 1850. Suo padre, John W., attorney e principale agente legale di sir James Lowther (più tardi lord Lonsdale), sposò nel 1761 Anna, figlia di William Cookson, commerciante di tessuti di Penrith e di Anna Crackanthorp di buona famiglia d'antica nobiltà provinciale. Essi ebbero cinque figli: Richard (1768-1816); William, il poeta; Dorothy (v.); John (1772-1805) che entrò nella marina; Christopher (1774-1846), studioso, teologo e, dal 1820, direttore di Trinity College a Cambridge. La prima infanzia del poeta trascorse principalmente in compagnia della sorella, in piena libertà nel giardino paterno e nei campi intorno al vicino fiume Derwent; ma per breve tempo il fanciullo frequentò una scuola elementare tenuta da una vecchia signora, della quale era alunna anche Mary Hutchinson, futura moglie del poeta. Alla morte della madre (1778) William fu mandato a scuola a Hawkshead, dove trascorse nove anni felici e importanti per la sua formazione e dove poté darsi tutto alla sua innata passione per la campagna, vagando sui colli, andando in barca o pattinando; spesso, prima dell'inizio delle lezioni mattutine, faceva la passeggiata di cinque miglia intorno al Lago di Esthwaite. In tal modo egli accumulò inconsciamente una riserva d'impressioni da rievocare negli anni successivi. A quattordici anni cominciò a scrivere in versi. Gli fu assegnata come compito scolastico la composizione di una poesia sulle vacanze estive; a questa egli ne aggiunse, di sua iniziativa, un'altra sul ritorno a scuola. L'anno successivo scrisse la sua prima poesia pubblicata, che è una celebrazione, nello stile del Pope, del bicentenario della sua scuola. Lo stile e gli argomenti dei suoi primi tentativi attestano la solida base classica che egli aveva ricevuto e la sua larga conoscenza della letteratura inglese, specialmente dei poeti naturalistici del sec. XVIII e della nascente scuola del terrifico "gotico". Quei suoi primi componimenti dànno inoltre indubbie anticipazioni di quella delicata osservazione della natura che distingue l'opera della sua maturità. Nel 1783 gli morì il padre e da allora egli trascorse i periodi di vacanze presso i nonni a Penrith, dove nel 1787 si riunì alla sorella. L'affetto che aveva unito il poeta e sua sorella nell'infanzia, si rafforzò allora in una devozione che durò tutta la vita. I due giovani erano quasi senza risorse: l'esigua fortuna del loro padre era nelle mani di lord Lonsdale che rifiutava di cederla; ma i loro tutori anticiparono il danaro per mandare William a St John's College, Cambridge, con l'intenzione di farlo poi entrare nella carriera ecclesiastica. Quivi egli si laureò nel gennaio 1791. Il suo primo periodo di lunghe vacanze egli trascorse a Hawkshead e quivi, rincasando un mattino per tempo dopo una notte di trattenimenti in società, ebbe per la prima volta coscienza della propria missione poetica. Nell'estate del 1790 egli intraprese un viaggio, col suo compagno d'università Robert Jones, attraverso la Francia e le Alpi fino ai laghi italiani. Sbarcò a Calais nell'anniversario della presa della Bastiglia e trovò la Francia festante; ma sebbene egli lo accogliesse lietamente, come affine all'atmosfera democratica in cui era stato allevato, lo spirito rivoluzionario non produsse su lui nessuna seria impressione: gli parve "un dono venuto piuttosto tardi che presto". Una piena adesione alle idee rivoluzionarie avvenne in lui circa diciotto mesi più tardi, quando, dopo una breve permanenza a Londra, tornò in Francia per impararne la lingua e prepararsi a un impiego come precettore viaggiante. Si stabilì a Orléans, e sotto la guida del patriota Michel Beaupuy il W. divenne ardente membro dei girondini. Nell'ottobre 1792 egli si trovava a Parigi pronto a dedicare la propria vita alla causa dei suoi compagni politici, ma nel dicembre fu costretto a tornare in Inghilterra: il suo danaro era finito e i tutori rifiutavano di fornirgliene altro. Danaro glie ne occorreva non solo per sé: poco dopo l'arrivo a Orléans egli si era innamorato di Marie Anne Vallon (nota col nome di Annette), vivace e briosa francese, di circa quattro anni maggiore di lui, e nel dicembre 1792 ne aveva avuto una figlia. Molto di questo episodio rimane tuttora oscuro e numerosi critici lo hanno considerato come l'esperienza cruciale nella vita del poeta. È chiaro che per qualche tempo egli amò profondamente; ma è anche chiaro che, sebbene per alcuni anni egli abbia continuato a considerare la possibilità di un matrimonio, la sua passione non tardò a raffreddarsi durante la separazione imposta ai due amanti dalla guerra tra i loro paesi. Bisogna aggiungere che il W. rimase per tutta la vita in rapporti amichevoli con Annette facendole visita quando egli si recava all'estero e appena i suoi scarsi mezzi glielo permisero provvide per l'avvenire della loro figlia Caroline.

Tornato in Inghilterra, il W. si occupò per prima cosa di dare alle stampe due poesie: The Evening Walk e Descriptive Sketches; la prima, che descrive la sua regione nativa, composta durante il soggionno a Cambridge, la seconda, scritta in Francia, si riferisce al viaggio nelle Alpi col Jones, ma riflette il fervore rivoluzionario e la malinconia amorosa dell'ultimo anno anziché il gaio umore del tempo che dichiara di descrivere. Entrambe le poesie sono composte in distici eroici, in quello stile e in quell'eloquio forzati e innaturali contro i quali egli doveva presto reagire. Editore fu il Johnson, la cui casa era, in Londra, il principale ritrovo dei simpatizzanti con la rivoluzione. Del loro appoggio il W. aveva bisogno, perché lo scoppio delle ostilità, nel febbraio 1793, tra l'Inghilterra, suo paese nativo, e la Francia, patria delle sue idealità, produsse nella sua natura la prima grande scossa morale. Nello stesso anno W. concepì la poesia Guilt and Sorrow, che è un veemente, anche se svisato, atto d'accusa contro la società e le sue leggi, concepita con profonda amarezza, ma penetrata di pietà e di fede. Per tutta la durata del Terrore la sua fiducia nella rivoluzione rimase ferma e quando Robespierre cadde, il W. sperò che le sue idealità avrebbero finalmente trionfato. Ma l'adozione da parte della Francia d'una politica aggressiva gli parve la negazione di quei principî di fratellanza e di libertà che la rivoluzione sosteneva, ed egli ne ricevette un secondo grave colpo. Per qualche tempo cercò un sostegno nello sterile intellettualismo dell'opera di Godwin, Political Justice; poi perdette interamente la fiducia in ogni governo e divenne un puro individualista. Da allora mise in discussione tutte le sanzioni morali e giunse a uno scetticismo che inaridì fino alle radici la sua natura spirítuale. Per tutto questo tempo egli errò per l'Inghilterra, senza mezzi di sussistenza e vivendo dell'ospitalità di amici. Ma nel gennaio 1795 Raisley Caliert, un antico compagno di scuola che egli aveva assistito durante una gravissima malattia, gli lasciò un legato di 900 sterline affinché egli potesse dedicarsi liberamente alla poesia. Dopo un'estate trascorsa a Londra, il W. ebbe l'offerta dell'uso d'una casa a Racedown, presso la costa del Dorset, e ivi nel settembre successivo lo raggiunse la sorella. Da allora in poi, ella condivise con lui il medesimo tetto. Sotto l'influsso della sorella, il W. ritrovò a poco a poco il suo equilibrio intellettuale e morale. Ella rinnovò l'interesse di lui per la vita quotidiana e per la vita della più umile gente che si trovasse sul loro cammino; lo ricondusse alla natura e al suo vero sé stesso. Il poeta non si stancò mai di riconoscere il proprio incalcolabile debito verso l'affettuosa compagnia della sorella. Ma per un anno o due il suo modo di vedere rimase pessimistico, come è dimostrato dai componimenti di quel periodo: alcune satire alla maniera di Giovenale; la tragedia The Borderers (offerta inutilmente al teatro del Covent Garden nel 1797), nella quale egli espone bensì gli errori delle teorie del Godwin, ma non trova una soluzione soddisfacente; The Ruined Cottage, suo primo capolavoro, più tardi inserito in The Excursion, nel cui complesso si colloca in giusta prospettiva.

L'opera iniziata dalla sorella fu compiuta da S. T. Coleridge. I due poeti si erano incontrati nel settembre 1795; ma la loro amicizia, una delle più feconde registrate dalla storia letteraria, data dalla visita fatta dal Coleridge a Racedown nel giugno 1797 e dal conseguente trasferimento del W. con la sorella a Alfoxden, nei Quantock Hills, a circa tre miglia dalla casa del Coleridge. Per più di un anno i due amici vissero in contatto quasi quotidiano. Per la sua capacità di enunciare molte grandi verità essenziali, dalle quali era possibile sviluppare sistemi più vasti, il Coleridge aiutò il W. a riconciliare il proprio intelletto con le proprie emozioni. I due poeti progettarono di comporre in comune un volume di poesie, Lyrical Ballads (1798), che riuscì una delle pietre miliari della poesia inglese.

Il volume doveva comprendere liriche di due specie: una specie in parte soprannaturale, ma resa reale e probabile dalla verità delle emozioni espresse (soprattutto The Rhyme of the Ancient Mariner del Coleridge); l'altra, che rappresentava la collaborazione del W., doveva avvolgere oggetti e fatti familiari nell'atmosfera fantastica del mondo ideale. Nello stesso tempo, per suggerimento del Coleridge, il W. progettò un ampio poema filosofico che avrebbe intitolato The Recluse, "sull'uomo, sulla natura e sulla vita umana ". Come preparazione a quest'opera, egli cominciò un poemetto autobiografico (The Prelude, pubblicato postumo), nel quale descrive il formarsi, dentro di sé, dello spirito poetico. Nello stesso tempo scrisse Peter Bell (pubblicato nel 1819), bello studio psicologico del potere che hanno gli aspetti della natura di operare la redenzione di uno spirito colpevole. In queste poesie trovano la loro prima espressione le convinzioni onde è permeata tutta l'opera del W., cioè la dignità dell'uomo in sé stesso, come essere spirituale, all'infuori di tutte le considerazioni di rango e di classe, e la forza intellettuale e morale che deriva all'uomo dalla comunione con la natura.

Le Lyrical Ballads furono pubblicate nel settembre 1898. Nel mese stesso il W. e sua sorella partirono per la Germania con Coleridge. Dopo una settimana trascorsa ad Amburgo, dove s'incontrarono col Klopstock, si divisero: il Coleridge si recò a Ratzeburg, i W. andarono a Goslar, nelle montagne del Harz. L'inverno fu uno dei più duri che si ricordi e i W. videro ben poco della vita e della società tedesche; ma in Germania il W. scrisse le parti più belle del Prelude, quelle che ricordano le esperienze della sua infanzia, e scrisse anche alcune delle amabili liriche a Lucy, figura ideale suggeritagli, almeno in parte, dal carattere della sorella. Tornarono in Inghilterra in maggio e, dopo avere trascorso alcuni mesi con i Hutchinson a Sockburn-on-Tees, i W. si stabilirono a Dove Cottage, presso Grasmere, dove soggiornarono per otto anni. La loro esistenza priva di eventi, il loro "vivere semplice e alto pensare", le loro passeggiate a qualunque ora del giorno e della notte, il loro vivo interessamento all'esistenza degli abitanti del villaggio sono fedelmente registrati nei diarî personali di Dorothy W., alla cui vivace sensibilità spesso attinse la poesia del W. Nel primo anno trascorso a Dove Cottage (1800) furono tra i loro ospiti il loro fratello John, Mary Hutchinson e il Coleridge, il quale nell'estate condusse la propria famiglia a soggiornare a Greta Hall, presso Keswick, a circa tredici miglia di distanza, sicché i loro rapporti tornarono frequenti. Nel dicembre apparve il secondo volume delle Lyrical Ballads (ripubblicato nel 1802 e nel 1805 con alcune correzioni e aggiunte), il quale comprendeva alcuni dei più belli studî di vita rustica del W., tra i quali The Brothers; Michael, generalmente considerato il capolavoro della sua poesia narrativa; Lucy Gray, la più immaginosa delle sue ballate, e Hartleap Well, racconto romantico con una tipica conclusione wordsworthiana. In una lunga ed eloquente prefazione il W. espose la sua concezione della poesia come "lo spontaneo sgorgare di sentimenti potenti" e rivendicò uno stile semplice: "il linguaggio degli uomini reali in uno stato d'esaltazione", ma "purgato da tutto ciò che ragionevolmente possa produrre avversione o disgusto". I critici ignorarono queste restrizioni e tennero la teoria in dispregio, quasi essa negasse le essenziali distinzioni tra poesia e prosa; e bisogna riconoscere che il Coleridge nella Biographia Literaria (1817), nonostante la sua acuta comprensione delle qualità sostanziali del genio di W., contribuì a creare questo malinteso che ritardò di molto la popolarità del W. Nel 1802 la morte di lord Lonsdale e il pagamento da parte del suo erede dei debiti di lui con aggiunta degl'interessi, accrebbe le magre rendite del W.: tanto lui quanto la sorella ebbero ciascuno 1800 sterline. Il 7 ottobre il W. sposò Mary Hutchinson, e l'unione riuscì pienamente felice. Mary era donna di una bella serenità di spirito, e la sua entrata nella famiglia rafforzò anziché turbare i rapporti tra fratello e sorella. Dal matrimonio nacquero cinque figli: John (1803), Dorothy, più tardi chiamata Dora (1804), Thomas (1806), Catherine (1808) e William (1810).

Nell'agosto precedente il W. aveva approfittato della pace di Amiens per passare un mese a Calais con Annette e Caroline. L'interessamento del poeta per le questioni politiche, assopitosi dal 1795, si era già ridestato: convinto che il suo paese fosse il principale baluardo contro il crescente dispotismo di Napoleone, il W. compose, durante i successivi dieci anni molti nobili sonetti patriottici. A questi Poems dedicated to National Independence and Liberty forma una magnifica appendice la sua operetta in prosa sulla denuncia della convenzione di Cintra (1808). Nel 1803 il W. e sua sorella avevano compiuto un viaggio in Scozia facendo visita a W. Scott che da allora fu uno dei loro più affezionati amici. Il risultato poetico di questo viaggio è visibile in alcune delle più immaginose liriche del W.: To a Highland Girl, The Solitary Reaper, Stepping Westward, ecc. Nel febbraio del medesimo anno, John, il fratello del poeta, morì annegato, e dal profondo dolore per questa sciagura il W. fu per la prima volta condotto verso quella fede religiosa maggiormente ortodossa che distingue la sua opera più tarda. Egli trascorse l'inverno del 1806-7 a Coleorton, nel Leicestershire, in una casa di campagna dove fu raggiunto dal Coleridge, di ritorno da Malta, che ascoltò la lettura del Prelude (compiuto nel 1805) a lui dedicato. Nel maggio 1807 il W. pubblicò un'edizione in due volumi dei Poems.

La raccolta comprendeva le principali poesie brevi da lui composte dal 1802 in poi. Mentre alcune di queste poesie hanno le stesse qualità che distinguono le Lyrical Ballads, i metri mostrano nel poeta un più compiuto studio dei suoi predecessori dei secoli XVI e XVII, il campo del suo interessamento appare ampliato e il tono generale dei due volumi rivela un'esperienza più profonda. I sonetti politici sono pervasi da un accento eroico, e la spontanea gioia d'una vita per la quale la natura è "a un tempo legge e impulso" è sostituita da una concezione del dovere, dalla sottomissione a un freno che respinge tutti i "desiderî occasionali". I due volumi si chiudono con l'ode Intimations of Immortality from recollections of early childhood, la più famosa poesia del W., dove, in luogo dell'estasi della divina comunione con la natura, che forma il vertice di Tintern Abbey (1798), il poeta trova consolazione "nella fede che guarda attraverso la m0rte e negli anni che apportano lo spirito filosofico". L'anno successivo egli era preso dalla composizione di The White Doe of Rylstone, squisita vicenda che svolge il tema della purificazione attraverso il dolore.

Da lungo tempo Dove Cottage era divenuto troppo angusto per la sua crescente famiglia e nel 1808 egli si procurò una casa più ampia a Allan Bank, all'estremità superiore del Lago di Grasmere. Nel 1811 si trasferì a Grasmere Rectory e nel 183 a Rydal Mount, dove rimase fino alla morte. Nello stesso anno 1813, per interessamento di lord Lonsdale, il W. ottenne un ufficio all'amministrazione delle franchigie postali per il Westmorland, che gli procurò circa 400 sterline all'anno.

In questo periodo la vita del W. fu oscurata dal dolore. Il Coleridge era tornato nel 1806 da Malta interamente mutato: l'abuso dell'oppio lo aveva reso taciturno e sospettoso, e nonostante gli sforzi eroicamente altruistici dei W. per salvarlo, accogliendolo in casa propria dall'ottobre 1808 al maggio 1810, il Coleridge si estraniò sempre più finché ebbe luogo una rottura; e sebbene i due poeti venissero a una riconciliazione, l'antica intimità non poté essere rinnovata. Nel maggio e nel dicembre 1812 il W. perdette due figli che amava molto: Catherine e Thomas. Sotto il colpo di questi dolori, egli scrisse gli ultimi libri del suo poemetto filosofico The Excursion (pubblicato nel 1814) per giustificare dinnanzi agli scettici la sua fede nel governo divino dell'universo e per rivendicare contro il prevalente materialismo il suo profondo senso dei valori spirituali. Nonostante qualche prolissità prosaica, quest'opera contiene ispirate riflessioni sulla vita umana, narrazioni di acuta psicologia e descrizioni naturali di splendida fantasia.

Ormai il W. aveva dato il suo personale contributo alla poesia inglese, ma fino all'ultimo egli continuò a comporre versi belli e solenni, specialmente nella forma del sonetto in cui fu maestro consumatissimo. Col passare degli anni egli divenne più rispettoso delle convenzioni e più conservatore; ma se nella sua difesa di Chiesa e Stato si mostrò quasi fanatico, fu perché vedeva nelle due istituzioni le più salde difese contro la disgregazione politica e morale. Conservò sempre fede nell'indipendenza nazionale e nella libertà individuale e fu sempre appassionato difensore dei poveri. Nell'avere patrocinato la riforma della legge sui poveri, nelle sue opinioni sull educazione e sui rapporti tra capitale e lavoro egli fu molto in anticipo sul suo tempo, e pensatori liberali come J. S. Mill notarono "l'estrema larghezza del suo spirito filosofico".

Per gli ultimi trent'anni della sua vita il W. soffrì a intervalli di una grave malattia degli occhi, la quale lo minacciò talvolta di cecità completa e spesso gli rese impossibile non solo la lettura ma anche la concentrazione intellettuale. All'infuori di questo, egli si mantenne in pieno vigore fino all'estremo: a sessant'anni era ancora "il campione di pattinaggio del Lago di Rydal" e per anni in seguito rimase un robusto camminatore nelle passeggiate per le sue predilette montagne. La sua passione per i vagabondaggi non si spense mai: nel 1820 fece un viaggio attraverso le Alpi in Italia e negli anni successivi si recò nei Paesi Bassi, su per la Valle del Reno, in Irlanda, nei Highlands della Scozia e all'Isola di Man. Nel 1837 fu a Firenze e a Roma col suo amico Crabb Robinson; nel 1841 visitò di nuovo i Quantock Hills dove aveva soggiornato molti anni prima. Nel 1829 la salute di sua sorella aveva cominciato a destare preoccupazioni e nel 1835 ella perdette la ragione. Ma il dolore più grande della vecchiaia di W. fu la perdita della prediletta figlia Dorothy nel 1847. Durante gli anni della sua piena fioritura poetica la sua opera, sebbene avesse alcuni ammiratori, fu generalmente tenuta in dispregio; ma dal 1820 circa le cose mutarono e pochi poeti hanno goduto in vita sì largo riconoscimento. Nel 1839 ricevette notevoli dimostrazioni di stima, quando gli fu conferito il titolo di Doctor of Civil Law a Oxford; nel 1842 gli fu concessa una pensione di 300 sterline, nel 1843 succedette al Southey come poeta laureato.

L'intuizione del paesaggio sta alla base della poesia del W., e chi voglia fare d'essa la storia dovrà insistere sui suoi elementi primitivi e ingenui: rappresentarci il W. ragazzo, carattere chiuso e riottoso, che gusta la campagna dapprima come un vigoroso esercizio fisico, finché certi aspetti della natura irrompono con una violenza quasi lacerante, tanto è acuta, nell'anima dura e selvatica, e vi suscitano sentimenti di stupore misti di reverenza e di paura. Nessuno meglio del Coleridge ha compreso l'intensità di questa crisi; dice egli dei Descriptive Sketches: "Nella forma, nello stile, nella maniera di tutto il poema, nella struttura dei singoli versi e periodi si notano un'asprezza ed un'acerbità unite e combinate con parole e immagini così accese, che potrebbero richiamare alla mente le creazioni del mondo vegetale, in cui fiori smaglianti erompono dalla scorza e dal guscio duro e spinoso dentro i quali il frutto opulento sta maturando". Originariamente l'arte del W. consiste nell'isolare nelle cose ciò che vi è d'elementare; guardandole con occhi nuovi e puri, la sua intuizione attinge intensità sì alta, che il poeta s'identifica con la cosa contemplata. In questo momento d'estasi sorge un'immagine di vita indistruttibile, massiccia, perenne; per es. in The Solitary Reaper la mietitrice, figura presentata nella più nuda semplicità possibile, ci sta dinnanzi come un "tipo" eterno che occupa l'alto silenzio dei campi col suo gesto e col suo canto: le contrade lontane, le storie secolari, i miti primitivi rievoca quel canto che sembra antichissimo, sgorgato dall'alba del mondo. È come se lo stesso Spirito della Terra ci stesse dinnanzi, in una repentina illuminazione. Il poeta rivive così, dinnanzi alle forme della natura, quei sentimenti di reverente stupore che sono all'origine delle mitologie primordiali. Si comprende perciò com'egli ritenesse più atto a penetrare il mistero del mondo il fanciullo, nel quale non sono ancora mortificati dal razionalismo la virtù d'intuizione e il ricordo della divina esistenza prenatale (l'ἀνάμνησις platonica; cfr. soprattutto l'ode su Intimations of Immortaly from recollections of early childhood, che nel modo di trattare il soggetto presenta curiosa analogia con le meditazioni del mistico secentesco Thomas Traherne); si comprende pure perché il W. scegliesse a personaggi delle sue poesie gente umile e rude, in cui gli affetti trovano diretta espressione, e i sentimenti elementari esistono in uno stato di maggiore purezza.

I contorni della descrizione wordsworthiana sono delineati con adamantina nettezza; lo stile si spoglia delle grazie tradizionali della poetic diction della scuola del Pope, vuole constare solo di parole del linguaggio corrente (in realtà molto di letterario persiste in questo preteso adeguamento alla parlata comune), può sembrare scarno e disadorno nel suo voler aderire ai contorni degli oggetti. Questa precisione dipende in gran parte dal fatto che le impressioni del poeta sono soprattutto impressioni di forma, di volume, di distanza, più assai che di colore, di solito sobrio, quando non addirittura fiacco. Nelle impressioni del W. non si mescola mai quella nota d'indefinito e di torbido che è data dai sensi piu sensuali; se cerchiamo un'antitesi, ci viene fatto di pensare al Baudelaire, la cui anima vive in un crepuscolo carico dei vapori e dei profumi languidi e vertiginosi che esalano dalla stanchezza delle cose. La parola che, per contro, può riassumere il significato della poesia del W. è "mattino", tanta è l'aria di castità delle sue figure, e quella sua atmosfera cristallina d'alta montagna.

Fu forse il continuo sforzo di volontà che questo poeta dovette fare per serbar fede nella vita, nonostante le delusioni e le sventure di cui s'è detto, a insinuare fini pratici nella sua poesia, la quale ne è libera nel periodo di maggior fioritura (circa 1798-1808); col tempo all'artista si sostituì il teacher, il filosofo-predicatore, e il sentimento della natura, nucleo originario, si traduce non più in espressioni immediate, ma in esegesi riflesse e discorsive. Quest'ultima parte dell'opera del W. ha incontrato gran favore presso i lettori vittoriani, i quali per es. nel Prelude trovavano sì un libro di poesia, ma anche e soprattutto un breviario spirituale; quando non sono state addirittura cause del culto dei connazionali per questo poeta quei corollarî moralistici che egli non si stancò mai di dedurre dalla sua primitiva intuizione.

Ediz. e bibl.: Poems, a cura di T. Hutchinson, Oxford 1895 (nuova edizione, 1904); Works, a cura di W. Knight, voll. 10, Londra 1896; The Prelude, a cura di E. de Selincourt, Oxford 1926 (edizione minore, 1933); Letters of W. and Dorothy W., a cura dello stesso, ivi 1935, seguenti, voll. 5; Bibliography di T. J. Wise, Londra; C. Wordsworth, Memoirs, ivi 1851, voll. 2; G. M. Harper, W. W.: his Life, Works and Influence, ivi 1916 (nuova edizione, 1929); E. Legouis, The Early Life of W. W., ivi 1921 (ediz. riveduta; la prima verione inglese del volume, La Jeunesse de W., Parigi 1897, è del 1907); E. Legouis, W. W. and Annette Vallon, Londra 1922; E. de Selincourt, Dorothoy W., a biography, Oxford 1933 (importante anche per la vita del W.); C. M. Maclean, Dorothy and W. W., Cambridge 1927; E. Legouis, W. in a new light, Harvard 1923; S. T. Coleridge, Biographia Literaria, a cura di Shawcross, Oxford 1907; M. Arnold, Essays in Criticism, Londra 1888; W. Pater, Appreciations, ivi 1889; H. W. Garrod, W., Oxford 1923 (2ª ed., 1927); C. H. Herford, W., Londra 1930; H. Read, W., ivi 1930; H. I. Fausset, The Lost Leader: a Study of W., ivi 1933; W. L. Sperry, W.'s Anti-Climax, Harvard 1935; A. C. Babenroth, English Childhood, W.'s Treatment of Childhood in the Light of English Poetry from Prior to Crabbe, Columbia 1922; A. Beatty, W. W.: his Doctrine and Art in their historical relations, University of Wisconsin Studies, 1922; L. N. Broughton, The Theoricritean Element in the Works of W. W., 1920; E. Smith, An Estimate of W. W. by his Contemporaries, Oxford 1932; M. H. Shackford, W.'s Italy, in Publ. Modern Lang. Ass. America, XXXVIII (1923); G. L. Bickersteth, Leopardi and W., Oxford 1927 (British Academy Italian Lecture); P. Bardi, La Poesia di W., Bari 1922 (con molte versioni; traduzioni in versi di alcune tra le poesie più note possono trovarsi nelle varie raccolte di poeti inglesi tradotti, per es. M. Praz, Poeti inglesi dell'Ottocento, Firenze 1925); I. Bustico, Il sentimento della natura in W. W., Vercelli 1930; F. Olivero, W. e l'Italia, in Saggi di letteratura inglese, Bari 1913; P. Celauro, W. W., poeta e filosofo della letter. ingl., Palermo 1935.